di Redazione Politica
Il plenum del Consiglio superiore della magistratura nonostante appena venerdì scorso il Consiglio di Stato avesse annullato le due nomine definendole “manifestamente irragionevoli” ha riconfermato con una nuova votazione Pietro Curzio e Margherita Cassano come primo presidente e presidente aggiunto della Corte di Cassazione. L’intera procedura si è svolta incredibilmente (e vergognosamente rispetto ai soliti tempi lunghissimi) questa volta a tempo di record per garantire la partecipazione di Curzio all’inaugurazione dell’anno giudiziario, in programma domani, occasione nella quale il primo presidente della Cassazione svolge la consueta relazione annuale sullo stato della giustizia.
L’ organo di autogoverno della magistratura al completo, presieduto per l’occasione dal suo presidente e Capo dello Stato Sergio Mattarella ha approvato a larghissima maggioranza . 19 voti favorevoli, tre i voti contrari espressi da i consiglieri togati Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo, e Stefano Cavanna, laico in quota Lega e tre voti astenuti (i tre consiglieri di Unicost) le relazioni della 5a Commissione, competente sugli incarichi direttivi, che sin da lunedì aveva riproposto le nomine dei due vertici della suprema Corte di cassazione, questa volta con differenti motivazioni rispetto alle precedenti censurate, in maniera tale da superare le censure del tribunale del Consiglio di Stato che è il massimo giudice amministrativo, il quale aveva accolto il ricorso del presidente della terza sezione civile Angelo Spirito.
Secondo il pm siciliano Ardita membro togato del CSM, dinnanzi ad una decisione presa così in fretta “mancano gli argomenti richiesti nella sentenza di annullamento per colmare contraddizioni e lacune, è mancata una riflessione approfondita e completa. Occorre evitare di dare anche solo l’impressione di voler eludere le decisioni del giudice amministrativo”. Per il consigliere laico Cavanna, invece, “le nuove motivazioni si limitano a riproporre in forma diversa le stesse argomentazioni di quelle originarie” puntualizzando se è vero che il Csm ha degli ambiti di discrezionalità, “è necessario che i suoi atti siano sottoposti al controllo di un altro organo giurisdizionale per impedire motivazioni incomprensibili, esoteriche e quindi espressione di arbitrio”
“Colgo l’occasione per ripetere a distanza di pochi giorni gli auguri più intensi al Consiglio e a ciascuno dei suoi membri per l’attività che il Consiglio svolgerà con la presidenza di un nuovo Capo dello Stato” ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla seduta del Plenum del Csm, l’ultimo da lui presieduto. “Mi limito – ha aggiunto – a esprimere auguri al presidente Curzio e alla presidente Cassano ribadendo le considerazioni fatte per il presidente Curzio nella seduta del 20 luglio e per la presidente Cassano la fiducia che ispira la sua lunga attività in magistratura. Ringrazio per la tempestività con cui la Commissione ha formulato le proposte e con cui il Plenum ha assunto le decisioni relative, assicurando la piena operatività dell’esercizio delle funzioni di rilievo per l’ordinamento giudiziario”.
“Per me e il Consiglio lei è stato in questi anni guida saggia e autorevole, esempio di etica istituzionale e fermo sostegno nei frangenti più amari”.Così il vice presidente del Csm David Ermini ha ringraziato a nome suo e di tutto il Consiglio il capo dello Stato a conclusione della seduta presieduta da Sergio Mattarella , ricordando l’impegno preso con il capo dello Stato quando fu eletto vicepresidente: “Signor Presidente, il 27 settembre 2018, il giorno della mia elezione alla vicepresidenza di questo Consiglio, non avevo preparato alcun intervento, e credo che ciò sia risultato in modo abbastanza evidente. Ricordo però che davanti a Lei presi l’impegno che avrei dismesso la casacca indossata fino a quel momento, perché quando si assume un incarico istituzionale è doveroso spogliarsi di ogni precedente appartenenza per poterlo svolgere con spirito libero e nell’interesse generale, nel solo rispetto della Costituzione e delle leggi. A quell’impegno, in coscienza, credo di aver tenuto fede“.
Ermini ha poi fatto un passaggio sulla crisi della magistratura: “Signor Presidente, il Consiglio si sta avviando verso l’ultima parte del suo mandato, un Consiglio di transizione che ha visto deflagrare fatti lasciati per troppo tempo innescati sotto la polvere. Ci attendiamo ora le riforme, indifferibili e irrinunciabili. Alle riforme adegueremo, in questi mesi conclusivi, i regolamenti interni per consentire a chi verrà dopo noi il pieno funzionamento dell’Istituzione. Il nostro compito lo abbiamo svolto e lo svolgeremo con serietà e abnegazione.”Mi sia consentito, signor Presidente, di rivolgerLe, a nome dell’intero Consiglio, la nostra riconoscenza. Grazie, signor Presidente”.