di REDAZIONE POLITICA
Dopo l’annullamento della nomina di Michele Prestipino a capo del maggiore ufficio inquirente d’Italia avvenuta due anni e mezzo dall’addio di Giuseppe Pignatone, il plenum (cioè l’organo al completo) del Csm, il Consiglio superiore della magistratura, è stato chiamato oggi ancora una volta a scegliere tra i due candidati proposti dalla quinta Commissione, competente sugli incarichi direttivi: Francesco Lo Voi, procuratore capo di Palermo, che ha ottenuto quattro voti su cinque, e Marcello Viola, procuratore generale di Firenze, che ne ha ottenuto uno, si è arrivati oggi ad un nuovo decisivo verdetto, che ha visto prevalere la candidatura di Francesco Lo Voi, a procuratore capo di Roma.
La precedente delibera con cui il Csm aveva nominato il 4 marzo 2020 Michele Prestipino, fedelissimo di Giuseppe Pignatone, sia nel periodo trascorso a Palermo sia a Reggio Calabria, è stata impugnata dagli sconfitti, che erano stati proprio Viola e Lo Voi, i quali sono riusciti a far valere le proprie ragioni e i propri percorsi professionali, facendola annullare dalla prima sezione del Tar del Lazio, (presidente Antonino Savo Amodio, estensore Ivo Correale) la quale osservava che “Emerge da più di un intervento in Plenum che Viola, in audizione, si era dichiarato ‘parte offesa’ e che, oggettivamente dalla lettura delle intercettazioni emergeva tale qualità di parte offesa rispetto alle ‘macchinazioni o aspirazioni di altri’” decisione confermata successivamente dal Consiglio di Stato.
A gennaio 2020 la 5a Commissione del Csm, parzialmente rinnovata a seguito delle dimissioni dei consiglieri Lepre e Morlini aveva proposto una nuova terna di candidature : quella di Viola che rimane escluso in quanto citato nelle intercettazioni del “caso Palamara”, mentre accanto a Lo Voi e Creazzo arrivava la candidatura di Michele Prestipino, procuratore aggiunto della Capitale e reggente sinora dell’ufficio. Successivamente dopo due mesi a prevalere (a sorpresa) in plenum è stato Prestipino , con 14 voti contro 8. Ma contro la discutibile decisione del Csm erano ricorsi al Tar i procuratori Lo Voi, Creazzo e Viola, lamentando di essere stato escluso persino dalle scelte della Commissione.
Il Csm aveva partorito allora una nuova alleanza fra la “sinistra giudiziaria” ed i “davighiani”. Il primo banco di prova è valorizzare l’esperienza di Prestipino in materia di criminalità organizzata ed il suo “radicamento” sul territorio per farlo diventare procuratore di Roma. Operazione riuscita ed il procuratore aggiunto Michele Prestipino, senza essere mai stato procuratore e con titoli nettamente inferiori, aveva battuto la concorrenza di Creazzo e Lo Voi.
Il Tribunale Amministrativo Lazio aveva bocciato a febbraio 2021 il ricorso di Creazzo accogliendo però quello di Lo Voi e quello di Viola, scrivendo per il caso del procuratore generale di Firenze che la procedura del Csm era stata “viziata a monte dalla carenza di motivazione in ordine all’esclusione”. Prestipino si era appellato affiancato dal Csm al Consiglio di Stato, il quale l’11 maggio scorso ha confermato la decisione del TAR Lazio imponendo all’organo di autogoverno di far ripartire la pratica, tenendo conto delle osservazioni formulate.
Sentenza-PrestipinoSecondo i giudici di Palazzo Spada la Quinta Commissione del Csm, aveva escluso immotivatamente il magistrato Viola dopo essere ritornata sulle sue precedenti decisioni. Infatti inizialmente il procuratore generale di Firenze era stato inserito tra i papabili per ricoprire il ruolo di procuratore capo della Capitale. Successivamente a seguito dell’ esplosione dello scandalo Palamara, secondo il Consiglio di Stato, la prima rosa di nomi indicata dalla commissione nomine ed incarichi del Csm era stata annullata immotivatamente. A questo punto si è tornati indietro, con una nuova terza proposta della 5a Commissione, che questa volta non più indicato una terna di candidati ma un’ accoppiata composta da Lo Voi e Viola.
Lo scorso 14 dicembre i giudici delle Sezioni unite civili della Cassazione con due distinte sentenze depositate “Il Consiglio di Stato non ha travalicato il confine della propria giurisdizione” hanno rigettato i ricorsi proposti dal procuratore di Roma (destituito) Michele Prestipino contro le decisioni dei giudici amministrativi di Palazzo Spada che avevano dato ragione al procuratore generale di Firenze Marcello Viola e al procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, annullando la sua nomina a procuratore di Roma. Il sostituto procuratore generale nell’udienza del 23 novembre scorso aveva chiesto di dichiarare inammissibile o, comunque, infondato il ricorso proposto da Prestipino.
Il procuratore Franco Lo Voi, 64 anni, era arrivato di fronte al plenum da super favorito, potendo contare sull’ accordo raggiunto in Commissione fra le tre principali correnti: i conservatori di Magistratura Indipendente e i centristi di Unicost ed i progressisti della sinistra di Area. A votare per Viola era stato soltanto Sebastiano Ardita, consigliere di Autonomia e indipendenza mentre si è astenuto il consigliere laico Fulvio Gigliotti in quota M5Stelle. E questa volta dalla 5a Commissione non è arrivato nessun voto per Prestipino, procuratore reggente uscente.
Per la nomina di Francesco Lo Voi a procuratore capo di Roma , che ha ricevuto 19 voti, hanno votato i consiglieri: Ciambellini, D’ Amato, Dal Moro, Donati, Lanzi, Marra, Miccichè, Pepe, Suriano, Balduini, Benedetti, Cascini, Celentano, Cerabona, Chinaglia, Zaccaro, il primo presidente della Corte di Cassazione Curzio, ed il procuratore generale della Cassazione Salvi. 2 voti per il candidato Viola: quelli dei consiglieri Ardita e Di Matteo. Astenuti i consiglieri Basile e Cavanna, entrambi consiglieri laici espressione della Lega, il consigliere laico Gigliotti espressione della Lega, e come di consueto si è astenuto il vicepresidente del Csm Ermini.
Con la votazione di oggi si chiude la vicenda aperta nel maggio del 2019 dall’ intercettazione dell’Hotel Champagne che rivelò “interferenze tra magistrati e politici” sulla nomina del procuratore di Roma.
Le reazioni politiche
“Il procuratore Lo Voi che, in Aula a Palermo ha sostenuto l’accusa nel processo Open Arms, è stato promosso procuratore capo di Roma ma sicuramente non c’è nessun nesso. È un percorso professionale meritato e chi dice il contrario mente sapendo di mentire“. Con queste parole il leader della Lega Matteo Salvini, intervenendo a un convegno a Palermo, ha commentato ironicamente la corsa per la guida della procura della Capitale. L’ex ministro dell’Interno è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio nel processo Open Arms, arrivato alla seconda udienza dinnanzi al Tribunale Penale di Palermo .