Due pubblici ministeri della procura di Bari, Alessandro Donato Pesce e Michele Ruggiero, sono stati condannati con sentenza definitiva lo scorso 30 gennaio, rispettivamente a 4 mesi e 6 mesi di reclusione per “violenza privata” nei confronti di alcuni testimoni quando erano in servizio alla procura di Trani allorquando i due magistrati avevano intimidito, minacciato ed esercitato violenze verbali nei confronti di alcuni testimoni per costringerli a dichiarare il falso, Entrambi nel 2021 erano stati condannati sia in primo grado che in appello . Una sentenza gravissima per i due pubblici ministeri, chiamati a condurre le indagini nel rispetto della legge, Ciò nonostante il Csm aveva consentito ad entrambi di continuare a lavorare per mesi nonostante una sentenza non indifferente nei loro confronti.
“Stai attento a quello che dici”, “io le cose le so già e te ne andrai in carcere pure tu“, “dal carcere c’è una visuale sul mare stupenda e secondo me a lei col problema che c’ha le fa pure bene“, “ti sto sottoponendo a questa specie di chiacchierata interrogatorio che verrà tutta fono registrata per darti la possibilità di salvarti”, “tu mo ti puoi alzare, te ne vai e poi ci vedremo tra un mesetto però in una diversa posizione, tu dietro le sbarre e io da un’altra parte…non ti sto impaurendo…ti sto dicendo quello che succederà perché noi sappiamo” sono alcune frasi delle minacce pronunciate dai due magistrati.
Nonostante la procura generale della Cassazione avesse chiesto con dovuto rigore la loro radiazione, la sezione disciplinare del Csm ha preferito optare per una sospensione di due anni per Ruggiero e di qualche mese in meno per Pesce. Dopo sospensione però, i due condannati torneranno a lavorare come se nulla fosse accaduto in Cassazione, esercitando le funzioni di magistrati civili a Torino, decisione questa che negli ambienti giudiziari piemontesi non è stata accolta con gioia.
Piccolo particolare su cui il Csm ha fatto finta di niente, e che potrebbe anche verificarsi che il magistrato Michele Ruggiero possa essere condannato in un altro processo in cui è imputato. Infatti il prossimo primo giugno dinnanzi al Tribunale Penale di Lecce si svolgerà la prima udienza a suo carico rispondendo del reato di “falso ideologico“, accusato di aver falsificato alcuni verbali ai danni dell’ allora vice sindaco Giuseppe Di Marzio.
Comunque vada a finire, è fuori discussione che i due magistrati siano stati letteralmente “graziati” dalla disciplinare del Csm soprattutto considerando che chiunque ricopra la carica di pubblici ufficiali e non solo in caso di condanna definitiva subiscono sempre una radiazione o licenziamento. I magistrati invece come accaduto per Ruggiero e Pesce possono continuare tranquillamente a percepire il loro stipendio ed esercitare le rispettive funzioni di Magistrati.
Nessuna valutazione è stata presa in considerazione per l’impianto accusatorio infamante mosso in passato nel precedenti dell’allora sindaco di Trani Luigi Riserbato, arrestato per associazione a delinquere e altre tre capi d’accusa che dopo otto anni di un ingiusto processo è stato assolto perché “il fatto non sussiste”. Valutazioni giudiziarie quindi campate in aria che hanno colpito e danneggiato solo e soltanto degli innocenti ed i contribuenti italiani a pagare gli stipendi a questi magistrati . A volte, o meglio, molto spesso i magistrati si salvano sempre. E la chiamano “giustizia“.