di Antonello de Gennaro
Quando nei giorni scorsi parlavamo di un eccessivo “protagonismo “politico” da parte di alcuni sacerdoti della Diocesi di Taranto, e dell’immobilismo dell” Arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro, che ha lasciato regolarmente al suo posto nonostante la condanna penale subita dal parroco della Chiesa del Carmine, Don Marco Gerardo, nell’ambito del processo “Ambiente Svenduto” , e le disquisizioni di natura politica-ambientalista di Don Antonio Panico, non avremmo mai potuto immaginare di dover assistere al vergognoso scontro avvenuto fra Don Luigi Larizza, parroco del Sacro Cuore di Taranto ed il Sindaco di Taranto, che avrà molti difetti e pecche, ma sicuramente è una persona umana e sempre disponibile ad aiutare la povera gente. Ma nella legalità !
Don Luigi Larizza ha trascorso la notte sul sagrato della chiesa insieme con altri parrocchiani e ad alcuni sfollati (abusivi !) dello stabile di via Giovan Giovine 7, dove nei giorni scorsi è crollato un solaio rendendo gli appartamenti inagibili. Un’ iniziativa sicuramente adottata per richiamare l’attenzione delle istituzioni sul problema che riguarda una quarantina di persone rimaste senza una casa e che sono state costrette a dormire nell’androne del palazzo.
All’iniziativa di protesta hanno partecipato i presidenti e volontari delle Onlus Delfino Blu ed il Comitato via Giusti . Il Comune di Taranto ha fatto però giustamente rilevare che gli sfollati in realtà Don Luigi Larizza quelle abitazioni, non avendo mai sottoscritto un contratto di affitto. Sicuramente umana, ma assolutamente poco corretta sotto il profilo legale la decisione di Don Luigi il quale ha dichiarato (come un politicante o sindacalista) che “la mobilitazione proseguirà fino a quando i cittadini rimasti senza un tetto non troveranno una adeguata sistemazione“. Aiutare qualcuno è sicuramente un’opera caritatevole, ma addirittura pretendere qualcosa è un’offesa sopratutto nei confronti della gente, che lavora onestamente dalla mattina alla sera e si fa in quattro per pagare i propri mutui o canoni di affitto.
E’ assolutamente vergognoso assistere alla volgare aggressione verbale di Don Luigi Larizza nei confronti del Sindaco di Taranto. Un Vescovo “di polso”, e sopratutto equidistante dalla politica e dalla vita “affaristica” della città, avrebbe già trasferito un parroco del genere. Guardate ed ascoltate con i vostri occhi. A voi i commenti. Ma questo è il comportamento di un sacerdote, di un “uomo” votato a Dio ?
Non è un caso quindi la dichiarazione di Mons. Santoro inviata alle redazioni nel pomeriggio odierno: “Desidero esprimere il mio rammarico per il forte diverbio fra il parroco della parrocchia del Sacro Cuore in Taranto don Luigi Larizza e il sindaco del capoluogo ionico il dottor Ippazio Stefàno. È fuor di dubbio che quanto accaduto distorce la linea di carità dell’arcidiocesi che davanti a sé vede solo i poveri, senza distinzione etiche e religiose e tutto ciò è facilmente rintracciabile nelle attività quotidiane delle Caritas parrocchiali e delle associazioni. Taranto è una città accogliente e generosa. Continueremo nell’assistenza ai poveri e nell’accoglienza di quei fratelli che fuggono da guerra e fame“. Ma il parroco “reazionario” questa mattina ha pubblicato sulla sua pagina Facebook la minaccia di azioni legali per “tutelare la mia immagine“. Meno male che è un parroco…!
Probabilmente il Vescovo di Taranto Mons. Santoro non ha visto il messaggio “razzista” pubblicato sulla propria pagina (illegale) sul social network Facebook dal Comitato di Via Giusti. Eccolo:
Chissà se l’accoglienza a “quei fratelli che fuggono da guerra e fame” citata da Mons . Santoro è in linea con il progetto del parroco don Marco Gerardo della Chiesa del Carmine (mentre corrono voci ricorrenti di ammanchi nella Confraternita per circa 80mila euro) , del geom. Domenico Cassalia di fondare delle Cooperative sociali per “occuparsi” dei migranti. Notoriamente queste Cooperative trattengono per sè il 90% del contributo-aiuto concesso dallo Stato italiano ai migranti che arrivano da Paesi allo stremo dalla fame o in guerra, mentre appena il 10% finisce nelle tasche dei poveri migranti ! Attività questa che di caritatevole e lodevole ha ben poco.
“Stiamo attrezzando l’ex monastero delle Carmelitane per i migranti – continua nel suo messaggio riappacificatore e e di scuse Mons. Santoro – ristrutturando palazzo Santacroce per i clochard e le persone in difficoltà temporanee, abbiamo convertito una struttura della diocesi in un centro per l’accoglienza dei migranti minori non accompagnati. Auspico che questo “incidente” venga presto superato nell’impegno condiviso e comune fra Istituzioni e Chiesa a favore di queste famiglie in difficoltà. Trovandomi a Roma per i lavori del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana, ho raggiunto telefonicamente don Luigi, così come ho chiamato il dottor Stefàno per manifestargli la mia immutata amicizia e il dispiacere per quanto avvenuto.”
“Il profilo di rispetto e di dialogo che è per me da sempre cifra costatabile nei rapporti con le istituzioni civili, in primis con il Sindaco – conclude il Vescovo di Taranto – con il quale ho sempre intessuto rapporti cordiali, soprattutto fra le innumerevoli difficoltà di questa città, il costante impegno di don Luigi per gli ultimi, al netto di queste spiacevoli incomprensioni, mi fanno ben sperare in un’azione significativa a favore delle famiglie di via Giovine che non hanno un tetto”.
Non sarebbe una cattiva idea se Mons. Santoro invece di chiedere allo Stato, alla Regione ed al Comune di Taranto immobili e fondi per realizzare opere per i propri fini ecclesiastici e non, raccogliesse piuttosto dei fondi di beneficenza fra gli imprenditori, i professionisti, gli esponenti della massoneria tarantina, che si riuniscono periodicamente con il vescovo e con Don Panico, insieme ai quali lavorano nello stile “ciellino” ad una costituenda Fondazione che dovrebbe fare da “think-thank” alla lista civica che come tutti ben sanno, ambienti molto vicini alla Diocesi intendono presentare alle prossime elezioni amministrative .
Con tutto il rispetto, la città di Taranto non può essere gestita da dei dilettanti allo sbaraglio, come molti di coloro i quali siedono nell’attuale Giunta Comunale, così come non può e non deve essere gestita dagli interessi di gruppetti vicini a “Comunione e Liberazione, da sempre nel cuore di Mons. Santoro, e tantomeno dalle solite cordate di furbetti e “prenditori” di sacrestia ! Per non parlare poi della Massoneria che negli ultimi tempi ha un pò troppi “appetiti”.
Noi vigileremo, statene pur certi. E lo facciamo, al contrario di quanto sostiene qualche pennivendolo che non capisce una “mazza” con i suoi commenti senza capo (e cervello) nè “coda”. Lo facciamo infatti senza avere nè padroni nè padrini. Nè tantomeno con un’inutile tessera di partito o sindacato giornalistico in tasca…