Una buona fetta d’Italia è tornata alle urne per il ballottaggio delle elezioni comunali 2024. Da Bari a Firenze passando per Vercelli e Caltanissetta, sono 101 i comuni interessati, di cui 14 capoluoghi, a questo secondo turno, quelli con più di 15mila abitanti in cui nessun candidato ha ottenuto più del 50% dei voti al primo turno (8-9 giugno). Le urne saranno aperte oggi, domenica 23 giugno , fino alle 23 e domani, lunedì 24, dalle 7 alle 15. La percentuale dei votanti alle urne è in calo rispetto al primo turno (21,75%), quando però si votava anche il sabato pomeriggio; e non il lunedì mattina. È del 37% l’affluenza definitiva ai seggi rilevata alle 23 dal Viminale nelle 3586 sezioni dove si è votato oggi per la prima giornata – domani i seggi riaprono dalle 7 alle 15 – dei ballottaggi nei 101 Comuni interessati dal secondo turno amministrativo. Il dato delle ore 19 di oggi è stato del 27,89%, quello delle 12 dell’11,98%. Si conferma quindi una tendenza in calo rispetto al primo turno, quando pero’ si votava anche il sabato e non il lunedì.
Comuni al ballottaggio
Tra le sfide più importanti ci sono quella di Bari, Firenze e Perugia ma occhi puntati anche su Caltanissetta, Campobasso, Lecce e Potenza. Nessun candidato di queste città ha ottenuto più del 50% dei voti al primo turno (8-9 giugno). Il centrosinistra ha vinto in 10 comuni al primo turno (Bergamo, Cagliari, Cesena, Livorno, Modena, Pavia, Pesaro, Prato, Reggio Emilia, Sassari e). Il centrodestra ha invece già conquistato città come Ascoli, Avellino, Biella, Ferrara, Forlì e Pescara.
Bari
A Bari parte davanti ai nastri Vito Leccese, del centrosinistra, con il 48%, su Fabio Saverio Romito, del centrodestra, con il 29,1%. Michele Laforgia (giunto terzo al primo turno) sosterrà Leccese al ballottaggio. A Lecce si ripropone la sfida tra Adriana Poli Bortone, centrodestra, che ha sfiorato la vittoria con il suo 49,95%, e Carlo Salvemini, centrosinistra, fermo al 46,3%.
Firenze
La sfida sarà tra la candidata sindaca della coalizione di centrosinistra, Sara Funaro, che si presenta al secondo turno con un vantaggio di 10 punti percentuali, contro il candidato civico sostenuto dal centrodestra, Eike Schmidt. Per Funaro, nipote del sindaco dell’alluvione del 1966 Piero Bargellini, è la grande occasione per diventare la prima sindaca di donna a Palazzo Vecchio. L’assessora uscente Pd al Welfare, forte del 43% di consensi ottenuti al primo turno, potrà contare questa volta anche sugli endorsement dei candidati di Italia Viva e Movimento 5 Stelle, Stefania Saccardi (7,3% di voti) e Lorenzo Masi (3,3%). Se i renziani, infatti, non hanno dato indicazione di voto è stata la vicepresidente regionale Saccardi a esprimere la sua preferenza a Funaro dopo le pressioni arrivate dal mondo dem con cui governa in Regione Toscana.
Stesso discorso per Masi che dopo l’accordo sfumato al primo turno con i dem si è schierata a favore di Funaro, anche in vista della nascita di un ‘campo largo’ in Toscana dove fino a oggi i pentastellati sono spesso stati all’opposizione. La candidata di Firenze democratica, Cecilia Del Re (6,2%), invece che ha lasciato il Pd dopo le mancate primarie in inverno non si è schierata annunciando però l’intenzione di rimanere all’opposizione in Consiglio comunale in ogni caso. Sulla stessa linea anche il candidato della sinistra radicale, Dimitrij Palagi, che al primo turno ha incassato il 5,4% di consensi. Dall’altro lato, a sperare in un ribaltone, c’è l’ex direttore degli Uffizi attualmente alla guida del Real Museo e Bosco di Capodimonte, Eike Schmidt che a inizio giugno si era fermato al 32,8% di voti e ha chiuso negli ultimi giorni un apparentamento ufficiale con Francesca Marrazza della lista civica RiBella Firenze (0,5%).
A Caltanissetta i protagonisti del ballottaggio sono Walter Calogero Tesauro (centrodestra, 34,42%) e la civica di area progressista Annalisa Maria Petitto (30,82%). A Vercelli sfida tra Roberto Scheda (centrodestra, 37,87%) e Gabriele Bagnasco (25,60%). Ballottaggio all’ultimo respiro a Cremona tra Alessandro Portesani (43,11%) e Andrea Virgilio (42,11%); a Urbino tra Maurizio Gambini (47,96%) e Federico Scaramucci (44,73%)
A Campobasso faccia a faccia tra il candidato di centrodestra Aldo De Benedittis (48,31%) e quella del centrosinistra Marialuisa Forte (31,89). A Potenza un centrosinistra ‘large’ alle spalle del candidato progressista Vincenzo Telesca (32,4%), che ha lavorato in questi giorni e ottenuto l’appoggio del M5S e della lista Basilicata possibile, che però insegue il candidato centrodestra, Francesco Fanelli (Lega), forte del suo 40,6%.
Cremona e i comuni lombardi
Sono 13 comuni che torneranno alle urne. Oltre a Cremona, unico capoluogo, ci sono: in provincia di Milano, Cusano Milanino, Lainate, Novate Milanese, Paderno Dugnano, Peschiera Borromeo, Settimo Milanese, Trezzano sul Naviglio; Malnate e Samarate in provincia di Varese; Romano di Lombardia nel bergamasco, Porto Mantovano e infine Chiari, in provincia di Brescia. A Cremona, già governata dal centrosinistra col sindaco Gianluca Galimberti, si scontrano Alessandro Portesani per il centrodestra, che al primo turno ha ottenuto il 43,2%, e il vicesindaco uscente di centrosinistra Andrea Virgilio (41,9%).
Al ballottaggio va anche Paderno Dugnano, il più grande tra questi comuni. I candidati in corsa sono Carlo Boffi per il centrodestra con il 47,5% dei voti e Anna Varisco, che si e’ fermata al 43,6%. A Peschiera Borromeo invece corrono Andrea Coden (39,4%) per il centrosinistra e Mario Orfeo che ha raccolto il 27,1% delle preferenze. A Chiari, unico comune del bresciano che torna alle urne, gli sfidanti sono Gabriele Zotti di centrodestra e Domenico Codoni di centrosinistra. I ballottaggi si terranno dalle 7.00 alle 23.00 di domenica 23 giugno e dalle 7.00 alle 15.00 di lunedì 24 giugno. Lo spoglio inizierà subito dopo la chiusura delle urne e dovrebbe concludersi entro lunedì sera.
Vibo Valentia
Si tratta dell’unico capoluogo di provincia chiamato al voto in Calabria e la sfida è tra il dirigente della Regione Calabria, Roberto Cosentino, che corre per il centrodestra, e Vincenzo Romeo – già primo presidente della Provincia di Vibo Valentia – che corre per il centrosinistra. In particolare, Roberto Cosentino è sostenuto da Forza Italia, Fratelli d’Italia, il movimento “Indipendenza” e tre liste civiche, ed ha ottenuto al primo turno il 38,4% dei consensi pari a 7.058 voti. Il centrodestra amministra Vibo Valentia da oltre 15 anni, con sindaci come Nicola D’Agostino, Elio Costa (due volte sindaco) e l’uscente Maria Limardo, quest’ultima espressione di Forza Italia ma non ricandidata. Il centrosinistra era invece riuscita a strappare la guida della città dal 2005 al 2010 con il sindaco Franco Sammarco, succeduto ad altre due giunte di centrodestra guidate da Alfredo D’Agostino (padre di Nicola) e Elio Costa.
Sei in totale le liste a suo sostegno: “Andiamo oltre” con 1.344 voti pari al 7.41%; Forza Italia con 1739 voti, 9.59%; Forza Vibo con 1.528 voti, 8.43%; Fratelli d’Italia che ha ottenuto 1.499 voti pari al 8.27%; Indipendenza con 506 voti pari al 2.79%; Vibo unica: 981 voti, 5.41%. Vincenzo Romeo al primo turno ha invece ottenuto il 31,9% dei consensi pari a 5.863 voti. È sostenuto dal Pd e dal Movimento Cinque Stelle, oltre che dall’alleanza Verdi-Sinistra italiana. In totale sono quattro le liste a sostegno di Romeo che al primo turno hanno ottenuto il seguente risultato: Partito democratico 1798 voti pari al 9.91%; Movimento Cinque Stelle 871 voti, 4.80%; Progressisti per Vibo 626 voti, 3.45%; Centro Studi Progetto Vibo 1.672 voti, 9.22%. Ago della bilancia per decidere il nuovo sindaco potrebbe rivelarsi l’orientamento del ‘terzo polo’, aggregatosi attorno al candidato centrista Francesco Muzzopappa che si è fermato al primo turno al 28.5%, pari a 5.299 voti. Staccata Marcella Murabito di Rifondazione comunista con lo 0,81% pari a 148 voti.
Nessuno dei due candidati a sindaco interessati al ballottaggio – Cosentino e Romeo – ha stretto un apparentamento ufficiale con l’area di centro. Al primo turno è stato il voto disgiunto in favore di Vincenzo Romeo a permettere al centrosinistra di andare al ballottaggio al posto del terzo polo. L’appello dei due aspiranti primi cittadini è quindi rivolto al popolo dell’astensione e, soprattutto, al polo moderato che al primo turno ha visto correre con Muzzopappa cinque liste tra cui quelle di Azione e di Noi Moderati, partiti che a livello nazionale guardano al centrodestra. Decisivi potrebbero rivelarsi anche i voti della lista “Cuore vibonese” (la più votata in citta’ con 1.943 voti, pari al 10,71% dei consensi), che fa capo all’ex consigliere regionale Vito Pitaro, schierata al primo turno con il candidato centrista Muzzopappa.
Perugia
Sarà una sfida tutta al femminile quella per la poltrona a sindaco di Perugia. Sono al ballottaggio, infatti, Margherita Scoccia, candidata del centrodestra e civici (Fratelli d’Italia, Fare Perugia – Forza Italia con Romizi, Lega, Perugia civica, Progetto Perugia, Udc, Futuro Giovani, Perugia Amica), e Vittoria Ferdinandi, sostenuta dal campo largo del centrosinistra e da alcune liste civiche (Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Perugia Pensa che comprende anche Azione, Orchestra per la Vittoria, Anima Perugia, Perugia per la sanità pubblica). Margherita Scoccia, assessore all’Urbanistica uscente, nel primo turno ha totalizzato il 48,29%, mentre Vittoria Ferdinandi si è fermata al 49,01%, migliorando il risultato del centrosinistra alle ultime consultazioni di circa il 20%. Al primo turno, i candidati a sindaco erano cinque. Oltre a Scoccia e Ferdinandi, si erano candidati Massimo Monni con la lista Perugia Merita, espressione dell’elettorato moderato, Davide Baiocco, ex calciatore di Perugia e Juventus, sostenuto dalle liste Forza Perugia e Alternativa riformista-Italexit, e Leonardo Caponi, ex senatore e candidato per Pci – Perugia contro guerra e neoliberismo.
In un voto estremamente polarizzato sulle due candidate, gli altri concorrenti hanno raccolto pochi voti. Nessun apparentamento ufficiale con una o l’altra delle candidate al ballottaggio. Massimo Monni ha annunciato che sosterrà Ferdinandi, pur lasciando liberi i suoi ex candidati e i sostenitori di scegliere secondo coscienza. Voto per Ferdinandi è stato manifestato anche da Caponi. Nessuna indicazione specifica da Baiocco. Italia Viva e Tempi Nuovi, che al primo turno sostenevano Monni, hanno espresso il loro sostegno alla candidata del centrosinistra. Margherita Scoccia, architetto, nell’ultimo mandato ha ricoperto il ruolo di assessore all’Urbanistica. Vittoria Ferdinandi, psicologa, lavora nel terzo settore, è tra gli ideatori per progetto Numero Zero, ristorante inclusivo che dà lavoro a persone con disabilità psichiche. Per questo, è stata insignita del titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica nel 2020. Al di là dell’esito del ballottaggio, Perugia eleggerà lunedì la sua prima sindaca.
Le urne dsono state aperte oggi fino alle 23 e domani, lunedì 24, saranno aperte dalle 7 alle 15. A quanto si apprende al Viminale, il ballottaggio nei 101 Comuni in regioni a statuto ordinario è monitorato sul sito Eligendo del ministero dell’Interno, così come quello relativo al Comune di Monserrato (Cagliari), sulla base di apposita intesa con la Regione Sardegna. I dati del ballottaggio nei tre Comuni della Sicilia (Caltanissetta, Gela e Pachino) non sono invece diffusi sulla piattaforma Eligendo provvedendovi direttamente la Regione Siciliana sui suoi canali web ed istituzionali.
In relazione ai 102 Comuni monitorati su Eligendo, il Viminale specifica che 95 Comuni hanno popolazione superiore a 15mila abitanti, il Comune di Urbino è al ballottaggio perché, pur senza avere una popolazione superiore a 15mila abitanti, è comune capoluogo quindi applica il sistema elettorale di quelli superiori. Sei Comuni hanno popolazione inferiore a 15mila abitanti e vanno al ballottaggio perché al primo turno si è registrato lo stesso numero di voto per due candidati sindaco. I tre Comuni della Sicilia hanno tutti una popolazione superiore ai 15mila abitanti.
Caltanissetta e Gela
Nel capoluogo nisseno il campo progressista si sfalda. Il M5s ha già reso noto che non ha fatto apparentamenti con nessuna forza politica. Gli elettori Cinquestelle domenica e lunedì’ “saranno liberi di votare secondo coscienza”, ha spiegato il coordinatore regionale per la Sicilia Nuccio Di Paola, per il quale “nella fase che ha preceduto il primo turno il Pd ha non ha raccolto i nostri ripetuti inviti, sbagliando nettamente i suo calcoli”. Quei voti saranno comunque determinanti perché a dividere i candidati sono pochi punti percentuali. A sfidarsi sono gli avvocati Walter Tesauro di 61 anni e Annalisa Petitto, di 46. Al primo turno Tesauro, schierato dal centrodestra, ha ottenuto il 34,42%, sostenuto tra gli altri, da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega-Udc, Democrazia cristiana. Dall’altra parte Annalisa Petitto che parte dal 30,82%: nel tempo costruito la sua candidatura con la casacca del civismo. Già dirigente provinciale del Partito democratico l’avvocata è riuscita a convincere i suoi ex compagni di partito a candidarsi in una delle sette liste civiche evitando quindi il simbolo del Pd.
Si vota anche a Gela dove al ballottaggio vanno Grazia Cosentino, 60 anni, con il 32,87%; e Terenziano Di Stefano 43 anni, con il 29,26%. La candidatura di Cosentino, sostenuta dal centrodestra è nata da un’intesa politica all’interno del centrodestra con annesso il partito di Italia viva. Per la prima donna candidato a sindaco di Gela nessun apparentamento politico per il secondo turno elettorale. Lo sfidante è Terenziano Di Stefano. Il suo nome è venuto fuori da una discussione tra partiti a vocazione di centrosinistra – con l’obiettivo di trovare un nominativo su cui convergere.