Su WhatsApp le chat del “calendiani” sono in ebollizione: “Se le liste in Puglia le fa Massimo Cassano, abbiamo vanificato un lavoro di mesi e mesi per distinguerci dalle posizioni “no tutto” di Michele Emiliano”. Le indiscrezioni sull’ingresso dell’ex sottosegretario barese in Azione, dopo aver partecipato come ospite interessato all’ultimo congresso regionale, con effetti dirompenti sulle candidature, trovano conferma direttamente dallo stesso Cassano.
Tutte candidature più “facili” sarebbero appannaggio dei componenti del movimento civico, Puglia popolare, messo in piede da Massimo Cassano e da sempre legato al governatore della Puglia, Michele Emiliano, con conseguente ridimensionamento dei quadri “calendiani” e “renziani” doc, rimasti letteralmente spiazzati e divisi tra messaggi di forte protesta ai leader nazionali, e conseguente disimpegno .
Il legame di Cassano con Emiliano (che definiva “il nostro punto di riferimento”) è stato ripagato da una nomina per Cassano all’Arpal, l’ agenzia regionale pugliese per le politiche attive del lavoro, che negli anni si è sempre distinta non per aver trovato occupazione ai disoccupati pugliesi, ma bensì’ a causa della controversa gestione clientelare delle assunzioni. Cassano è stato molto spesso a Roma, nelle ultime settimane tentato sia da Calenda che da Tabacci, che si trincerandosi dietro una frase sibillina: “Non vorrei stare con un populista al centro”.
Adesso a seguito di accordi romani Cassano organizza le liste elettorali con il ministro Carfagna capolista nei quattro listini della Camera e proprio l’ex sottosegretario nella piazza d’onore del proporzionale barese. A seguire Cassano ci saranno il “popolare” Massimiliano Stellato, un noto “voltagabbana” della politica jonica, eletto due anni fa nel consiglio regionale Regione Puglia appoggiando la candidatura a governatore di Michele Emiliano, passato dal Pd a sostenere Walter Musillo il candidato sindaco del centrodestra nelle ultime comunali ioniche (dove è stato eletto consigliere comunale nella minoranza di centrodestra), e subito dopo avvicinatosi alla Lega ; a Lecce l’ex generale dei Carabinieri Antonio Buccoliero (già consigliere regionale per Forza Italia) , nel Foggiano Carlo Laurora, ex azzurro di Trani. Fuori dai radar, infine, il deputato uscente di Azione, Nunzio Angiola, che aveva intasato negli ultimi mesi le poste elettroniche dei giornali con comunicati firmati usando la qualifica di “delegato nazionale Aree interne e piccoli comuni”. Finita solo quarta al Senato Titti Cinone, segretario regionale di Azione in Puglia.
La viceministro renziana Teresa Bellanova preferisce non fare dichiarazioni costretta dopo aver combattuto l’ “emilianismo“ a ritrovarsi accanto nelle sue liste degli ex-sostenitori del governatore pugliese . Allontanatisi dal progetto di Terzo Polo anche i “civici” vicini all’ex assessore regionale Alfonso Pisicchio, che aveva “flirtano” con il presidente di Italia Viva Ettore Rosato.
Incredibilmente adesso quasi come una delle puntate della serie televisiva americana “House of Cards” potrebbe iniziare a Melendugno, la campagna elettorale di Matteo Renzi, capolista in Puglia per Palazzo Madama, nella città simbolo del Tap e dei movimenti antisistema e antigasdotto, con accanto sul palco proprio Massimo Cassano, ex-alleato forte del governatore il quale ha strizzato l’occhio persino agli anti-industrialisti e grillini di complemento.
Rileggendo un intervista dello scorso febbraio 2022 di Cassano al quotidiano la Repubblica dove affermava : “Emiliano è stato politicamente il più intelligente di tutti ad aggregare e allargare la coalizione di centrosinistra per vincere le elezioni. Senza la forza di Emiliano e delle civiche, le politiche del 2023 difficilmente si vinceranno”. Ma evidentemente la possibilità di entrare in Parlamento deve avergli fatto cambiare idea. Ancora una volta.
E questa sarebbe la politica del cambiamento raccontata da Calenda ? Ci sembra di rivedere l’espansione al sud della Lega di Matteo Salvini al Sud dove ha raccolto gli scarti degli altri partiti, e personaggi al limite della legalità (vedi il sindaco di Foggia Landella, arrestato dopo aver aderito alla Lega, per “collusione mafiosa“) non riuscendo mai ad incidere sulla politica regionale e locale.
Chissà se Carlo Calenda è a conoscenza che l’ex sottosegretario e ed ex senatore Massimo Cassano, attuale direttore generale dell’Arpal, l’agenzia per il lavoro della Regione Puglia, ha ricevuto un avviso di conclusione delle indagini dalla Procura della Repubblica di Bari, unitamente ad altre quattro persone, nell’ambito di una inchiesta condotta dal pubblico ministero Giuseppe Dentamaro, per concorso nella presunta bancarotta fraudolenta di una società privata, la Work System, che gestiva un deposito franco doganale nel porto del capoluogo pugliese. Cassano è stato amministratore unico della Work System dal 2002 al 2008. L’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Bari è stata avviata ad aprile 2020. Per Cassano e per le altre quattro persone che nel corso degli anni si sono avvicendate come amministratori della società l’accusa è “di concorso in bancarotta fraudolenta”.