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5 Novembre 2024 03:22

Dal massacro del Circeo alle Br, da Dostoevskij a Baudelaire: la biblioteca del boss Matteo Messina Denaro

Nella casa di Campobello di Mazara di via CB 31, tra i poster del Padrino e quelli di Joker, sono stati trovati in bella mostra libri e dvd che probabilmente hanno aiutato il boss di Cosa nostra a passare il tempo durante la sua latitanza. I carabinieri del Ros hanno inventariato 212 film e 56 libri, che vanno da grandi classici a opere più moderne

Romanzi, gialli storici, raccolte di poesie e altri generi letterari, qualche testo di filosofia; insieme alle biografie, edizioni per lo più commerciali, di quelle che si trovano anche in edicola o sugli scaffali dei supermercati, ma sintomo di interessi particolari. C’è da chiedersi se Mattia Messina Denaro leggendo le gesta di personaggi storici,  abbia cercato o trovato qualche riferimento o ispirazione con le proprie attività di vita criminale e personali. Un boss che ha trascorso metà della propria vita da “rampollo” di una nota famiglia mafiosa, diviso tra affari, svaghi e omicidi, e l’altra metà da latitante, scalando la classifica dei ricercati fino a diventare il numero uno.

Dalle perquisizioni del ROS dei Carabinieri nei vari covi scoperti, si è scoperto un lato mentale del capomafia che si è rivelato essere un appassionato di biografie. Da Putin a Hitler, come abbiamo saputo subito dopo il suo arresto grazie ai poster e quadri appesi in casa, ma anche le biografie del tennista André Agassi, del re del narcotraffico mondiale Pablo Escobar, e perfino incredibilmente quella Fabrizio Corona, oltre a nomi più o meno famosi. I libri erano conservati ordinatamente riposti nella piccola biblioteca di Matteo Messina Denaro, nella casa di Campobello di Mazara, abitata fino al giorno della sua cattura, sulle due mensole dell’ingresso-soggiorno accanto alla maxi-tv, dove guardava i film d’azione e di guerra, ma anche qualche commedia, facenti parte di una cineteca composta da oltre 200 titoli. 

Catturato a un tiro di schioppo da casa Messina Denaro ora si trova ristretto al 41bis il cosiddetto “carcere duro” con una serie di ergastoli alle spalle ed un cancro che lo lacera mentalmente giorno dopo giorno, con il problema interiore di cosa raccontare ai magistrati a caccia dei segreti che ancora il boss custodisce. Nella biblioteca del boss compaiono diversi classici della letteratura mondiale, ottocentesca e contemporanea: da Dostoevskij (Le notti bianche ) a Baudelaire (I fiori del male e altre poesie ), a Céline (Viaggio al termine della notte); da Charles Bukowski (ben quattro titoli) a Mario Vargas Llosa (La zia Julia e lo scribacchino e La città e i cani ), fino a Haruki Murakami e Isabel Allende

Ma la vera passione di Messina Denaro sembrano i romanzi e thriller storici, apprezzati grazie ad autori di successo come Valerio Massimo Manfredi, Marcello Simoni, Danila Comastri Montanari e il tedesco Frank Schatzing, presente con tre volumi che sfociano nella fantascienza. Fra i libri ordinati sulle mensole — in tutto oltre cinquanta — c’erano pure “Se questo è un uomo” di Primo Levi, “Patria” del basco Fernando Aramburu e “Senza un soldo a Parigi e Londra” di George Orwell; titoli sul dramma dell’Olocausto, sul terrorismo indipendentista che dilania i rapporti familiari e sul disagio sociale di un secolo fa compulsati chissà quando e in quali occasioni dall’ex ricercato, che con le amiche e i conoscenti inconsapevoli della sua vera identità sfoggiava una certa cultura e sensibilità letteraria.

Una vita romanzesca, la sua, in parte ricostruita in qualche volume già in commercio, che però Matteo Messina Denaro non aveva. Sulla sua libreria personale era presente “Pablo Escobar. Il padrone del male” indicato sulla copertina come “la vera storia del più grande narcotrafficante del mondo raccontata da suo figlio“. Ma quella del “re colombiano della droga” non è l’unica biografia criminale ad aver appassionato il boss mafioso. Andando indietro nel tempo, compare il romanzo dello scrittore francese Olivier Guez, “La scomparsa di Josef Mengele” dove si descrive la fuga in Argentina e la vita nascosta del medico sfuggito alla cattura e ai processi ritenuto l’ingegnere della “selezione” nazista della razza, che usava i deportati nei campi di concentramento tedesco come cavie. Probabilmente qualcosa che Messina Denaro immaginava per sé. 

Sulla scrivania di Messina Denaro posizionata in camera da letto, i Carabinieri del Ros hanno trovato pure “I figli venuti male” la storia di Andrea Ghira , cresciuto nella Roma bene degli anni Settanta, diventato uno dei “massacratori del Circeo”, tra militanza neofascista e vizi borghesi, narrata nel libro scritto da suo fratello Filippo Ghira. Ma anche la storia della difficile strada del successo del tennista Andre Agassi raccontata in “Open”, ma anche le memorie travagliate di una persona senza scrupoli come Fabrizio Corona si è autodefinito in “Non mi avete fatto niente“. O “L’altra verità“,” diario della drammatica esperienza in manicomio vissuta dalla poetessa Alda Merini. Sul piano della cassettiera in camera da letto, quindi a portata di mano come fosse una lettura in corso, il mafioso teneva “La ragazza blu  pubblicato nel 2022 da Kim Michele Richardson, una scrittrice americana dall’infanzia difficile; storia di una ragazza e di una famiglia costretta a vivere appartata sui monti Appalachi, sulla costa orientale degli Stati Uniti. Fatte le dovute necessarie proporzioni, un po’ come la famiglia Messina Denaro nella profonda provincia trapanese, incalzata dalle sempre più asfissianti indagini per la cattura dell’ultimo latitante stragista, rifugiato a pochi chilometri di distanza nascosto grazie alla complicità di amici fidati ed i suoi libri che lo aiutavano a passare il tempo durante il quale si nascondeva.

Ugualmente interessante per l’ex “primula rossa” di Cosa Nostra, ma di tutt’altro genere letterario ,l’autobiografia di Ljuba Rizzoli, ex moglie di un petroliere e di un cineasta, frequentatrice di Onassis, Agnelli e tanti altri personaggi del jet set, con una vita vissuta fra “diamanti, amori, casinò e un dolore che non finisce mai”, cioè quello patito per la morte della figlia, come recita il sottotitolo del libro “Io brillo” posizionato sulla mensola sopra la tv, accanto al libro “La stanza numero 30″  in cui Ilda Boccassini racconta la propria esperienza di magistrata amica di Giovanni Falcone, che dopo la strage di Capaci volò in Sicilia per snidare i mafiosi che fecero scoppiare la bomba. Tra loro c’era anche Matteo Messina Denaro, secondo la sentenza di condanna in primo grado attualmente al vaglio dei giudici d’appello, di fronte ai quali il boss non è voluto comparire all’indomani del suo arresto. Propabilmente lo attirava la storia della magistrata nota come “Ilda la rossa”, che nelle sue indagini ha incontrato anche il capomafia di Castelvetrano. Appoggiato sulla scrivania accanto al libro su Ghira, la storia di Putin raccontata dallo scrittore di origini moldavo-siberiane Nicolai Lilin nel suo “L’ultimo zar” , autore di cui il capomafia aveva anche il romanzo, “Spy story love story” , che ha come protagonista un giovane killer su commissione al quale piace rifugiarsi nei romanzi.

Tra i film presenti nel covo c’è il capolavoro del 1979 di Francis Ford Coppola, “Apocalypse Now”. Liberamente ispirato al libro di Joseph Conrad “Cuore di tenebra”, è uno dei film di guerra più famosi di sempre grazie anche a personaggi memorabili come il tormentato capitano Benjamin Willard, interpretato da Martin Sheen, e il folle ma affascinante colonnello Kurtz impersonato da Marlon Brando.

Nella videoteca del boss c’era “Pulp fiction“, film del 1994 di Quentin Tarantino diventato ormai un classico del cinema mondiale. In foto i due protagonisti, John Travolta e Uma Thurman, nei panni di Vincent Vega e Mia Wallace. La pellicola vinse la Palma d’oro a Cannes nel suo anno di uscita

uno dei protagonisti della pellicola, Christoph Waltz, nei panni del colonnello Hans Landa

Pulp fiction non è l’unico film di Tarantino presente tra le mensole del boss di Cosa Nostra. C’era infatti anche “Bastardi senza gloria“, uscito nel 2009. Il titolo originale, “Inglourious Basterds“, è un omaggio al film del 1977 di Enzo G. Castellari “Quel maledetto treno blindato“, uscito negli Stati Uniti con il titolo “The Inglorious Bastards”. 

Probabilmente attratto dal titolo, Matteo Messina Denaro aveva nella sua collezione anche “Il potere dei soldi”, film del 2013 con Gary Oldman, Liam Hemsworth e Harrison Ford. La pellicola è un thriller tratto dal romanzo Paranoia scritto da Joseph Finder. Parla di un uomo che diventa una spia dopo essere stato sorpreso dalla società dove lavora a rubare dei fondi.

C’era anche Braveheart, pellicola che ha per protagonisti Mel Gibson, anche regista, Sophie Marceau e Brendan Gleeson. Il film racconta in forma di colossal la storia romanzata del patriota ed eroe nazionale scozzese William Wallace.

Dopo Il potere dei soldi, un altro film con protagonista Harrison Ford, ma molto più famoso. Si tratta di “Blade runner“, capolavoro diretto da Ridley Scott nel 1982. Nella foto sopra, l’attore, che interpreta il poliziotto ormai fuori servizio Rick Deckard, e Sean Young nei panni dell’androide Rachel

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