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5 Novembre 2024 15:22

De Vincenti: “Radicamento su Taranto, spalle finanziarie forti, rispetto delle determinazione del Governo”

CdG Arsenale TAIl Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri De Vincenti ha avuto ieri in Prefettura  una serie di incontri istituzionali al fine di definire le procedure per la spesa degli oltre 800 milioni di euro destinati alla ripresa della città di Taranto, spiegando quali sono le priorità di intervento individuate: “I nodi che dobbiamo sciogliere affinchè i finanziamenti possano arrivare a diventare fatti nella primavera prossima sono essenzialmente la piastra logistica del Porto di Taranto e le scuole. Abbiamo avuto – ha detto De Vincentiun incontro positivo  quello con Invitalia per la città vecchia, si intende proporre un confronto con i cittadini di Taranto, affinchè con il contributo ed il concorso di idee siano coinvolte le eccellenze professionali a livello locale e internazionale”

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“Altro obbiettivo  prioritario
 è l’Arsenale della Marina Militare –  ha ricordato Claudio De Vincenti – per sviluppare le sue capacità economiche e per poter diventare anch’esso un’ attrazione culturale e storica affiancandosi al Museo del MARTA . Quello che decideremo e che sarà fatto, sarà tutto visibile e trasparente online sul sito di Invitalia.  Il gruppo  tecnico per far partire i badi di gara, gli appalti per realizzare i lavori, sarà al lavoro a Roma sin dalla prossima settimana”. Il prossimo incontro per il CIS, il Contratto di sviluppo per Taranto, si svolgerà a Roma il 21 marzo ed in quell’occasione si farà un’ulteriore valutazione dello stato dei lavori.

CdG panoramica ILVAParlando, sulla cessione dell’ILVA, il sottosegretario De Vincenti, molto diplomaticamente ha detto che “L’obiettivo che noi vogliamo raggiungere è di avere un soggetto, una cordata, vedremo, che garantisca un piano industriale forte e nel pieno rispetto degli obiettivi ambientali, il radicamento in Italia e su Taranto dell’attività produttiva e le spalle finanziarie forti.  Queste sono le caratteristiche chiare che dovrà avere la cessione di ramo d’azienda Ilva che deve essere fatta entro il 30 giugno. La questione ILVA è molto importante per Taranto e, in generale, per il nostro Paese, per l’economia italiana. E’ prematuro in questo momento effettuare una valutazione dei soggetti che si sono presentati. Le manifestazioni di interesse sono al vaglio dei commissari, che riferiranno al governo“.

Alla nostra domanda sul conflitto d’interessi, a dir poco imbarazzante, di Paolo Scaroni vice presidente di Banca Rotschild (advisor) della cessione di ILVA, De Vincenti ha aggirato la nostra domanda dicendo “Paolo Scaroni è un ottimo manager di caratura internazionale. Ma è troppo presto per parlare di organigrammi” . Ma De Vincenti ha dimenticato qualcosa…Nel luglio del 1992 il “manager” Scaroni venne arrestato con l’accusa di aver pagato centinaia di milioni di lire  per ottenere appalti dall’Enel per la centrale elettrica di Brindisi, per conto della Techint della famiglia Rocca di cui era presidente e amministratore delegato. Una vicenda giudiziarie che si concluse  nel 1996, dopo una lunga confessione  con un patteggiamento ed una condanna definitiva ad un anno e quattro mesi.

Paolo Scaroni
nella foto, Paolo Scaroni

Nel 2006 Scaroni tornò di nuovo in Tribunale, questa volta ad Adria, dove viene processato come ex amministratore delegato dell’ Enel (nominato da Berlusconi) per l’inquinamento del Delta del Po con la centrale di Porto Tolle, e venne condannato in Cassazione a un mese di reclusione, per un reato che però si era ormai prescritto e già convertito in ammenda da 1.140 euro.  Nel 2013 Paolo Scaroni diventato amministratore delegato di Eni  è stato indagato percorruzione internazionale nell’ambito di un’inchiesta su un affare in Algeria che coinvolge Saipem e la stessa Eni,

I 197 milioni di euro di apparenti commissioni per contratti petroliferi in Algeria, pagati da Saipem nel 2007-2010 alla società di Hong Kong di un mediatore algerino con base a Dubai, “io son pure d’accordo che siano in qualche modo delle tangenti date alla politica algerina, non sappiamo bene a chi, ma a qualche algerino”. Chi ne è convinto? Uno dei pm che hanno concluso l’inchiesta sull’ex amministratore delegato Eni Paolo Scaroni per corruzione internazionale di ministri e burocrati algerini? In realtà, a sorpresa questa è la convinzione proprio di Scaroni espressa all’allora ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, in una telefonata intercettata sull’utenza di Scaroni il 31 gennaio 2013.

Se è questo il nuovo “supermanager” Scaroni per la cordata italiana per l’ ILVA, molto “cara” a Palazzo Chigi, allora gentilmente ridateci Enrico Bondi che almeno ci capisce qualcosa ed è a dir poco onesto!

 

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