Il prefetto di Bari, Francesco Russo, ha nominato la commissione di accesso prevista dalla legge per valutare la possibilità di proporre al ministero degli Interni lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Bari. Ne ha dato notizia con un post su Facebook il sindaco Antonio Decaro in cui annuncia un vero e proprio atto di guerra contro la città . “Se c’è anche un solo sospetto di infiltrazione della criminalità nel comune di Bari io rinuncio alla scorta. Sono sotto scorta da nove anni, torno a vivere. Non posso essere sindaco antimafia e avere la commissione di accesso in comune” ha detto questa mattina il sindaco Decaro, nella conferenza stampa convocata all’indomani delle notizie sulla procedura della Commissione d’accesso che dovrà verificare eventuali infiltrazioni della criminalità nell’amministrazione comunale e nelle aziende municipalizzate, nominata dopo il recente arresto di 130 persone in una inchiesta della Dda barese che ha svelato un presunto intreccio mafia-politica con scambio di voto alle Comunali del 2019. L’avvio del procedimento era stato sollecitato nelle scorse settimane al ministro da una delegazione di parlamentari del centrodestra.
La commissione interverrà dopo gli arresti di 130 persone nell’inchiesta che ha disvelato un presunto intreccio tra politica e mafia alle elezioni comunali del 2019. Tra gli arrestati per voto di scambio politico-mafioso anche l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri e sua moglie Carmen Lorusso, consigliera comunale ( di maggioranza) al Comune di Bari fino a pochi giorni dall’arresto. Lorusso era stata eletta con il centrodestra per poi successivamente passare nelle file della maggioranza di centrosinistra che sosteneva l’ Amministrazione Decaro..
Antonio Decaro si è presentato visibilmente commosso alla conferenza stampa con sottobraccio un faldone di documenti, dal quale si evince l’impegno della amministrazione comunale, venendo accolto da un lungo applauso dei presenti, tra i quali anche tanti normali sem cittadini. Decaro ha ricordato di avere “denunciato persone che votavano per liste legate a lui perché aveva saputo che qualcuno aveva offerto loro del denaro”. “Perché – ha aggiunto il sindaco di Bari – il voto non si compra. Qualcuno ha fatto denunce nel centro destra? No. Con me lo ha fatto il M5s con cui abbiamo anche fatto un corteo“.
“Daremo alla commissione d’accesso tutto il supporto che servirà perché Bari è soprattutto una città che resiste alla criminalità, che tiene la testa alta contro la criminalità, e in cui le persone per bene sono molte molte di più” ha detto il sindaco di Bari aggiungendo “Sono preoccupato per la mia città. Vedo dichiarazioni del centrodestra da giorni. Ogni giorno comunicati dei partiti regionali e nazionali. Non mi meraviglio più di niente. Anche il grande amico mio Gasparri. Come Savastano in Gomorra alcuni di loro hanno scritto andiamo a riprenderci la città. Ma la città è dei baresi, non è di nessuno, cosa volete riprendervi“.
“Sto ricevendo testimonianze di affetto da tante persone da tutta Italia. Oggi volevo stare da solo qui perché devo difendere la mia città ma anche me stesso davanti alla mia famiglia, alle mie figlie. In dieci anni non ho mai piegato la testa e sono sempre stato uno rispettoso delle istituzioni. Ho ascoltato sempre tutti, anche quelli che mi maltrattano sui social” ha aggiunto Antonio Decaro proseguendo “C’è gente che vuole affossare Bari perché è cresciuta, ci sono i turisti, sono aumentati i posti di lavoro. Gli dà fastidio perché ci siamo noi al potere. Che gliene frega ai parlamentari col loro stipendio se ci sono i disoccupati”.
“Hanno fatto male i conti, tutto quello che di male state facendo alla città vi si ritorcerà contro. Non ho avuto paura dei boss, non avrò paura di voi: di chi devo avere paura, di D’Attis? Del viceministro della Giustizia?” cioè Francesco Paolo Sisto ( n.d.r.). ha detto il sindaco di Bari a margine della conferenza stampa “Io vivo sotto scorta da nove anni perché mi sono messo contro la criminalità organizzata e vedere arrivare una commissione che deve fare una ispezione sull’antimafia nel mio Comune onestamente mi inquieta. Mi sento deluso da uomo dello Stato. Ho sempre rispettato le istituzioni, non ho mai utilizzato questioni di carattere giudiziario per attaccare la parte politica avversa”.
“Quello che posso dire è che c’è un problema di criminalità organizzata in questa città, che entra nei settori delle professioni, nei settori economici, che tenta di entrare che nella politica. – ha detto il sindaco Decaro – C’è un problema anche di trasformismo nella politica, perché queste persone che comprano i voti, a volte dalla mafia, a volte dai cittadini che hanno bisogno, poi cambiano schieramenti. Credo che nella prossima campagna elettorale bisognerà evitare i trasformismi, quelle persone che passano da una parte all’altra e vanno dove c’è chi vince le elezioni“.
“Olivieri l’ho cacciato io dalla Multiservizi quando sono diventato sindaco e abbiamo fatto 23, tra querele e denunce, tra quelle che ha fatto il consiglio di amministrazione e quelle che ha fatto il socio unico. Gli abbiamo chiesto la restituzione, che abbiamo ottenuto, di qualche milione di euro: 110mila euro sono stati già restituiti al Comune”. Lo ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante la conferenza stampa convocata all’indomani delle notizie giunte dal ministero dell’Interno sulla procedura della Commissione d’accesso che dovrà verificare eventuali infiltrazioni della criminalità nell’amministrazione comunale e nelle aziende municipalizzate.
Il sindaco di Bari Antonio Decaro ha ricordato alcune delle attività svolte nel contrasto alla criminalità organizzata: dala lotta contro le fornacelle abusive per la festa di San Nicola, alle denunce che hanno fatto arrestare esponenti dei clan, i concerti vietati al cantante neo melodico Tommy Parisi figlio di Savinuccio il “boss” di Japigia
“Il problema vero è il trasformismo, è quello che dobbiamo combattere. E ho colpa pure io perché quelle persone arrestate, gira e gira, me le sono ritrovate in maggioranza” ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro ripercorrendo i vari episodi, ricordando alcune battaglie per la legalità fatte a Bari e per le quali ha ricevuto minacce ed è finito sotto scorta la voce del sindaco è singhiozzante “Ho paura per me e per la mia famiglia ma sono sindaco e non mi giro dall’altra parte». Decaro ha evidenziato di aver “tolto il territorio alla criminalità”. ricordando che gli esponenti del clan Parisi, li ha incontrati soltanto nelle aule di giustizia quando si è costituito parte civile per il Comune di Bari nei procedimenti contro di loro: “A Bari la mafia esiste, ci sono 14 clan, ma li devi combattere e guardare in faccia”.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha commentato a margine dell’inaugurazione del salone dell’aerospazio a Grottaglie (Taranto) la nomina della commissione di accesso da parte del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al Comune di Bari per verificare l’ipotesi di scioglimento anticipato. “La procedura – ha detto Emiliano – passa dal Consiglio dei ministri e arriva al presidente della Repubblica. Insomma, non caricate a testa bassa su questa storia di Bari perchè, se utilizzate in modo strumentale le normative sullo scioglimento dei Comuni e sulle ispezioni, rischiate di confermare i sospetti di chi pensa che questo sia un Governo autoritario che non garantisce la Costituzione e la democrazia. E se qualcuno pensa di trovarci deboli rispetto a questa opzione, si è sbagliato”.
“Noi difenderemo quello che abbiamo fatto in questi anni, difenderemo il sindaco di Bari, difenderemo la città di Bari e la Puglia intera – ha continuato Emiliano -. È evidente che questa strumentalizzazione per noi era assolutamente evitabile con un pò di prudenza, soprattutto dato il momento elettorale”. ed ha ribadito: “Il sindaco Decaro è in pericolo perché sotto scorta. Se qualcuno gli da l’impressione che il ministro dell’Interno, anziché difenderlo per le attività antimafia, lo inquisisce perché teme che ci sia qualcosa che non va in quello che ha fatto, lo si indebolisce. I mafiosi sono rapidi nel capire le cose, sono un pò più lenti al ministero dell’Interno” ha concluso il presidente Emiliano.
Sull’invio da Roma della commissione di accesso agli atti del Comune di Bari in giornata è intervenuto anche lo stesso ministro Matteo Piantedosi, la cui decisione ieri era stata apertamente criticata da Decaro. “L’iniziativa si è resa necessaria – ha spiegato il ministro in un’intervista al Tg1 – a seguito di una indagine giudiziaria molto importante che ha portato a 130 arresti tra cui anche un consigliere comunale, ma soprattutto il commissariamento, ai sensi della normativa antimafia, di un’azienda municipalizzata totalmente controllata dal Comune di Bari. È un accesso ispettivo che consentirà la verifica dei fatti e sarà anche una opportunità per gli amministratori di contribuire a questa verifica” . Il ministro Piantedosi ha tenuto anche sottolineare che “questo accesso ispettivo non necessariamente è pregiudizialmente finalizzato a uno scioglimento però ci sono stati accessi ispettivi che hanno riguardato comuni come quello di Reggio Calabria, come quello di Roma, e da ultimo come quello di Foggia, quindi ha riguardato sicuramente anche comuni di grandi dimensioni”.
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