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24 Novembre 2024 14:12

Di Maio: “La cessione dell’Ilva un delitto perfetto del governo a guida PD”. Per Avvocatura dello Stato, Antitrust Europea, Anac e Ministero dell’Ambiente invece è tutto in regola

Il CORRIERE DEL GIORNO, che come ben noto ai nostri lettori, ha anticipato di 5 giorni il contenuto del parere dell' Avvocatura, che il ministro Di Maio ha promesso che renderà pubblica al termine del procedimento di verifica in autotutela, in grado avendo avuto accesso a quel parere anche in questo caso, e siamo in grado di confermare che quanto dichiarato da Di Maio è una sua interpretazione personale, che non collima con il contenuto del parere redatto in 35 pagine dell' Avvocatura Generale dello Stato.

ROMA – Questa mattina il Ministro dello Sviluppo Economico del Lavoro Luigi Di Maio ha tenuto una conferenza stampa per commentare il parere (il secondo !) dell’ Avvocatura Generale dello Stato sulla gara che ha assegnato il Gruppo ILVA alla cordata AmCo Invest Italy, guidata da Arcelor Mittal.Sulla gara per la cessione dell’ Ilva è stato commesso il delitto perfetto. La gara è illegittima, ma non si può annullare. Per questo è un delitto perfetto” precisando che “Mittal è sempre stata in buona fede. Il delitto perfetto lo ha fatto lo Stato creando una procedura piena di vizi e illegittimità”.

 

“Secondo noi c’è stato eccesso di potere e l’atto è illegittimo”, ha sostenuto il ministro  precisando però che “per l’annullamento occororono due presupposti : innanzitutto deve esserci illegittimità dell’atto, ed un altro punto è quello della tutela dell’interesse pubblico” dimenticandosi che il Gruppo ILVA è una società privata e non una proprietà dello Stato e quindi dei contribuenti. Di Maio su questo punto  non ha fatto alcuna chiarezza su un punto fondamentale, e cioè  se fosse stata la stessa la stessa avvocatura ad esprimersi in questi termini. “Se dopo due anni e otto mesi esistessero delle aziende che volessero partecipare alla gara – ha continuato Di Maio –  noi potremmo revocare questa procedura per motivi di opportunità. Non abbiamo ad oggi delle aziende che vogliono partecipare, ma se ne esistesse anche solo una ci sarebbe motivo per revocare la gara” e concluso “se annullasimo la gara a cui ha fatto seguito un contratto regolarmente   firmato , Arcelor Mittal con un ricorso al TAR vincerebbero senza alcun problema!”

Avvocatura Generale dello Stato

Il CORRIERE DEL GIORNO, che come ben noto ai nostri lettori, ha anticipato di 5 giorni il contenuto del parere dell’ Avvocatura, che il ministro Di Maio ha promesso che renderà pubblica al termine del procedimento di verifica in autotutela,  in grado avendo avuto accesso a quel parere anche in questo caso, e  siamo in grado di confermare che quanto dichiarato da Di Maio è una sua interpretazione personale, che non collima con il contenuto del parere redatto in 35 pagine dell’ Avvocatura Generale dello Stato.

In realtà nei pareri dell’ Avvocatura e dell’ ANAC si è parlato solo di “criticità, infatti in nessun passaggio si è parlato di illegittimità altrimenti come è stato ricordato al ministro Di Maio dal nostro Direttore in conferenza stampa, i pareri dell’ ANAC e dell’ Avvocatura Generale dello Stato  sarebbero finiti a piazzale Clodio sul tavolo del procuratore capo di Roma Pignatone, e non sulla sua scrivania ministeriale in via Veneto . Infatti non vi è alcuna traccia di alcuna illegalità penalmente rilevante e perseguibile.

“Abbiamo chiesto se è stato giusto non concedere i rilanci – ha detto Di Maio –  La gara si poteva fare in due round, ci poteva essere la possibilità di rilanciare. Questo non è stato concesso, nonostante il concorrente lo avesse chiesto“, ha detto il ministro che ha aggiunto “Secondo noi c’è stato un eccesso di potere. I rilanci non sono solo una cosa tecnica, significa avere una migliore offerta, non si è fatto l’interesse dello stato e dei cittadini. I cittadini sono stati penalizzati da un eccesso di potere“.

Immediata è arrivata  la replica dell’ex ministro Carlo Calenda: “Caro Luigi Di Maio il delitto (im)perfetto è il tuo verso la nostra intelligenza. Se la gara è viziata, annullala. “Potremmo se ci fosse qualcuno interessato” e le altre fesserie del genere che ci stai propinando da mesi, dimostrano solo confusione e dilettantismo“.

Questo, il commentodi Teresa Bellanova (Pd) su Twitter: “#Ilva una conferenza stampa tutta basata sui secondo lui. Non abbiamo necessitá di interpretazioni, Ministro, occorre trasparenza. La ricorda quella che sbandieravate ad ogni respiro? Negli atti di governo non ci sono cose private. Renda subito pubblico il parere dell’Avvocatura” , aggiungendo “Allucinante. Ci aspettavamo di conoscere finalmente il parere dell’Avvocatura dello Stato rimasto, a detta della stampa, diversi giorni nel cassetto del ministro. Ci siamo sorbiti invece il commento, confuso e sibillino oltre che concettualmente e politicamente pericoloso, di un incompetente ministro ad un parere che sarebbe stato secretato, cosa mai accaduta in passato e inconcepibile per un atto dell’Amministrazione pubblica“.

Teresa Bellanova

La senatrice Teresa Bellanova (Pd)  annuncia di voler chiedere “l’audizione urgente del ministro perché riferisca in Parlamento”. “Delle due l’una: o quella gara può essere annullata, alla luce del parere, o quella gara non va annullato. L’eccesso di potere che ravvisa il ministro è soltanto nella sua testa. E il delitto perfetto lo ha compiuto lui oggi: a danno della logica e della cosa pubblica. Un cialtrone che infanga in modo vergognoso chi lo ha preceduto e infanga la mia personale onorabilità.”

“Sono stata seduta al tavolo di trattativa ore e ore – aggiunge ancora la Bellanova –  senza deflettere un momento da ruolo e responsabilità confortata proprio da un parere dell’Avvocatura dello Stato oltre che da norme approvate dal Parlamento. E oggi ci si dice che, sia pure illegittima, non è possibile annullare la gara? Ma che non si dicano fandonie. La verità è semplicemente il bisogno disperante, qui come altrove, di alibi. In questo modo si potranno anche vincere le elezioni ma non si governa un Paese. Richiederò  se l’Avvocatura ha chiesto la secretazione del parere per ragioni inerenti possibili, futuri contenziosi, è di tutta evidenza che il segreto è già stato violato dal Ministro, che il contenuto di quel parere ha ampiamente divulgato. Ora prevale l’interesse del Parlamento e di tutti i cittadini, di conoscere l’originale: per capire e per giudicare.

Distanti dalle posizioni espresse dal ministro Di Maio anche i  sindacati. Pochi minuti prima della conferenza stampa di Di Maio, era stata diffusa alla stampa una dure presadi posizione del segretario della Fim Cisl Marco Bentivogli.  “Siamo a due settimane dalla scadenza della proroga dei commissari data dal ministro Di Maio. Fino ad ora è stata fatta solo confusione. Il ministro ha dato contemporaneamente ragione a chi vuole chiudere l’Ilva e a chi la vuole rilanciare ambientalizzata. Non abbiamo nessun pregiudizio sull’operato del ministro e del suo dicastero, chiediamo solo di decidere perché è da maggio che la trattativa si è interrotta. Abbiamo atteso troppi mesi di scaricabarile, i lavoratori non attenderanno ancora per molto tempo. Basta campagna elettorale. Se ci sono criticità gravi – ha spiegato – , annulli la gara altrimenti è fumo e confusione utile solo alle prossime elezioni. La fabbrica è senza manutenzione e pericolosissima“. Bentivogli ha assunto una posizione molto dura ni confronti di Di Maio : “Non ci costringa a chiedere alla Magistratura la pubblicazione di ciò che le ha inviato l’Avvocatura, e non a fine procedura ma immediatamente. Lei dice che state aprendo migliaia di cassetti, ma come le ha detto qualche giornalista (il riferimento è al nostro direttore de Gennaro n.d.r.in conferenza stampa, ne state chiudendo molti altri”.

In linea con Bentivogli anche  il giudizio di Rocco Palombella, della Uilm: ” “Siamo di fronte a una grave irresponsabilità delle istituzioni, sia quelle che ieri ci hanno tenuti fuori dall’accordo con Arcelor Mittal che quelle che oggi parlano a mezzo conferenze stampa senza indicarci una strada concreta da percorrere”, sono le parole del Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. “Siamo stanchi di assistere da oltre sei anni a questo scaricabarile sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini – aggiunge – Inoltre scaricare la responsabilità sull’accordo sindacale in questo clima di incertezze ci sembra un atto illegittimo”. In questa situazione dice Palombellaè ormai chiara l’impossibilità della ripresa del confronto con Arcelor Mittal e il raggiungimento di un accordo, data l’assenza di una regia del Governo e del dicastero guidato da Di Maio”. Ed insiste: “Il ministro ci dica a questo punto senza mezzi termini come intende gestire l’esaurirsi delle risorse economiche e la chiusura dell’Ilva. È il momento che ciascuno si assuma le proprie responsabilità”.

Anche Francesca Re David  segretaria generale della Fiom-CGIL è di parere avverso: . “Noi Fiom , e con noi soprattutto i lavoratori dell’Ilva,  non intendiamo essere parte o vittime di quello che il ministro ha definito “un delitto perfetto”. Proprio per questo non parteciperemo ad alcuna trattativa parallela con Mittal mentre in altra sede si decidono i destini dell’Ilva”.

Di Maio ha dichiarato esplicitamente che l’unico interlocutore del Governo in questo momento è Mittal e che la cessione verrà conclusa, migliorando però le condizioni a suo dire “penalizzanti” presenti nell’aggiudicazione di un anno fa. Quindi  non esiste nulla dello sbandierato e millantatato “piano B”,  ma si va avanti con la trattativa con ArcelorMittal, che   qualche settimana fa ha presentato un’ offerta integrativa al contratto. Di Maio ha coinvolto il Ministero dell’Ambiente richiedendo un parere (il secondo essendosi già espressi durante la gara) che dovrebbe richiedere al massimo 15 giorni.

Il Gruppo Arcelor Mittal, attraverso il proprio portavoce italiano, ha detto: “Speriamo di ricevere il supporto del Governo per raggiungere una conclusione positiva nella negoziazione con le unioni sindacali il più presto possibile”. “ArcelorMittal – ha aggiunto – rimane interessata all’acquisizione di Ilva e al fatto di poter diventare un proprietario e un imprenditore responsabile del gruppo siderurgico italiano”.

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