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21 Novembre 2024 22:59

Di Maio lascia i 5Stelle: nasce il gruppo “Insieme per il futuro”

Di Maio poco prima delle 20 era salito al Quirinale per informare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’imminente addio al M5S. "Dovevamo necessariamente scegliere da che parte stare della storia, con l’Ucraina aggredita o la Russia aggressore. Le posizioni di alcuni dirigenti del M5s hanno rischiato di indebolire il nostro Paese"

“Quella di oggi è stata una giornata molto importante, al Senato è stata votata la risoluzione che rafforza il governo e il presidente Draghi che andrà al prossimo consiglio europeo con il forte sostegno delle forze politiche che sostengono l’Esecutivo. Dopo settimane di ambiguità, turbolenze e attacchi oggi siamo arrivati a un voto netto”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, incontrando la stampa all’Hotel Bernini di Roma , al termine della giornata in cui la spaccatura del Movimento si è materializzata con la raccolta di firme per creare un nuovo gruppo alla Camera e una componente del Misto al Senato. “Dovevamo necessariamente scegliere da che parte stare della storia, con l’Ucraina aggredita o la Russia aggressore. Le posizioni di alcuni dirigenti del M5s hanno rischiato di indebolire il nostro Paese” ha continuato Di Maio.

Di Maio poco prima delle 20 era salito al Quirinale per informare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’imminente addio al M5S. “Dovevamo necessariamente scegliere da che parte stare della storia, con l’Ucraina aggredita o la Russia aggressore. Le posizioni di alcuni dirigenti del M5s hanno rischiato di indebolire il nostro Paese”, ha aggiunto, ricordando come “l’indicazione di voto è stata netta dopo settimane di ambiguità, tensioni, turbolenze e attacchi, oggi siamo arrivati a un voto chiaro e netto, dispiace che sia stato alimentato un lungo e logorante scontro per fini mediatici“. “Nessuno ha intenzione di creare una forza politica personale, ci mettiamo in cammino” ha continuato Di Maio Partendo dagli amministratori locali. Dovrà essere un’onda con al centro le esigenze territoriali. Non ci sarà spazio per l’odio, populismo, sovrani ed estremismi“.

Luigi Di Maio ha quindi voluto ringraziare il M5Sper quello che mi ha dato, ma credo anche di avere ricambiato”, chiarendo come “il Movimento da domani non sarà più la prima forza del Parlamento“. Si capisce facilmente che Di Maio, e con lui i senatori e deputati che hanno scelto di seguirlo, erano sottoposti da parte di Giuseppe Conte al ricatto della ricandidatura. Nel mondo del M5S senza regole , movimento nato rivendicando un non-Statuto, dove si poteva essere espulsi persino via mail da un fantomatico  “staff”, senza sapere nemmeno a chi appellarsi, tutte le norme sono state piegate nel tempo alla convenienza del momento.

Al momento sono 60 i parlamentari tra Camera e Senato che sono usciti dal Movimento 5Stelle, che formeranno due gruppi che saranno guidati di questo nuovo movimento guidato da Luigi Di Maio . Per quanto riguarda il governo a dire addio al Movimento, ci sono Laura Castelli (viceministro MEF), Anna Macina (sottosegretario Giustizia) e Dalila Nesci (sottosegretario Sud). Tra i deputati, sono usciti i nomi di Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Andrea Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana, Filippo Gallinella, Francesco D’Uva, Vincenzo Spadafora, Iolanda Di Stasio, Cosimo Adelizzi, Carla Ruocco, Marialuisa Faro, Vittoria Casa, Gianluca Rizzo, Mattia Fantinati, Generoso Maraia, Patrizia Terzoni, Pasquale Maione, Giovanni Luca Aresta, Maria Pallini, Andrea Giarrizzo, Chiara Gagnarli, Nicola Grimaldi, Luciano Cillis, Elisabetta Barbuto, Anna Macina, Marianna Iorio, Luca Frusone, Giuseppe D’Ippolito, Silvana Nappi ed Emanuele Scagliusi.

Tra i senatori invece ci sarebbero i nomi di Emiliano Fenu, Fabrizio Trentacoste, Daniela Donno e Antonella Campagna, oltre a quelli di Vincenzo Presutto, Primo Di Nicola, Sergio Vaccaro e Simona Nocerino.

Il fatto che Di Maio e Conte non si sopportassero più era ben noto da tempo. Situazioni che come sempre, hanno radici nutrite di risentimenti personali, dissensi politici, ambizioni frustrate, traiettorie non conformi. Il comportamento arrogante di Conte da “padrone” del Movimento 5 Stelle ha agevolato questa scissione guidata dal ministro degli Esteri. E forse se Conte e Grillo avessero usato il cervello e la ragione non si sarebbe arrivati a questa pesante spaccatura.

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