di Insider
Prima e storica udienza di Confindustria in Vaticano. Il Papa ha rivolto un accorato richiamo agli imprenditori italiani per mettere al centro dell’impresa l’Uomo con i suoi sogni, rifiutando i favoritismi e la corruzione. Nell’occasione, raccontano che che il Presidente di Confindustria Taranto, Cesareo Vincenzo, facendosi largo a gomitate tra i colleghi, abbia guadagnato la prima fila al cospetto del Papa chiedendogli se fosse possibile intercedere con qualcuno in “Alto” per avere qualche appalto in zona Taranto e magari pure il pagamento delle fatture Ilva, anche solo quelle proprie. Ad un cenno di Sua Santità, due guardie svizzere hanno accompagnato il questuante sul sagrato di Piazza San Pietro, sollevandolo per le braccia e accompagnati da una standing ovation degli imprenditori “veri”. Intanto in Via Dario Lupo crescono i mugugni.
Sempre a Roma stiamo ma cambiamo piazza, da Piazza San Pietro ci spostiamo a Piazza Madama, sede del Senato della Repubblica Italiana. Incontro fortuito tra una delegazione di Giovani Imprenditori di Confindustria Taranto capeggiati dal loro Presidente, De Francesco Luigi, detto Gigino o’mutandaro per la sua attività commerciale di abbigliamento intimo in franchising, e il Senatore a vita già Presidente della Repubblica, Napolitano Antonio. Alla inopportuna domanda del curioso Napolitano circa le attività imprenditoriali svolte dalle giovani leve della futura classe dirigente della nostra Città, i componenti della delegazione si sono scambiati sguardi di panico e con un filo di voce hanno risposto in coro : “Presidè, noi non facciamo niente, non abbiamo mai lavorato né pensiamo di farlo mai, ci facciamo solo i selfie per facebook e instagram e papà, che ha gli operai in cassa integrazione, ci passa la paghetta ogni sabato!”. Anche loro sono stati accompagnati all’uscita da nerboruti commessi di Palazzo Madama.
Prete Sergio, anni 50, Presidente dell’Autorità Portuale di Taranto è recentemente stato prorogato nella sua carica per ulteriori sei mesi dal Ministero delle Infrastrutture. Durante il suo mandato, il Porto di Taranto ha perso il 96% dei suoi traffici; si, avete capito bene, il novantaseipercento delle movimentazioni. La crisi Ilva, la crisi TCT e compagnia cantante le cause, mentre l’unico rimedio partorito è il bando di gara appena pubblicato per chiedere che qualcuno si faccia avanti. Probabilmente il Ministro Delrio ha concesso la proroga del mandato per questioni misericordiose: un Prete per il momento della estrema unzione al povero Porto, può tornate utile averlo sul posto.
Incessante la querelle a Taranto tra la Confcommercio e la Camera di Commercio. I rapporti non sono mai stati buoni, pochi scambi verbali e tonnellate di carte giudiziali. Giangrande Leonardo, anni 54, nei suoi sei anni alla guida del sindacato dei commercianti non ha mai avuto in simpatia il Presidente della Camera di Commercio e non perde occasione per ricordarlo a tutti. Ultimo avvenimento, il ricorso contro la nomina del nuovo consiglio camerale. Saranno altri quintali di carte legali da scrivere e altri soldi da destinare agli Avvocati. Dopo sei anni di lotte legali e perdita di credibilità di un’associazione sempre più isolata e autoreferenziale, arriverà il momento in cui ci si chiederà se tutto questo ha o ha avuto un senso o un risultato? Ce lo possiamo solo augurare vista la desertificazione commerciale in atto nella nostra Città che invece imporrebbe unità e condivisione di politiche omogenee.
Ultima conferenza stampa di Assennato Giorgio, anni 68, da dieci Direttore Generale di Arpa Puglia. Ultima perché finalmente lascia il suo lungo e camaleontico mandato. Dal “non c’è nessun problema” al “qui è tutto inquinato”, nel suo mandato si è visto e sentito di tutto e di più. Decide quindi di lasciarci in bellezza e, sulla questione dei picchi di diossina vecchi di due anni, dice: “se Ilva mi avesse fornito prima i dati, io avrei potuto indagare”. Ma “Giorgetto”, scusa, è come pretendere che un ladro debba avvisare il poliziotto prima della furto che andrà a compiere o, eventualmente, subito dopo. Ciao Giorgio, cià.