di Francesca Conte*
Mentre in treno mi dirigo a Firenze per l’ultimo giorno di questa #leopolda5, dal finestrino noto la bellezza del paesaggio Toscano, una delle tante perle del nostro Paese, che in ogni suo angolo sperduto è rivestito di un fascino e di uno splendore unico. Penso alla voglia che ho sempre avuto di partire, di andare, viaggiare, vivere altri posti, essere una nomade, d’altronde la cultura, la conoscenza, l’apertura a ciò che è diverso non si imparano solo sui libri, ma toccando con mano il mondo reale. Quel mondo che ci circonda e che a noi, generazione digitale, a volte sfugge un pò di mano.
Ho sempre immaginato la mia vita, il mio futuro, lontano dall’Italia, il paese che è diventato il simbolo del fallimento di una generazione, quella dello spreco, della corruzione, del complotto, dell’egoismo verso il proprio interesse a scapito di tutto e tutti.Poi due anni fa, alle primarie del 2012, ho sentito un politico: si chiamava Matteo Renzi (oggi presidente del consiglio dei Ministri e segretario del mio partito) e qualcosa è iniziato a muoversi nella mia mente. Ho iniziato a riflettere sul futuro, sul fatto che non puoi lasciare per sempre il tuo Paese solo perché una classe politica ti ha spezzato le ali prima ancora di spiccare il volo. “Le cose cambiano cambiandole” dicevano. Ed è così! Se la mia generazione emigra tutta all’estero, perché in Italia non c’è futuro, chi cambia le cose qui? Quando capiremo che mettersi in gioco e sporcarsi le mani è fondamentale, sarà tardi. Dal 2012, con le primarie del PD, mi interesso di politica,e da circa un anno sono iscritta in un circolo qui a Siena, dove vivo.
Don Milani diceva: “A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?“. Quanta verità c’è in questa frase? Per quanto tempo continueremo a puntare il dito? Per quanto tempo ancora prevarrà la logica del “laisse-faire”? Per quanto continueremo a essere egoisti e a criticare senza prima aver cercato di cambiare? Sono contro la logica del parlo-critico se non mi sono messo in gioco, se non ho fatto il mio dovere, se non ho esercitato i miei diritti.
Ecco allora la Leopolda, l’officina che in questi giorni ha visto confrontarsi migliaia di persone con il mondo politico, imprenditoriale, economico, giovanile che credono ancora che questo Paese ce la può fare. E dunque Leopolda è credere che si possa cambiare, è credere che rimboccarsi le maniche oggi e mettersi in gioco è una sfida, si, con un rischio alto, ma che se vinciamo gioverà noi e alle generazioni future. Se è così allora, come diceva qualcuno, mi gioco fino all’ultimo frammento di cuore. Si, di cuore, quello che è mancato alla classe politica e dirigente degli ultimi vent’anni (se anche di anni prima non posso dirlo, non ero nata!), assieme alla mancanza di passione e di una logica egoistica! Chiedo a tutti, ai miei coetanei in primis, di agire con buon senso, in ogni cosa che si fa, di combattere soprattutto la corruzione, l’evasione fiscale. Lo capiamo o no che se tutti paghiamo, tutti pagano meno?
Matteo Renzi oggi ha detto che “la salita è ripida” e io aggiungo che criticare e piangersi addosso non serve, serve piuttosto alzarsi la mattina e iniziare la giornata con la consapevolezza che le cose devono cambiare! Come? Partendo dalle più semplici, dal fatto che un comune più pulito non lo fa solo il sindaco…e dunque se vedi gettare qualcosa per terra educhi l’altro a non farlo; che se un commerciante non ti rilascia lo scontrino, tu vai e glielo richiedi, per te, per TUTTI! E allora iniziamo da noi, iniziamo a scavare dentro noi stessi, proviamo a capire cosa non va prima di puntare il dito.
Ognuno di noi può fare tanto per questo Paese, basta volerlo, l’Italia ha bisogno di ciascuno per diventare più bella di quello che è! Occorre però crederci fino in fondo, fidarsi l’uno dell’altro. “Occorre credere che qualcosa di straordinario sia possibile“. Occorre essere certi di voler lasciare ai nostri figli il mondo, l’Europa, l’Italia, la nostra regione, la nostra città, migliori di come li abbiamo trovati. Questo è amore per il futuro. Respiriamo quest’aria nuova a pieni polmoni. Lasciamo da parte gli orgogli e ripartiamo da qui, da questa stazione consapevoli che “Il futuro è solo l’inizio “.