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22 Luglio 2024 14:01
22 Luglio 2024 14:01

Dieci assoluzioni per l’ operaio Ilva morto di tumore a Taranto

Otto ex direttori dello stabilimento siderurgico tarantino e due medici assolti dall’accusa di omicidio colposo per la morte dell'operaio Nicola Bozza

CdG ilva_stabilimento tarantoIl gup  dr. Pompeo Carriere del Tribunale di Taranto  ha assolto otto ex direttori dello stabilimento siderurgico di Taranto dell’ ILVA (e dell’ ex ITALSIDER statale) e due medici dall’accusa di omicidio colposo in relazione alla morte di Nicola Bozza, operaio alle dipendenze dello stabilimenti siderurgico dall’ottobre 1969 al gennaio 2004, che  fu stroncato da un carcinoma gastrico con metastasi polmonari, epatiche e linfonodali. Il lavoratore, operava all’interno del reparto Mof (Movimento ferroviario) prima come manovratore ferroviario poi come locomotorista ferroviario,

I dirigenti Gian Battista Spallanzani, Sergio Noce, Attilio Angelini, Girolamo Morsillo, Francesco Chindemi, Nicola Muni, Ettore Mario Salvatore e Luigi Capogrosso sono stati assolti ai sensi dell’ art. 530 comma 1 del Codice Penale in quanto  “il fatto non sussiste“, mentre i medici in servizio presso lo stabilimento Giancarlo NegriLuciano Greco sono andati assolti ai sensi dell’ art. 530 comma 2 “per non aver commesso il fatto”.

argentino
nella foto il pm Pietro Argentino

Il pm inquirente Pietro Argentino che ha visto disintegrato il suo castello accusatorio, addebitando agli ex direttori dello stabilimento siderurugico il reato presunta di aver omesso di informare e istruire il lavoratore sul rischio dell’amianto presente negli ambienti di lavoro. Inoltre accusava gli imputati di non aver informato l’operaio mortolo scorso 19 novembre del 2007., sulla necessità dell’uso dei dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie, nonchè di non avergli fornito i dispositivi adeguati. Quanto alla posizione processuale dei medici, il sostituto procuratore Argentino sosteneva che avrebbero omesso di pretendere l’osservanza degli obblighi previsti dalla normativa.

Ma ancora una volta il Tribunale di Taranto ha ribaltato il castello accusatorio della Procura della repubblica di Taranto che spesso e volentieri, più della verità cerca protagonismo mediatico. Resta da chiedersi a questo punto, con tutto il rispetto alla memoria del poero operaio deceduto per una grave malattia, chi risarcirà i dirigenti incriminati  dalla Procura e costretti ad un lungo processo ? Come non dare ragione a chi ha voluto una legge sulla responsabilità dei giudici ?

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