Nomi che salgono ed altri che scompaiono. Nomi che si fanno ricorrenti per tutto il pomeriggio, ma che tramontano con l’arrivo della sera. Gli incontri, i confronti, le trattative per “confezionare” la squadra dei ministri del nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni da portare sul Colle per il rituale giuramento si sono protratte ieri per tutta la giornata e nella notte appena trascorsa per trovare finalmente un equilibrio nella maggioranza parlamentare , soddisfare ambizioni personali, ma oggi pomeriggio terminate le ultime consultazioni, il nuovo presidente del consiglio si recherà al Quirinale con i tasca la lista dei ministri del suo governo .
Prima della “sfilata” dei gruppi di maggioranza, è entrato nella stanza di Gentiloni l’attuale capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda. Ed è stato l’incontro più importante della giornata. Zanda infatti non sotanto è amico “personale” di Gentiloni. Ma è fondamentale la sua posizione che di fatto è il baricentro della maggioranza al Senato, che doveva essere abolito domenica scorsa ma poi è andata diversamente dove i numeri sono sempre in discussione e quindi i “desideri” ministeriali possono causare effetti con avvertimenti e minacce sulla fiducia al Governo., mentre alla Camera non ci sono problemi. Al Senato l’ ultima fiducia al Governo Renzi ha raggiunto quota 173 senatori. Senza il gruppo Ala di Denis Verdini, l’esecutivo rischia seriamente di andare sotto.
La prima “casella” da riempire è chiaramente quella degli Esteri alla Farnesina, precedentemente occupata dallo stesso Gentiloni. Dove viene data in corsa la candidatura “tecnica” dell’ambasciatrice Elisabetta Belloni, segretario generale del ministero molto stimata dal nuovo premier, anche se il “borsino” dava in crescita le possibilità di Carlo Calenda, già rappresentante del Governo italiano a Bruxelles per un breve periodo, il quale viene tenuto in grande considerazione da Renzi, che ha avuto un incontro con Gentiloni . Altra ipotesi che girava il trasloco dal Ministero degli Interni di Angelino Alfano operazione che gli consentirebbe di poter prendere le distanze dal problema spinoso della crisi migratoria, che da anni lo espone a forti critiche ed infatti non pochi “centristi” lo stanno spingendo a spostarsi alla Farnesina. Operazione questa che avrebbe anche un altro risvolto, rivelata ieri dall’Huffington Post: trasferire al ministero dell’Interno il sottosegretario Marco Minniti, che a sua volta lascerebbe le deleghe di cui si è occupato a lungo, dei servizi segreti, al braccio destro di Renzi, Luca Lotti, che ha una vera e propria passione per questi temi.
Lotti ritenuta la persona in assoluto più di fiducia di Renzi, infatti resterà “intoccabile” al suo posto a Palazzo Chigi anche con Gentiloni presidente del Consiglio, cosè come anche Maria Elena Boschi altra “fedelissima” del “cerchio magico” toscano-renziano , è quasi sicuramente in squadra, ma non pià alle riforme, dicastero probabilmente destinato a sparire. Luca Lotti, quindi, , garante della continuità del potere renziano resterà come sottosegretario alla presidenza, in modo da poter gestire la partita delle nomine di primavera, Lotti non solo non lascia, ma raddoppia con le probabili deleghe ai servizi segreti,un suo vecchio pallino sin dalla formazione del governo Renzi, che sono attualmente assegnate a Marco Minniti, .
Probabilmente ai Rapporti col Parlamento, delega che già ricopriva , o in un incarico completamente nuovo. In alternativa potrebbe scambiarsi di posto col “franceschiniano” Ettore Rosato uscendo dal governo per ricoprire il delicato ma importante incarico di capogruppo alla Camera dei Deputati. In ogni caso l’ultima parola dicono i “fedelissimi” renziani, sarà la sua. Circola anche un’ipotesi al posto di Rosato che vedrebbe la senatrice Anna Finocchiaro attuale presidente della commissione Affari costituzionali ruolo, arrivare al Ministero per i Rapporti col Parlamento, da cui potrebbe seguire con la sua nota discrezione, i lavori parlamentari sulla nuova legge elettorale.
Renzi avrebbe desiderato che cambiassero pochissime poltrone in questo nuovo governo, per evitare che il Governo Gentiloni venga interpretato nell’opinione pubblica come un nuovo corso, un ciclo destinato a durare a lungo. Ed infatti non sono mai stati in discussione i ministri con deleghe di peso come Pier Carlo Padoan all’Economia, Roberta Pinotti alla Difesa, Andrea Orlando alla Giustizia, Dario Franceschini alla Cultura, Graziano Delrio alle Infrastrutture. Risalgono anche le quotazioni del “casiniano” Gianluca Galletti al ministro dell’Ambiente, che sembrerebbe saldo al suo posto in quanto sarebbe definitivamente tramontata l’ipotesi di incarico per Ermete Realacci, vecchio amico di Gentiloni, ed ex presidente di Legambiente . Del giro dei “rutelliani”, uno che sicuramente gli resterà accanto è Filippo Sensi, già portavoce di Rutelli e successivamente di Renzi che dovrebbe rimanere a Palazzo Chigi .
Maurizio Martina resterà all’Agricoltura se non dovesse andare in porto l’operazione desiderata da Renzi di portarlo con se per farlo diventare vicesegretario unico del Pd, mentre in uscita e caduta libera è la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini al cui posto il premier Gentiloni avrebbe voluto mettere in un primo momento Gianni Cuperlo, l’unico dei leader della minoranza del Pd che si è schierato per il Sì al referendum, a fronte dell’impegno della maggioranza renziana a cambiare la legge elettorale. Cuperlo ha però respinto gentilmente l’offerta, in quanto vuole evitare che un incarico ministeriale potesse sembrare una ricompensa per la sua posizione referendaria, e sopratutto vuole avere le mani libere per l’imminente congresso del Partito Democratico.
Altro ministro che dovrebbe lasciare la compagine di Governo è Giuliano Poletti ministro del Lavoro uscente che vedrebbe in pole position per sostituirlo, l’attuale viceministra allo Sviluppo Teresa Bellanova . Se Calenda dovesse trasferirsi agli Esteri, al posto suo a capo del ministero allo Sviluppo ci sarebbe pronto il sottosegretario alla presidenza Claudio De Vincenti che in quel dicastero è stato peraltro viceministro del Governo Letta .De Vincenti in lizza anche per il Ministero dell’Interno potrebbe essere sostituito a Palazzo Chigi dall’attuale vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini toscano e “renziano” di ferro. Altro poltrona traballante è anche quella della ministra Marianna Madia con la possibilità di nomina alla Pubblica amministrazione per l’ex sindaco di Torino Piero Fassino.
Un vero e proprio “puzzle” di incastri ed equilibri per il quale si è lavorato per tutta la notte. Per poter arrivare a degli equilibri parlamentari che garantiscano la governabilità, e sopratutto alla stesura lista definitiva da portare oggi pomeriggio al Quirinale.