Le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’ Ordine degli Avvocati di Taranto stanno facendo emergere non pochi veleni interni all’ avvocatura jonica. Una delle liste di candidati più agguerrite a colpi di ricorsi, esposti e minacce di denunce, ha un nome che sulla carta sarebbe da apprezzare, e cioè “Il rinnovamento continua-coerenza e trasparenza” guidata dall’ avv. Mirella Casiello, che si candida ancora una volta.
Il nostro giornale chiaramente non fa il tifo per nessuna lista, ma alla luce di segnalazioni pervenuteci anche da altri ordini territoriali, e dato il nome della lista, ritiene opportuno porre 10 domande pubbliche all’ Avv. Mirella Casiello, che abbiamo contattato stamattina via Whatsapp, la quale però strategicamente evita di risponderci, rimandando il tutto al termine delle elezioni. Ma una lista come la sua che vuole incidere sulla “trasparenza” dovrebbe dare il buon esempio e non rinviare i dovuti chiarimenti al dopo il voto.
L’ avvocato Mirella Casiello è stata presidente, sino allo scioglimento dell’ OUA, l’ Organismo Unitario dell’ Avvocatura, e proprio su questo scioglimento non è ancora stata fatta la dovuta chiarezza, come viene segnalato al nostro giornale. Anche perchè venire a conoscenza degli incarichi legali affidati a suo tempo dall’ avv. Casiello in qualità di Presidente dell’ormai “defunta” OUA al proprio socio di studio e compagno di vita, l’ Avv. Fabrizio Nastri, utilizzando i soldi degli ordini territoriali, non è un buon esempio di coerenza. Forse lo è affettivamente.
Queste le domande alle quali l’avv. Casiello questa mattina non ha voluto rispondere.
1) come mai non è stata fatta la necessaria chiarezza sulle spese sostenute dall’ OUA presieduta dalla Casiello, per la conferenza di Torino del 2015, approvate dalla giunta, e mai sottoposte all’esame dell’ assemblea ?
2) come mai non si è mai rendicontato sulla somma residua del bilancio OUA di 100mila euro ?
3) a) A chi sono stati venduti i mobili dell’ OUA ? b) A quale prezzo ? c) Chi lo ha determinato d) Come è stato utilizzato il ricavato ?
4) sembrerebbe che parte degli arredi ex OUA siano finiti nel suo studio legale. E vero ? Se non è vero può fornircene documentazione probatoria ?
5) come mai un componente dell’ ufficio di tesoreria dell’ OUA che ebbe a sollevare il problema per conoscere entrate ed uscite dell’ Organismo, fu sollevato dalla nomina, senza che fosse convocata l’ assemblea ?
6) Come mai non è dato sapere se e quando i COA hanno aderito alla richiesta di negoziazione assistita loro richiesta dall’ avv. Fabrizio Nastri (che ci risulta essere suo socio di studio e compagno nella vita) da lei nominato difensore, e quanto è stato versato all’ OUA, e quale la destinazione di detti fondi. Vuole spiegarci meglio questa vicenda eticamente imbarazzante ?
7) ci risulta che secondo quanto stabilito per Legge ( art. 11, disposizione attuazione Codice Civile) si sarebbe dovuto chiedere al Presidente del Tribunale di Roma, la nomina di uno o più liquidatori della disciolta associazione OUA, e non si sarebbero dovuti compiere atti di ordinaria e straordinaria amministrazione. Corrisponde al vero quanto ci viene segnalato ?
8) come mai non risulta a alcuni ordini essere stato depositato un bilancio di chiusura dell’ OUA e non è mai stato depositato in riferimento alla conferenza di Torino pur venendo reiteratamente richiesto ?
9) esiste un rendiconto di gestione della disciolta OUA sotto la sua presidenza, di sua competenza non essendo stata sostituita la figura ed il ruolo di tesoriere che lei ha rimosso ? Per “coerenza” e “trasparenza” vuole approfittare dell’occasione e renderlo pubblico ?
10) Si parla di un fondo residuo di oltre 100mila euro. Che fine hanno (o avrebbero fatto) questi fondi ?
Il nostro giornale ha contattato via PEC questa mattina il CNF-Consiglio Nazionale Forense per avere delucidazioni in merito allo scioglimento dell’ OUA, e la Presidenza del Tribunale di Roma. Attendiamo gli sviluppi delle nostre istanze e vi terremo informati. Chiaramente siamo a disposizione dell’ Avv. Casiello per ogni e qualsiasi chiarimento documentato in merito alle nostre domande giornalistiche.