ROMA – Nei giorni scorsi è tornato alla carica il solito aspirante “capopopolo” Alessandro Marescotti, che da sempre ha ambizioni politiche, presentandosi alle elezioni, ma viene sempre “trombato” dagli elettori”. Il quotidiano barese-siculo La Gazzetta del Mezzogiorno nell’ edizione di Taranto dello scorso 27 febbraio ha pubblicato un pezzo da lui “ispirato”, grazie all’aiuto del solito “amichetto” a libro paga, per accreditarsi poi su Facebook ed incitare il popolo dei creduloni a contattare altri giornalisti per cercare di acquisire visibilità personale !
Marescotti non perde occasione per attaccare il Sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno rinviato a giudizio nel processo “Ambiente svenduto“, ignorando che un rinvio a giudizio non equivale ad una condanna, e che nell’ordinamento giuridico, ed anche in quello giornalistico serio (cioè non schierato o “sponsorizzato”… ) un imputato ha il diritto ad essere rispettato e noin colpevolizzato sino a sentenza definitiva.
Come meravigliarsi quindi, quando poi La Gazzetta del Mezzogiorno perde sempre più copie e lettori in edicola a Taranto, con i suoi giornalisti (???) che sopravvivono e lavorano grazie ai contratti di solidarietà , con il contributo dello Stato, e cioè dei contribuenti ?
L’allarme di Marescotti, come fa giustamente notare un noto manager su Facebook, “è ovviamente fasullo, in quanto riferito a rilevazioni di 12 e 18 mesi fa ed evidentemente falsate da qualche alterazione della centralina rilevatrice e/o da fatti esterni alla produzione industriale”, ed infatti non a caso Michele Emiliano il Presidente della Regione Puglia, ha correttamente richiesto all’ Arpa ed alla Procura di verificare l’attendibilità dei dati.
Per intenderci, la diossina depositata a terra fuori dallo stabilimento, in realtà sarebbe enormemente superiore in una sola centralina, a quella rilevata gli stessi giorni all’interno dello stabilimento, evento questo impossibile dal realizzarsi a causa dell’alto peso specifico delle diossine. E’ bene sapere e far sapere per correttezza e completezza d’informazione, che la diossina è cancerogena solo se depositata negli alimenti destinati al consumo e quindi non per inalazione (infatti non è volatile!!!) nè per deposito sul suolo ! Ma tutto questo Marescotti non lo sa o fa finta di non saperlo. Figuriamoci quindi se poi i suoi “scrivani” lo raccontano ai lettori…
Ma cosa ci si può aspettare dai “furbetti del giornalino“ che molto presto avranno a che fare con la magistratura seria ed indipendente ? Su Marescotti stendiamo un velo pietoso. Non facciamo da cassa di risonanza alle manie di protagonismo di un professorino di liceo, e di un associazione che non perde occasione per costituirsi parte civile nei processi sull’ ILVA. Lasciamo volentieri l’incombenza ai giornalisti “ambientalisti” specializzati in discariche e giornalismo “su commissione”…con un filo conduttore che li accomuna in qualcosa che presto pubblicheremo e documenteremo.
Sarebbe invece l’ora che qualcuno verificasse l’origine e provenienza dei soldi utilizzati da Marescotti e l’associazione Peacelink, (che non pubblica bilanci sul suo siti) e chi paga i loro viaggi all’estero. Si scoprirebbero tante stranezze….