Il nostro giornale continua a farvi partecipare in diretta streaming i processi più importanti d’ Italia. Da Potenza a Perugia stiamo attraversando lo stivale fra mille difficoltà per rendere più limpido il corso della giustizia del nostro Paese. Per una giustizia giusta che non dimentichi mai che la legge è e deve essere uguale per tutti.
In diretta dalla Corte di Appello di Perugia il processo Palamara.
Ci scusiamo per i disagi tecnici, ma l’ aula è praticamente sottoterra ed il segnale wifi basso e disturbato.
La Corte d’appello di Perugia aveva già rigettato nella scorsa udienza l’istanza di ricusazione presentata dai difensori di Luca Palamara, gli avvocati Benedetto Marzocchi Buratti e Roberto Rampioni, nei confronti dei giudici del tribunale del capoluogo umbro che lo stanno giudicando per corruzione. L’udienza per la trattazione dell’istanza si era svolta il 9 maggio scorso e i giudici si erano riservati di decidere. La difesa di Palamara aveva avanzato la richiesta di ricusazione sostenendo che “il tema sulla terzietà del giudice” è stato “creato” dall’Anm “che ha chiesto di costituirsi parte civile in un processo dove due membri del collegio sono iscritti alla medesima associazione“.
Durante l’udienza precedente la Corte non ha ammesso l’introduzione nel procedimento di una memoria presentata dalla Anm; la quale nell’ambito del procedimento per corruzione, intendeva costituirsi parte civile nei confronti di Palamara, nella quale memoria venne chiesto al collegio di rigettare la dichiarazione di ricusazione.
Luca Palamara in quell’ occasione ha dichiarato “Da uomo libero e da cittadino di questo Paese democratico ribadisco che non mi faccio e non mi farò mai intimidire da alcuno e, tantomeno, dalla attuale dirigenza dell’Anm molto lontana dai fasti gloriosi che l’hanno caratterizzata” E’ “grave e irrituale il tentativo di condizionamento nei confronti dei giudici della Corte d’appello di Perugia chiamati a decidere sulla ricusazione depositando fuori termine una memoria che rischiava di poter diventare una traccia per l’eventuale decisione”.
La Procura generale di Perugia, guidata da Sergio Sottani, aveva chiesto invece il rigetto della domanda affermando che “non sussistono ragioni per ritenere un interesse dei giudici nel processo, in quanto le condotte addebitate all’imputato, in relazione alle quali l’Anm ha inteso presentare la propria domanda di costituzione di parte civile, sulla base della prospettazione accusatoria, si pongono in assoluto contrasto con i principi che governano l’agire del magistrato e che danneggiano il prestigio e l’indipendenza della magistratura“.
Palamara ha reso dichiarazioni spontanee nel corso dell’ udienza. Questa la versione integrale:
L’ipotesi che una “manina” abbia fatto finire nuovamente sui giornali Luca Palamara sia quella di un semplice funzionario non è credibile per l’ex presidente dell’Anm, che depositerà il suo esposto in procura a Firenze, competente sui magistrati perugini, procura dove Palamara due anni fa si era già presentato, quando guarda caso…. gli stessi giornali oggi in possesso delle notizie sulla nuova indagine che lo riguarda pubblicarono le intercettazioni sullo scandalo dell’Hotel Champagne di Roma.
Tutto questo secondo Palamara fa dunque pensare ad un disegno unico, finalizzato a colpire l’ex consigliere del Csm, depositario, forse, di troppi segreti scottanti sulle toghe italiane, ma sopratutto prendere il controllo delle nomine nel Csm. Vicende in buona parte diventate di dominio pubblico nei due libri, scritti insieme ad Alessandro Sallusti (oggi direttore del quotidiano LIBERO) ma in parte ancora “coperti” ma tanto “pesanti” da poter destabilizzare l’equilibrio già fortemente instabile del sistema di potere della giustizia italiana.
Una manina “interna” alla procura di Perugia che ha sempre gli stessi interlocutori, con un modus operandi che ricorda la spedizione delle carte riservata effettuata dalla segretaria al CSM di Piercamillo Davigo (attualmente sotto processo a Brescia), e tutto questo non può essere più un caso. Palamara nel corso delle sue dichiarazioni spontanee ha evidenziato e fortemente contestato che tra le notizie di reato contenute nella richiesta di archiviazione sulla famigerata Loggia Ungheria “ci sono fatti che non mi sono stati contestati”.
Ma la coincidenza … vuole che che solo ciò che lo riguarda, tra gli stralci effettuati dalla procura di Perugia, è finito in mano ai soliti giornalisti di “fiducia”. Un’ennesima circostanza che fa pensare più ad uno strategia studiata a tavolino, che ad una pura coincidenza. Infatti non sarebbe la prima volta, perchè oltre alla fuga di notizie riservate sull’inchiesta a carico di Luca Palamara, anche le recenti vicende interne alla magistratura che hanno registrato la diffusione illecita dei verbali di Piero Amara, ex consulente legale esterno dell’ Eni, che ha svelato l’esistenza inventata, poi smentita dai fatti, di una nuova loggia segreta massonica sulla scia della P2.