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5 Novembre 2024 07:22

Concluse le consultazioni di Mattarella con i partiti al Quirinale

Ultimo giorno di consultazioni per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Attesi al Quirinale i rappresentanti dei principali partiti

 

La crisi di governo, apertasi domenica notte con le dimissioni post-referendum di Matteo Renzi sta per concludersi. Il capo dello Stato Sergio Mattarella com’è giusto e logico, perché la politica ha delle regole e non può non tener conto anche del voto di quei 19 milioni di cittadini che hanno respinto la riforma costituzionale proposta da Matteo Renzi che sarebbe “azzoppato” da quella bocciatura, ma anche di alcune controindicazioni. Da un lato apparirebbe un gesto di mancanza di rispetto del risultato referendario, e quindi di fatto esporrebbe il presidente del Consiglio ad una battaglia senza sosta in Parlamento e certo non favorirebbe quel clima di pace “concordata” fra i partiti necessaria per poter trovare un accordo per approvare una nuova legge elettorale. Riconfermando Renzi,  lo stesso Mattarella verrebbe ritenuto  dalle opposizioni  in qualche modo responsabile e diventerebbe egli stesso un bersaglio “politico“.

 

 

 

Dunque è un bene per tutti che la scelta cada su qualcun altro, anche per lo stesso Renzi, che  così facendo potrà conservare l’onore di aver tenuto fede alla sua decisione di dimettersi. Meglio per tutti quindi che la decisione ed indicazione del Capo dello Stato ricada su qualcun altro, anche per lo stesso Renzi, che potrà così conservare l’onore,  e potrà dire conseguentemente di aver mantenuto la promessa di dimettersi senza ricevere un reincarico che trasformerebbe quelle stesse dimissioni in un’imbarazzante  “comica” politica. Ieri sera la scelta del capo dello Stato sembrava concentrata sue due soli nomi, il ministro degli esteri Paolo Gentiloni ed il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, con il primo in ascesa e dato molto più probabile.

Il 18 dicembre all’assemblea nazionale del Pd Matteo Renzi aprirà la fase congressuale che si concluderà con le primarie nazionali, fatte tutte le verifiche temporali, a marzo 2017“. Lo rende noto il sito Unita.tv.

Questa mattina a palazzo Chigi, oltre a Matteo Renzi  sono arrivati con  Padoan anche il  ministro dei Beni Culturali del governo dimissionario Dario Franceschini. Nel frattempo pranzo di lavoro a Palazzo Grazioli per il “padre-padrone” di Forza Italia Silvio Berlusconi. che farà il punto con il vertice del suo partito in vista delle consultazioni nel pomeriggio al Quirinale quando alle 16 l’ ex Cavaliere e i due capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani saliranno al Colle .

Seconda e forse ultima giornata di consultazioni oggi al Quirinale per formare un nuovo governo. La giornata del Capo dello Stato si è aperta puntuale alle ore 11 al Quirinale con l’incontro della rappresentanza di Sinistra Italiana-Sinistra ecologia (ex Sel) .

Al termine dei colloqui un ringraziamento è stato rivolto dal capo dello Stato ai giornalisti “che avete seguito queste consultazioni informandone costantemente la pubblica opinione“.


 

Questo l’ elenco degli incontri in agenda di oggi, sabato 10 dicembre

Ore 18 Rappresentanza del Gruppo parlamentare Partito Democratico del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati

La misura della distanza tra le posizioni delle forze politiche arriva dalle parole del capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda. “Abbiamo registrato un larghissimo rifiuto da parte delle opposizioni a un governo di responsabilità nazionale – ha detto Zanda – abbiamo quindi assicurato a Mattarella tutto il sostegno del Pd alla soluzione della crisi che egli riterrà più opportuno“. In poche parole, i dem fanno un passo indietro, non hanno dato al capo dello Stato una rosa di nomi. ma una cosa è certa : non vi sarà Matteo Renzi. Eo ora il “cerino” acceso passa al capo dello Stato.

Ore 17 Rappresentanza del Gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati;

I 5 Stelle non hanno cambiato la loro solita posizione che dopo essere stati ricevuti dal capo dello Stato, è stata illustrata dai due capigruppo  , Luigi GaettiGiulia Grillo. “Il governo dimissionario – hanno dichiarato – sia strumento del Parlamento e della Consulta, e subito dopo le elezioni. L’Italia con due leggi elettorali diverse, si trova in una paralisi istituzionale dolosa generata dall’irresponsabilità di questa classe politica guidata da Renzi e dal Pd“.

Ore 16 Rappresentanza del Gruppo parlamentare Forza Italia-Il Popolo della Libertà XVII Legislatura del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati;

Silvo Berlusconi dopo l’incontro con il presidente della Repubblica, ha detto : “Forza Italia – aveva dichiarato – non dà la disponibilità a sostenere un governo di larga coalizione“. Per Berlusconi “tocca al Pd esprimere e sostenere un governo per la parte restante della legislatura, che deve essere la più breve possibile“.

Ore 12 Rappresentanza del Gruppo parlamentare Area Popolare (NCD-UDC) del Senato della Repubblica e del Gruppo parlamentare Area Popolare (NCD) della Camera dei Deputati;

 

Alfano: “O governo di tutti o reincarico a Renzi

“Serve una chiusura rapida della crisi” e il nostro gruppo “è disponibile a non attendere” la sentenza della Consulta del 24 gennaio per cominciare a lavorare sulla modifica della legge elettorale.”E’ presto per parlare di tipo di legge elettorale. In ogni caso non è una novità che noi abbiamo già presentato un provvedimento per un proporzionale corretto con premio di maggioranza” Così Angelino Alfano, presidente di Ncd e ministro dell’Interno, dopo le consultazioni al Quirinale. Con lui sono presenti i capigruppo a Camera e Senato, Maurizio Lupi e Laura Bianconi, oltre al coordinatore dei Centristi per l’Italia Gianpiero D’Alia. Alfano ha aggiunto: “Abbiamo ribadito che siamo a favore di una comune responsabilità di tutte le forze volenterose che avranno un senso di appartenenza comune per formare un governo che affronti l’emergenza del disagio sociale, della povertà, della legge elettorale e della vicenda bancaria che corrisponde al tema del risparmio e dei conti correnti di tantissimi italiani. Questa è la strada e ci affidiamo al presidente della Repubblica. Qualora ci fosse un diniego da parte degli altri partiti, noi non saremmo contrari a un reincarico del presidente Matteo Renzi. Noi ci affidiamo al presidente della Repubblica“. 

 

Ore 11.30 Rappresentanza del Gruppo parlamentare ALA – Scelta Civica per la Costituente Liberale e Popolare del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati;

Ala: “disponibile a Governo, senza scadenza

Il Governo con una scadenza è una cosa assolutamente complicata. Un governo ha il suo corso naturale e lo si vara in base al programmaSiamo pronti a dare il nostro sostegno per fare una nuova legge elettorale con il tipo di governo che il presidente Mattarella deciderà, anche un Renzi bis“. Così Denis Verdini con il capogruppo al Senato di Ala, Lucio Barani, dopo le consultazioni al Quirinale con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Con lui sono presenti, tra gli altri, anche il segretario di Scelta civica Enrico Zanetti oltre ad Antonio Merlo, presidente del Movimento associativo Italiani all’estero (Maie).

Ore 11 Rappresentanza del Gruppo parlamentare Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà (SI-SEL) della Camera dei Deputati;

Sinistra italiana: “Legge elettorale non maggioritaria

La delegazione di Sinistra Italiana dopo le consultazioni: “No a Renzi bis, serve discontinuità. Governo solo per la riforma elettorale e poi alle urne. Assolutamente No Gentiloni. Siamo molto chiari e netti. Discontinuità vuol dire discontinuità, non è solo Renzi ma anche chi per lui può dare lo stesso di tipo di impronta e continuità”, ha detto la capogruppo di Sinistra Italiana al Senato Loredana De Petris. “Siamo stati molto chiari, serve un governo per poter permettere che il Parlamento possa liberamente e con il più ampio consenso fare una legge elettorale e subito dopo andare al voto” ha aggiunto il capogruppo alla Camera di Sinistra Italiana Arturo Scotto al termine delle consultazioni sottolineando il “no” del gruppo a “un sistema maggioritario“.

 

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