Il presidente del Taranto Domenico Campitiello dopo aver ricevuto delle poco credibili minacce via web, ed in seguito a dei contrasti sorti con una circoscritta nonchè nota parte della tifoseria organizzata, ha annunciato la volontà di lasciare e quindi cedere la società che ha militato nel campionato nazionale Dilettanti ed è stata eliminata alla semifinale playoff. Nei giorni scorsi l’imprenditore di Pagani (Salerno) aveva scritto una lettera aperta annunciando la volontà di presentare la domanda di ripescaggio in Lega Pro, ma poi è accaduto qualcosa che lo ha spinto a dare le dimissioni. In alcuni post sui social network erano riportati questi messaggi rivolti a Campitiello: “Babbo Natale, solo quello puoi fare le letterine. Visto e considerato che ti sei voluto mettere la curva nord contro prima o poi ti porteremo il conto, sapremo noi come colpirti. Non avrai pace fino a quando non te ne andrai, la nostra partita è appena iniziata”, “Non avrai pace finchè non te ne andrai“
Lo stesso Campitiello ha confermato telefonicamente ieri all’emittente televisiva Studio100 il suo addio in maniera irrevocabile: “Io ho dato tutto. Non sono soddisfatto“. Alcune settimane fa come riportava il sito dell’emittente televisiva , le dichiarazioni erano ben differenti “Campitiello non mollerà e manterrà tutte le promesse. Chi pensa stia accampando delle scuse per lasciare, si sbaglia di grosso. Perché ha abbandonato il “Miramare” di Manfredonia? Per salvaguardare la squadra…”. Affermazioni che provenivano dall’entourage del presidente del Taranto, “proferite con orgoglio e anche un pizzico di rabbia da un collaboratore che ha chiesto di mantenere l’anonimato per ovvie ragioni“. Se non ci sarà un ripensamento da parte dell’imprenditore salernitano, che detiene il 98% delle quote, la società sarà messa in vendita. Una doccia gelata per la tifoseria rossoblù che spera ancora nel ripescaggio in Lega Pro dopo troppi anni trascorsi nel campionato dilettanti di serie D.
Campitiello ha molti difetti e limiti, ma anche qualche pregio…. È inesperto, permaloso, ambizioso. La sua gestione alla guida della società sportiva ha collezionato una serie di errori clamorosi: l’assunzione di Francesco Montervino alla sua prima (inesperta) direzione sportiva di una squadra di calcio, tre allenatori in una sola stagione, delle campagne acquisti a dir poco ridicole, salvo qualche acquisto di giocatori voluti da mister Favo. Per non parlare delle sue conferenze stampe degne di un teatrino di avanspettacolo napoletano. Tante dichiarazioni inutili e sbagliate. Un persona intelligente, facendo il presidente di una squadra di calcio, mai e poi mai si sarebbe lamentato della presenza dei tifosi al seguito della squadra, così come lo ha ricevuto il Taranto, nonostante la rincorsa al primo posto in classifica e la promozione in Lega Pro era sfumata ben presto .
Immaginare di poter vedere 10mila spettatori allo stadio ogni domenica in serie D ed a campionato perso, è semplicemente ridicolo se non folle. In questa categoria persino i 1.500 abbonati allo Iacovone sono stati un miracolo dettato dall’amore dei tifosi per i colori della propria città. Parlare di sana gestione societaria e di equilibrio tra entrate e uscite è giusto e corretto, ma immaginare di poter utilizzare solo i soldi che si incassano al botteghino è una vera e propria presa per i fondelli alla città intera. Ne sarebbe capace chiunque. E non è pensabile poter realizzare qualcosa del genere con una società che una storia alle spalle come il Taranto, sopratutto se si vuole puntare come aveva dichiarato ad un campionato di vertice ed alla promozione. Un ragionamento del genere è logica per delle società che militano nei campionato di serie B o A (vedi Palermo, Sassuolo, Chievo, Verona, Udinese ecc.) , che sopravvivono con una gestione societaria che cedendo i propri pezzi pregiati si assicurano dei bilanci sani, rinunciando ad ambire all’alta classifica .
Ma pensare di poter attuare questa strategia in serie D è solo semplice follia ( o stupidaggine, scegliete voi…) . Andarsene via, scappare da Taranto, cercando di cedere la società solo per la solita inutile e stupida contestazione orchestrata dai soliti “noti” che si nascondono dietro il presunto anonimato del web, è semplicemente offensivo non solo per la propria dignità personale (quella cioè di Campitiello) , ed anche non poco sospetta…
Questo giornale è stato sin dalla scorsa estate, il primo e l’unico a svelare gli interessi reali che avevano spinto Campitiello a rilevare il Taranto FC dalla fallimentare gestione dell’ accoppiata Nardoni-Petrelli, ereditando circa 600mila euro di debiti. Ebbene non siamo mai stati smentiti, mai ricevuto una sola richiesta di rettifica, o un azione legale. Abbiamo chiesto “ufficialmente” i bilanci societari (che sono pubblici essendo una s.r.l. ) e ci sono stati rifiutati da un poco “deontologico” addetto stampa che, poverino, crede di stare alla Juventus ! Ma siamo riusciti ad averli lo stesso. E nei prossimi giorni li pubblicheremo così i lettori capiranno cosa aveva da nascondere Campitiello . Così come i giornalisti sportivi (e non ) tarantini che imperversano su giornaletti cartacei o sul web farebbero bene a spiegare come mai NESSUNO i loro ha mai ricordato al signor Nardoni , neanche nella sua ultima fallimentare campagna elettorale, nella quale è stato “trombato” dagli elettori per la seconda volta , il suoi annuncio videofilmati “Lascerò il Taranto senza un euro di debiti !” privo di fondatezza.
A Taranto ci sono alcuni imprenditori (non molti) che fatturano decine e decine milioni di euro, chiudendo i loro bilanci con utili importanti, i quali volendo potrebbero fare un gesto d’amore per la città e rilevare il Taranto F.C. . Lo faranno ? Noi lo speriamo.