Daniela Santanchè nella bufera dopo l’ultima puntata del programma tv “Report” relativa ad aziende, e più in particolare sul fallimento delle sue aziende Ki Group e Visibilia, ritenute riconducibili alla ministra del Turismo. Puntuali arrivano le reazioni dell’opposizione : Pd e M5S ne chiedono le dimissioni e sollecitano una presa di posizione da parte della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Abbiamo una ministra imprenditrice spericolata, accusata di collezionare fallimenti e di non pagare dipendenti e fornitori. Santanchè intanto glissa e non risponde. In passato abbiamo visto membri del Governo dimettersi per molto meno. Come può Meloni far finta di niente?“, commenta Enzo Amendola, capogruppo del Pd in commissione Esteri della Camera su Twitter.
Daniela Santanchè come è noto, e come lei ama sbandierare ai quattro venti, è anche un’imprenditrice, e ha posseduto la società editoriale Visibilia ed il gruppo dell’alimentazione biologica Ki Grop, che gestiva insieme all’ex compagno Canio Mazzaro. Il programma Report ha indagato sulle società, facendo emergere le operazioni finanziarie – apparentemente illecite – che si nascondono dietro il fallimento di entrambe le aziende, in un servizio intitolato “Open to fallimento“, con riferimento alla tanto discussa campagna “Open to meraviglia” sul turismo in Italia ideata dalla stessa Ministra. Innanzitutto, il programma di Sigfrido Ranucci ha approfondito quanto accaduto con Ki Group. Secondo ai dati raccolti da Report, la gestione di Santanchè e Mazzaro ha fatto crollare il valore di borsa dell’azienda, portandolo da 35 milioni di euro ad appena 469mila euro. Inoltre, è stato mostrato un documento che incastrerebbe Mazzaro: quest’ultimo aveva deciso di pagare il debito di sei milioni di euro che gli azionisti e proprietari di Ki Group avevano contratto, facendosi prestare il denaro da Monte dei Paschi di Siena. Un finanziamento che, però, non è mai stato restituito alla banca.
Secondo l’inchiesta andata in onda lunedì scorso, ci sarebbero prove di lavoratori pagati in ritardo o ancora in attesa dei versamenti, trasferimenti di liquidità ai vertici societari quasi concomitanti ai licenziamenti e altri comportamenti poco corretti, come l’utilizzo fraudolento della cassa integrazione. Sebbene sia passato qualche giorno dal 19 giugno, data della messa in onda del servizio televisivo, la discussione non accenna a fermarsi.
Ma anche le vicende della società Visibilia hanno suscitato non poche polemiche, soprattutto perché da quanto rilevato da Report è emerso un imbarazzante coinvolgimento del Presidente del Senato Ignazio La Russa. Nel 2021 Daniela Santanchè avrebbe venduto obbligazioni della società per tre milioni di euro a Negma, un fondo con sede a Dubai. Quest’ultimo sarebbe riuscito a guadagnare ben 1,5 milioni di euro, portando però Visibilia a vedere crollare di circa il 97% del suo valore in borsa. All’epoca dell’operazione Ignazio La Russa era avvocato delle società di Daniela Santanchè e non poteva non conoscere quelle operazioni finanziarie. Quel che è sicuro è che l’attuale Ministra sia arrivata al fallimento delle sue aziende facendo ricadere il peso sulle spalle dei suoi lavoratori: Santanchè ha licenziato decine di dipendenti, senza mai pagare loro la liquidazione né gli stipendi che spettavano loro.
Non serve quindi essere moralisti, basta limitarsi a guardare ed analizzare i fatti: non è possibile che si chiudano gli occhi davanti a decine di mancati pagamenti da parte della ministra del Turismo. Nel 2020, con il Paese fermo per il Covid-19, Santanchè dai salotti televisivi tuonava contro il Governo Conte per i ritardi. Da Report però scopriamo che le sue aziende approfittavano di quella circostanza. L ‘ inchiesta di Report impone adesso al Governo Meloni di ripensare a quella nomina e trovare un nuovo ministro del Turismo.
“Alla luce di quanto sta emergendo la ministra Santanchè dovrebbe fare un passo indietro e dimettersi – dice Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del Pd – Invece tace e resta al suo posto. Dalla presidente del Consiglio ci aspettiamo una decisione rapida nell’interesse della credibilità del suo stesso governo“.
Come giustamente scrivono gli amici e colleghi del Foglio “Non serve essere moralisti, basta guardare i fatti. Ci sono attestazioni da cui si vede che le società prima guidate direttamente da Santanchè e poi affidate ad altre mani sono state condotte a vantaggio dei soci con trasferimenti di liquidità e a danno dei dipendenti, pagati in ritardo o non pagati, con versamenti previdenziali non pervenuti, e poi licenziati. E con fornitori trattati alla stessa stregua. Mentre i risultati economici aziendali sono sempre stati non soddisfacenti, una costante, questa, dell’attività imprenditoriale di Santanchè da diversi anni a questa parte”.
Per Giuseppe Provenzano della segreteria Pd, “quello che sta emergendo su Daniela Santanchè è incompatibile con un solo minuto in più nel ruolo di Ministra della Repubblica. Non ci sono alternative: dimissioni. Giorgia Meloni non taccia, assicuri la credibilità delle istituzioni. Altrimenti è complice del loro discredito“. Gli fa eco Antonio Misiani componente della segreteria del Nazareno: “Il governo Meloni ha un problema di opportunità grosso come una casa che investe la ministra Santanchè. Dopo quello che è emerso dall’inchiesta di Report, l’unica cosa che può fare è presentare immediate dimissioni”.
“In base alle ricostruzioni di Report, la Santanchè ‘imprenditrice’ ha guidato aziende che si sono distinte per non aver reiteratamente pagato le imprese fornitrici e per aver messo in cassa integrazione a zero ore i dipendenti senza avvisarli durante il lockdown. Da due giorni il M5S chiede alla ministra di spiegare e di chiarire, concedendole il beneficio del dubbio. Però nulla, solo silenzio – afferma in una nota la deputata M5S Chiara Appendino – Un silenzio che rispetto a un quadro così grave come quello tratteggiato da Report diventa assenso. A questo punto le dimissioni da ministra del Turismo sono l’unico epilogo possibile, anche Giorgia Meloni dovrebbe prenderne atto”.
Per il leader di Azione, Carlo Calenda, “le questioni sollevate necessitano di una risposta puntuale della Ministra Santanchè. Dipendenti non pagati, Tfr non erogati e cassa integrazione usata in modo fraudolento non sono accuse che possono essere lasciate cadere nel vuoto da parte di un Ministro. Aspettiamo chiarimenti“.