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24 Novembre 2024 02:08

Draghi : “Giù l’Iva al 5% per le utenze del gas e 16 miliardi di sostegni per gli aumenti”. Le misure sui rincari per la guerra in Ucraina

"C'è un equivoco profondo, ovvero che siccome c'è l'emergenza bisogna fermarsi, non bisogna fare altro, niente riforme, niente cambiamenti, sempre fermi: questo non è il motivo per cui è nato questo governo", ha replicato Draghi

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo alla Camera al “question time” sulle misure del governo per l’accoglienza dei profughi ucraini in Italia ha detto che “La forza di un Paese e di una democrazia si misurano anche con la capacità di difendere i valori della dignità umana e della democrazia: per questo il mio pensiero va anche ai cittadini russi che manifestano il loro dissenso contro l’invasione in Ucraina“. Il premier, ringraziando l’opposizione, ha annunciato anche che per far fronte alla crisi economica provocata dalla guerra, “l’Iva sarà ridotta al 5 per cento per le utenze del gas e il governo ha destinato 16 miliardi per sostenere le famiglie a causa dei rincari delle bollette del gas“.

Dopo aver ringraziato le associazioni di volontariato e chi in questi giorni si è mobilitato per aiutare chi è scappato dal conflitto, Draghi ha evidenziato che “c’è una grande generosità, una profonda umanità”, e ricordato che “siamo di fronte a una crisi umanitaria senza precedenti. Per farvi fronte l’Unione europea ha applicato per la prima volta dal 2001 la direttiva sulla protezione temporanea e anche questo testimonia la compatezza dell’Ue. Una unità di intenti e di azioni che è indispensabile mantenere e ci vede in prima linea”.

Facendo un punto sulla situazione profughi il premier ha sottolineato che “All’8 marzo in Italia erano arrivati 21.095 cittadini ucraini, oggi sono 23.872, soprattutto dal confine italo-sloveno. Oltre il 90% è costituito da donne e bambini: ieri 10.500 donne, oggi 12 mila. Gli uomini erano 2 mila ieri, oggi 2.200, i bambini 8.500 ieri e oggi 9.700. Il flusso è destinato ad aumentare“.

Per quanto riguarda le prime misure di supporto ai civili in fuga dall’Ucraina, Draghi ha spiegato che “i primi strumenti di assistenza sanitaria sono stati organizzati dalla Protezione civile, in particolare per la gestione e il contenimento dell’emergenza da Covid 19. Tutti i rifugiati – ha aggiunto – o accettano un tampone ogni 48 ore o il vaccino. Le mascherine sono distribuite nei posti dove avvengono le vaccinazioni“, evidenziando che inoltre ” abbiamo disposto che i cittadini ucraini possano essere ospitati in tutte le strutture di accoglienza per migranti anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale o dal possesso di altri requisiti previsti”. E che “per i profughi ucraini che vogliono svolgere attività lavorativa abbiamo previsto una prima misura che consente loro sulla base della sola richiesta del permesso di soggiorno e in deroga alle quote del decreto flussi di lavorare sia in forma autonoma sia stagionale”.

Sanzioni alla Russia

Non abbiamo nessuna intenzione di derogare alle politiche di sanzione alla Russia che sono condivise con gli alleati e dobbiamo fare di tutto per renderle sostenibili al nostro interno“, ha garantito il premier. “Le sanzioni servono ad applicare la massima pressione possibile sul governo di Mosca perché cessi le ostilità e riprenda la diplomazia. L’impegno sul fronte sanzionatorio da parte dell’Italia è stato attuato con coraggio ed equità. Tutto questo impegno deve essere uguale all’impegno per aiutare famiglie e imprese in questa situazione e sostenere soprattutto i più deboli” ha concluso Draghi.

Il rincaro dei prezzi

Rispondendo all’interrogazione della Lega sull’aumento dei prezzi dovuto alla guerra, il presidente del Consiglio ha chiarito: “Ovviamente seguiamo con grande attenzione le conseguenze di questa crisi sull’economia e sulla situazione finanziaria dei cittadini italiani, l’incremento del prezzo dell’energia e l’incremento e disponilità delle materie prime. Il governo non può fermare questi eventi ma possiamo muoverci con rapidità e decisione – ha concluso – come abbiamo fatto e come continueremo a fare per difendere il potere di acquisto delle famiglie e la competitività e la soppravvivenza delle imprese“.

Alle domande se sarà necessario cambiare il Pnrr a causa delle ripercussioni economiche della guerra in Ucraina, Draghi ha risposto. “E’ ancora prematuro pensare a questa valutazione. Il governo – ha aggiunto – pone tutta la sua attenzione alla realizzazione del Pnrr. E’ chiaro che molte delle regole che ci hanno accompagnato in questi anni devono essere rilette“, ha osservato il premier riferendosi alle regole Ue sul patto di stabilità.

La riforma del catasto

C’è un equivoco profondo, ovvero che siccome c’è l’emergenza bisogna fermarsi, non bisogna fare altro, niente riforme, niente cambiamenti, sempre fermi: questo non è il motivo per cui è nato questo governo“, ha replicato Draghi alle accuse di Fratelli d’Italia sulla riforma del catasto. “L’impianto del catasto risale al 1939, gli estimi sono dell’89 ha ricordato il premier sottolineando ancora una volta che la riforma “non aumenterà le tasse sulla casa, serve solo a capire lo stato del patrimonio immobiliare, perché attualmente ci sono immobili non censiti“.

Forniture del gas

La crisi in Ucraina e le sanzioni alla Russia comportano anche per l’Italia, la necessità di svincolarsi dall’acquisto del gas dal Paese di Putin. “Siamo al lavoro per ridurre la dipendenza dal gas russo in tempi rapidi. E’ necessario farlo”. Anche perchè, ha spiegato Draghi , “la quota di gas russo è aumentata molto negli ultimi 10-15 anni, anche dopo l’invasione della Crimea. Questo dimostra una sottovalutazione di politica estera e internazionale”. ed ha ricordato: “Siamo impegnati per diversificare le forniture e aumentare le fonti rinnovabili: questa è l’unica strategia nel lungo periodo“.

Il premier Draghi ha aggiunto: Siamo tutti impegnati a intervenire con forza per tutelare il potere d’acquisto”, l’intenzione è di “mantenere una politica di bilancio prudente che non implichi nuove rilevanti misure permanenti di spesa ma permetta tutti gli interventi necessari a sostenere l’economia ora, nell’emergenza“.

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