Mario Draghi conclude la trasferta di Algeri toccando con mano vantaggi e problemi della nuova era anti-Putin, che punta a liberare Roma dalla dipendenza dalla Russia: «Subito dopo l’invasione dell’Ucraina avevo annunciato che l’Italia si sarebbe mossa con rapidità per ridurre la dipendenza dal gas di Mosca. Gli accordi di oggi sono una risposta significativa a questo obiettivo strategico . E ne seguiranno altre». spiega il presidente del Consiglio.
Draghi ha firmato l’accordo sull’energia con il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune. E rivendica: «Il governo vuole difendere i cittadini e le imprese dalle conseguenze del conflitto». Con questo spirito, volerà entro dieci giorni in Congo e Angola, poi a fine mese in Mozambico. E con lo stesso obiettivo cerca di strappare il massimo al governo algerino, che già rappresenta il 31% del nostro import energetico (secondo solo alla Russia).
Entro il 2024 l’Italia potrà contare su nove miliardi di metri cubi di gas algerino in più, capaci di sostituire circa un terzo del 29 miliardi forniti ogni anno da Vladimir Putin, a cui l’Italia ha messo in conto di dover molto presto rinunciare. Si sperava di ottenerli prima ma sarà necessario un percorso progressivo probabilmente più articolato del previsto.
Il premier italiano si è presentato ad Algeri accompagnato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che aveva arato il terreno con una precedente missione. L’altro puntello determinante è stata la visita di Sergio Mattarella nel Paese nordafricano, lo scorso novembre. C’è anche il responsabile della Transizione ecologica Stefano Cingolani e l’ad di Eni, Claudio Descalzi.
Il Presidente di Sonatrach, Toufik Hakkar, e l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi hanno firmato un accordo che consentirà a Eni di aumentare le quantità di gas trasportate attraverso il gasdotto TransMed/Enrico Mattei, nell’ambito dei contratti a lungo termine di fornitura di gas in essere con Sonatrach a partire dai prossimi mesi autunnali, confermando la forte cooperazione fra i paesi. Tale accordo utilizzerà le capacità disponibili di trasporto del gasdotto per garantire maggiore flessibilità di forniture energetiche, fornendo gradualmente volumi crescenti di gas a partire dal 2022, fino a 9 miliardi di metri cubi di gas all’anno nel 2023-24. I nuovi volumi di gas oggetto dell’accordo sono anche frutto della stretta collaborazione nello sviluppo di progetti upstream a gas che, attraverso il modello fast track distintivo Eni, sta portando una accelerazione significativa alla messa in produzione del potenziale dei campi algerini.
Eni è presente in Algeria dal 1981; con una produzione equity di 100.000 mila barili di olio equivalente al giorno, rappresenta la più importante compagnia internazionale nel paese. Oltre ad un ambizioso programma di esplorazione e sviluppo, Eni sta valutando opportunità nei settori delle rinnovabili, dell’idrogeno, della cattura, dell’uso e dello stoccaggio della CO2 e della bioraffinazione, in linea con il proprio impegno per il raggiungimento della carbon neutrality entro il 2050.