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25 Novembre 2024 07:01

Due ufficiali della Marina Militare arrestati per concussione dai Carabinieri. Sequestrati anche 500mila euro

È in corso, nelle provincie di Taranto, Roma ed Ancona, l’esecuzione, da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Taranto e della 2^ Sezione del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto, di due ordinanze di Custodia Cautelare emesse dalla locale Procura della Repubblica. Destinatari delle misure restrittive e delle contestuali perquisizioni due Ufficiali Superiori della Marina Militare indagati, in concorso, del reato di concussione nell’ambito di appalti in favore della Forza Armata. Altresì è in atto l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo per equivalente, per un importo complessivo di 500mila euro, quale prezzo-profitto dei reati contestati, a carico di 10 indagati, tutti dipendenti Militari e Civili della Marina Militare, fra cui i due odierni arrestati. I provvedimenti sono stati emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Taranto, dott. Pompeo Carriere, su richiesta del pubblico ministero inquirente, dr. Maurizio Carbone.

CdG-marina-arrestatiL’ipotesi di reato di “concussione continuata in concorso” è stata  contestata agli arrestati  che sono il  Capitano di Corvetta Alessandro Dore, attualmente in servizio presso il Comando Scuole della Marina Militare in Ancona e nel Capitano di Fregata Giovanni Caso, in servizio presso l’Ufficio Centrale del Bilancio e degli Affari Internazionali del Ministero della Difesa esi riferisce a delle attività illecite poste in essere dagli indagati quando entrambi prestavano servizio  al IV° Reparto della Direzione di Commissariato di Taranto della Marina Militare. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati posti agli arresti domiciliari con imposizione del braccialetto elettronico, su disposizione del GIP del Tribunale di Taranto, dr. Carriere.

Le misure cautelari disposte dalla magistratura sono conseguenti  all’attività investigativa svolta tra il 2014 ed il 2015 dai Carabinieri  del Reparto Operativo della Compagnia di Taranto e del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo provinciale , naturale prosecuzione delle indagini e dei successivi provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria del capoluogo ionico nei confronti di sei Ufficiali della Marina Militare e di un dipendente civile tratti in arresto per i medesimi reati, nonchè del precedente arresto in flagranza, per analogo reato, di un altro Ufficiale della Marina.

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Gli approfondimenti investigativi, svolti sempre sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, nella persona del Sostituto Procuratore dott. Maurizio Carbone, hanno permesso agli inquirenti di concentrare la propria attenzione su alcuni contratti e forniture di servizi in favore della Marina Militare, in particolare del IV e V Reparto di MARICOMMI.

L’indagine prese avvio nel marzo del 2014, in occasione dell’arresto di un Capitano di Fregata della Marina Militare,  che era a Capo del V° Reparto di MARICOMMI Taranto, avvenuto in flagranza di reato all’interno del suo ufficio, sorpreso dopo aver appena incassato una tangente da un imprenditore locale, che aveva denunciato qualche giorno prima ai Carabinieri quanto subiva ormai ininterrottamente da anni. L’ufficiale, nell’occasione, fu indagato per concussione nei confronti di una serie di imprenditori locali, assegnatari di servizi per conto della Pubblica Amministrazione nell’ambito degli appalti gestiti dalla direzione di Commissariato per la Marina Militare di Taranto. Dopo l’arresto del graduato, furono perquisiti il suo ufficio e l’abitazione, con conseguente sequestro di copioso materiale informatico e cartaceo, nonché di una somma di denaro contante, suddivisa in singole mazzette, di un ammontare complessivo pari a 44.000,00 euro.

L’inchiesta aveva già portato ad altri otto arresti. Il 12 marzo 2014 finì in carcere il capitano di fregata Roberto La Gioia, ex responsabile di Maricommi, il Commissariato per la Marina Militare di Taranto. Il 13 gennaio 2015 venne eseguita, invece, una ordinanza di custodia cautelare a carico del capitano di vascello Attilio Vecchi (in servizio al Comando Logistico di Napoli), del capitano di fregata Riccardo Di Donna (Stato Maggiore della Difesa-Roma), del capitano di fregata Marco Boccadamo (Stato Maggiore Difesa-Roma), del capitano di fregata Giovanni Cusmano (Maricentadd Taranto), del capitano di fregata Giuseppe Coroneo (vice direttore Maricommi Taranto), del luogotenente Antonio Summa, (V reparto Maricommi Taranto) e di Leandro De Benedectis (dipendente civile di Maricommi Taranto).

L’analisi del materiale sequestrato, gli interrogatori nei confronti dell’indagato, le numerose perquisizioni eseguite presso le sedi delle ditte che avevano rapporti commerciali con la Marina Militare, l’ interrogatorio di numerose persone informate sui fatti (in maggior parte imprenditori e fornitori), l’acquisizione di documenti, nonché l’intercettazione di utenze telefoniche , consentirono agli inquirenti di poter ricostruire un quadro investigativo tale da individuare responsabilità penali a carico di alcuni comandanti, succedutisi nell’arco degli ultimi anni ed effettivi in Reparti che gestivano gli appalti con le imprese che forniscono beni e servizi alla Marina Militare.

CdG Maurizio Carbone
nella foto il pm Maurizio Carbone

Dalle indagini è emerso che gli imprenditori, qualora non avessero pagato una tangente pari al 10% circa del valore dell’importo dell’appalto assegnato, rischiavano ritorsioni come il ritardato pagamento delle fatture o, addirittura, l’ingiusta esclusione dalle gare. La tangente, una volta riscossa, veniva suddivisa in quote in base al numero di soggetti protagonisti della pratica amministrativa in modo “da remunerare” equamente tutti coloro che partecipavano all’approvazione dell’appalto, della fornitura o del servizio; il tutto naturalmente suddiviso in percentuali formulate in base all’importanza ricoperta da ogni singolo attore.

Il sistema ideato faceva si che gli imprenditori taglieggiati diventavano anche le vittime di una vera e propria prassi illecita che in alcuni casi si trasferiva da un comandante all’altro.  Dopo gli arresti dello scorso gennaio, durante gli interrogatori di garanzia si registrarono importanti ammissioni di responsabilità, in particolare da parte di un indagato che, nel fornire ulteriori nomi di imprenditori costretti a pagare confermava quanto già appurato nella prima fase dell’indagine. Infatti, dalle dichiarazioni di alcuni imprenditori emergeva – rispondendo a delle specifiche domande degli investigatori – che il sistema di tangenti pretese ed incassate non riguardava solo il V° Reparto ma che analoghe richieste di denaro venissero avanzate anche dagli ufficiali posti a capo del IV° Reparto.

A completamento dell’operazione e su richiesta del Sostituto Procuratore Dott. Maurizio Carbone, la Sezione Reati contro la Pubblica Amministrazione del Nucleo Investigativo di Taranto sta procedendo ad eseguire un decreto di sequestro preventivo “per equivalente”, emesso dal GIP  dr. Carriere , teso ad individuare e sequestrare somme contanti e depositi bancari/postali  nonchè beni immobili nella disponibilità degli indagati, per un valore complessivo di 500mila euro: tale è risultata la quantificazione globale del prezzo/profitto dei reati contestati nel tempo. Si tratta di somme e beni riconducibili ai 10 indagati (tra cui i due ufficiali arrestati oggi), tutti dipendenti della Marina Militare.

Nel corso delle perquisizioni eseguite presso i domicili e gli uffici degli arrestati sono stati sequestrati carte di credito, computer portatili e telefoni cellulari su cui verranno effettuati ulteriori accertamenti. E non mancheranno altre sorprese

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