di REDAZIONE POLITICA
Con una lettera aperta Claudio Durigon ha chiesto scusa per la sua proposta di reintestare ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce, il parco di Latina che attualmente è intitolato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e si è dimesso dall’incarico di sottosegretario all’Economia. Una decisione quella di Durigon inevitabile, sopratutto dopo il silenzioso invito a comporre la situazione che il premier Draghi aveva rivolto al segretario leghista Matteo Salvini il quale ieri dal Trentino ha chiamato più volte l’ex sottosegretario leghista, rimasto a Roma, con il quale ha concordato una via d’uscita onorevole, promettendogli nuovi incarichi .
Nella sua lettera Durigon afferma che il suo è stato un errore di comunicazione, ribadendo di non essere mai stato fascista, anzi “contrario a ogni dittatura e a ogni ideologia totalitaria“, ricordando i valori cristiani della sua famiglia. “Un processo di comunicazione si valuta non in base alle intenzioni di chi comunica, ma al risultato ottenuto su chi riceve il messaggio”, ha scritto Durigon, che poi prosegue: “Pur in assoluta buona fede, ho commesso degli errori. Di questo mi dispiaccio e, pronto a pagarne il prezzo, soprattutto mi scuso”. Un addio mesto, segnato dal rincrescimento “sincero e profondo” per le famiglie dei due giudici uccisi e per quelle degli agenti di scorta uccisi nelle stragi del ’92.
I valori della legalità, della lotta contro le organizzazioni criminali e della giustizia sono, per Claudio Durigon, dei valori assoluti nei quali credere profondamente, “per questo, anche se le mie intenzioni erano di segno opposto, mi scuso con quanti, vittime di mafia (o parenti di vittime di mafia), possono essere rimasti feriti dalle mie parole. O, per essere più precisi, da una certa interpretazione che è stata data alle mie parole. E sottolineo che le mie scuse in questo senso, in particolare alle famiglie Falcone e Borsellino, e a quelle degli agenti di scorta caduti insieme a loro, sono sentite e profonde (come sentita e profonda è, per me, la convinzione nel valore della legalità)“.
Claudio Durigon punta il dito contro chi ha strumentalizzato le sue parole e si dice indignato verso chi “forzando il senso delle mie parole, mi abbia accusato di mancanza di rispetto e di ingratitudine nei confronti dei giudici Falcone e Borsellino“. Il sottosegretario dimissionario li reputa “non solo due figure eroiche, ma anche dei modelli di etica, di civismo, di senso dello Stato”. Anche per questo si dice “disgustato da alcuni media che mi hanno addirittura accostato ai clan rovistando nella spazzatura al solo scopo di infangarmi“.
L’ex sottosegretario leghista si dice artefice di una “mal formulata proposta“: “Volevo solo fare un omaggio alla memoria della città, non accostare i nomi dei magistrati uccisi a quello del fratello di Mussolini né fare un assurdo confronto fra loro” autodefinendosi vittima di “forzature” dei media e di “attacchi strumentali” di altre forze politiche, sostenendo che la sua vicenda è stata “alibi di chi vuole coprire altri problemi: i limiti del Viminale e le incredibili parole di Conte sul dialogo coi talebani“.
“Un passo di lato” quello di Durigon, per evitare “che la sinistra continui a occuparsi del passato che non torna invece di costruire il futuro che ci aspetta”. Ma annuncia che, seppur fuori dal governo, continuerà a lavorare “per difendere Quota 100 e impedire il ritorno alla Fornero, oltre che per la rottamazione di milioni di cartelle esattoriali”.
Dopo la pubblicazione della lettera è intervenuto Matteo Salvini: “Ringrazio Claudio non solo come politico ma soprattutto come uomo, amico, persona onesta, concreta, schietta e coraggiosa, che a differenza di altri lascia la poltrona per amore dell’Italia e della Lega, e per non rallentare il lavoro del governo, messo irresponsabilmente in difficoltà per colpa di polemiche quotidiane e strumentali da parte della sinistra”. Il leader della Lega prosegue: “Contiamo che questo gesto di responsabilità e generosità induca a seria riflessione altri politici, al governo e non solo, che non si stanno dimostrando all’altezza del loro ruolo. Conto su Claudio per la scrittura della nuova riforma delle pensioni, vicina a Quota 100 e lontana dalla Fornero, per la rottamazione di milioni di cartelle esattoriali, e per nuovi incarichi per aiutare la Lega a crescere ancora”.