Il governo italiano guidato da Giorgia Meloni, rappresentato dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ed il ministro Adolfo Urso hanno mandato finalmente a casa la “zarina” Lucia Morselli ed Arcelor Mittal, dimostrando una linea seria e legalitaria che i governi precedenti (da Matteo Renzi a Giuseppe Conte) non hanno mai avuto.
“Con decreto del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, Acciaierie di Italia S.p.A. è stata ammessa, con decorrenza immediata, alla procedura di amministrazione straordinaria. E’ nominato commissario straordinario il dott. Giancarlo Quaranta, professionista con lunga esperienza nel settore siderurgico». Lo ha comunicato il Mimit in una nota che così prosegue: “Il decreto ministeriale segue l’istanza del 18 febbraio scorso, con cui Invitalia, il socio pubblico di AdI titolare del 38% del capitale, ha richiesto al ministero delle Imprese e del Made in Italy l’ammissione immediata alla procedura di amministrazione straordinaria della società Acciaierie d’Italia S.p.A. ai sensi dell’articolo 1 del decreto-legge del 18 gennaio 2024, n. 4. (Disposizioni urgenti in materia di amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico)“.
Chi è il commissario Quaranta
Giancarlo Quaranta, ingegnere, è attualmente il direttore della Divisione tecnica e operativa di Ilva in amministrazione straordinaria. Ha in passato ricoperto altri incarichi all’interno della stessa società. Nomina in cui si raffigura è il perfetto profilo tracciato dal governo nell’incontro di ieri, lunedì 19 febbraio, con l’indotto, le associazioni datoriali e i sindacati di categoria ai quali, appunto, era stato anticipato che la scelta sarebbe ricaduta su una persona con competenze specifiche nel settore della siderurgia.
Pugliese nato a Nardò, in provincia di Lecce Quaranta ha iniziato la sua carriera quarant’anni fa a Taranto nell’azienda che una volta era l’Italsider (Gruppo Finsider-IRI) . Ha studiato Ingegneria elettronica all’Università di Napoli, e la gran parte dei suoi anni lavorativi sono stati trascorsi in Ilva, con vari ruoli. È anche presidente dal 2022 del Consorzio elettrosiderurgici italiani per il preridotto, e presidente del Lions club Puglia dei patrimoni e dei cittadini. Negli anni è stato coinvolto nel “processo Ambiente Svenduto” risalente al periodo in cui la famiglia Riva gestiva l’Ilva, in procedimenti per morti sul lavoro e nel processo per la morte di Lorenzo Zaratta, bambino di 5 anni morto di tumore. In tutte queste vicende giudiziarie a Taranto GIancarlo Quaranta è stato assolto dimostrando la totale assenza di proprie responsabilità .
“Con l’inizio del 2024 auguro alla ‘fabbrica’ di ritrovare vigore e donare benessere ai suoi dipendenti ed ai contesti territoriali che la ospitano con i suoi stabilimenti” scriveva Quaranta sul suo profilo LinkedIn. Un augurio che ora diventa per lui una vera e propria sfida per far uscire dallo stallo la più grande acciaieria italiana e porre le condizioni per una fase di rilancio.
Con il decreto di oggi del Mimit, dopo l’amministrazione straordinaria decisa per Ilva nel 2015, va in amministrazione straordinaria anche Acciaierie d’Italia spa, la società che – attraverso un affitto d’azienda ben poco onorato – gestisce gli impianti siderurgici ex Ilva, a partire da quello di Taranto. Sulla base di quanto previsto dal decreto dello scorso 18 gennaio, come indicato ieri dal ministro Urso in occasione dell’incontro con le associazioni rappresentanti dell’indotto di AdI, il commissariamento ha di fatto bloccato la prosecuzione di procedure alternative e dilatorie al buio, richieste invece dalla Morselli per la società. Infatti, Acciaierie d’Italia domenica sera, aveva reso noto di aver depositato il concordato con riserva per tutte le aziende della holding: “Le società Acciaierie d’Italia Spa, AdI Energia Srl, AdI Servizi Marittimi Srl, AdI Tubiforma Srl hanno depositato domanda di concordato con riserva, con richiesta di misure protettive“.
Nelle ultime ore l’intera “vertenza ex-Ilva” ha avuto un’accelerazione considerata la gravità della situazione. Dopo l’amministrazione straordinaria decisa nel 2015 per Ilva (gestione Gruppo Riva), oggi è toccato alla Acciaierie di Italia Spa (ex Arcelor Mittal Italia spa) seguire la stessa sorte. Con la dichiarazione di amministrazione straordinaria vengono inibite tutte le strumentali iniziative alternative avviate da Arcelor Mittal come, ad esempio, la richiesta di concordato con riserva (cioè in bianco) .
Tribunale Milano accoglie il ricorso sulla insolvenza AdI
La cancelleria della seconda sezione civile del Tribunale di Milano, ha accolto il ricorso presentato da Invitalia per la dichiarazione dello stato di insolvenza della società Acciaierie d’Italia, depositato 48h fa, e cioè il 18 febbraio 2024, contestualmente al deposito presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy di istanza di apertura dell’amministrazione straordinaria. Lo ha reso noto con una nota il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, indicando la presidente della sezione, Laura De Simone come giudice assegnatario del procedimento. Sarà lei – a quanto si apprende – a dover fissare un’udienza per decidere sullo stato di insolvenza
Mittal: “Si conclude così il coinvolgimento di Arcelor Mittal in AdI”
Qualche ora dopo la nomina dell’ing. Quaranta è stata diramata dall’ufficio stampa di Arcelor Mittal una nota nella quale si legge che “Oggi il governo italiano ha messo in amministrazione straordinaria Acciaierie d’Italia spa a seguito della richiesta di Invitalia, trasferendo così il controllo azionisti, Arcelor Mittal e Invitalia, a commissari nominati dal governo. Si conclude così il coinvolgimento di Arcelor Mittal in AdI iniziato nel 2018”.
Arcelor Mittal evidenzia nella lettera come la situazione finanziaria di Acciaierie d’Italia spa abbia risentito del fatto che “il governo italiano ha erogato meno di un terzo dei 2 miliardi di euro di misure di sostegno offerte al momento della creazione della partnership pubblico-privata con Invitalia”. Sempre nella nota, Arcelor Mittal sostiene che dal 2018 “si è impegnata a fondo per il personale e gli impianti di Acciaierie d’Italia investendo oltre 2 miliardi di euro. Questo massiccio investimento ha permesso ad Adi di completare nei tempi previsti un ampio programma ambientale da 800 milioni di euro che ha garantito la conformità all’Autorizzazione integrata ambientale stabilita dal governo italiano, nonché di investire 1,2 miliardi di euro nell’ammodernamento degli impianti di tutti i siti. AdI ha inoltre beneficiato di centinaia di milioni di euro di credito grazie alla fornitura di materie prime da parte di Arcelor Mittal”. Affermazioni discutibili considerato che molte opere di risanamento ambientale sono state realizzate con il miliardo e mezzo di euro sequestrato dalla GdF e magistratura milanese ai Riva, a partire dalla copertura dei parchi minerari commissionata alla Cimolai di Pordenone, costata oltre 400 milioni di euro
Il gruppo franco-indiano fa presente nella nota che “desiderava affrontare la significativa discrepanza di capitale investito in AdI dai due azionisti. Nel corso delle recenti discussioni, Arcelor Mittal ha avanzato proposte pragmatiche volte a risolvere tale questione e nel contempo a proseguire il partenariato pubblico-privato con Invitalia, istituito nell’aprile 2021. Non essendo riusciti a trovare un accordo su condizioni accettabili, abbiamo anche proposto di vendere la nostra partecipazione in AdI a Invitalia. Nonostante gli sforzi di Arcelor Mittal le discussioni non hanno avuto successo. Se dall’aprile 2021 AdI – continua la nota stampa di Mittal – avesse avuto accesso al tradizionale mercato del debito e fosse stata così in grado di raccogliere il capitale circolante necessario per finanziare le sue esigenze correnti, invece di dipendere dalle iniezioni di capitale dai suoi azionisti come unica fonte di finanziamento, questa situazione avrebbe potuto essere evitata”.
“Malauguratamente le condizioni sospensive per consentire ad AdI di convertire il contratto di affitto di azienda in un acquisto formale (condizioni che esulano dal controllo di AdI), il cui soddisfacimento era originariamente previsto per il maggio 2022 e successivamente posticipato al maggio 2024, rimangono oggi non soddisfatte. Un turnaround già di per sé complesso – conclude Mittal – è stato reso ancora più impegnativo dall’instabilità causata dalla temporanea rimozione dell’immunità penale applicabile durante il periodo di attuazione del programma di investimenti ambientali, dal contesto della domanda durante la crisi del Covid e dalla crisi energetica in Europa lo scorso anno. Per le persone e le comunità di AdI, ArcelorMittal si augura che in futuro possa essere assicurata la necessaria stabilità”.
Sarebbe interessante capire cosa c’entri la “temporanea rimozione dell’immunità penale” con la malagestione imprenditoriale-economica-finanziaria di Lucia Morselli, che è bene ricordare prima della sua nomina, guarda caso era stata consulente del ministro grillino Luigi Di Maio (Mise e Lavoro) proprio sul “dossier Ilva” (circostanza questa da noi pubblicata in esclusiva e mai smentita) ed in occasione della gara guidava la cordata capeggiata dagli indiani di Jindal di cui faceva parte il Gruppo Arvedi, la Cassa Depositi e Prestiti, la Dolfin della famiglia Del Vecchio (Luxottica), che venne sconfitta da Arcelor Mittal in cordata con il gruppo Marcegaglia ( partnership questa bloccata poi dall’ Antitrust) .
Le reazioni dei sindacati ed associazioni
Confindustria Taranto ha espresso apprezzamento per l’impegno finora profuso dal Governo nella difficile gestione della vicenda dell’ex Ilva e per la nomina dell’ing. Giancarlo Quaranta in qualità di commissario straordinario. Allo stesso tempo auspica che “ il Governo possa al più presto adottare strumenti straordinari per sostenere tutte le aziende dell’indotto, favorendo loro misure idonee per il ristoro delle fatture e per poterle così traghettare fuori da una crisi irreversibile che comporterebbe il crollo di un pezzo importante del sistema siderurgico italiano”.
Anche dai sindacati è arrivata una risposta abbastanza soddisfatta. Rocco Palombella segretario generale di Uilm, , ha affermato che “il commissariamento è un provvedimento estremo ma anche l’unica possibilità per salvare e rilanciare l’ex Ilva“. Palombella ha chiesto “un incontro nel più breve tempo possibile” con il commissario Quaranta che definisce “una persona competente, che conosce il settore siderurgico e l’azienda da molti anni. Ci aspettiamo da subito un cambio di passo. Non c’è più tempo da perdere, 20mila lavoratori aspettano risposte concrete e definitive”.
Anche la Fiom-Cgil, attraverso il coordinatore nazionale siderurgia Loris Scarpa ha espresso il proprio plauso parlando di una nomina positiva per la sua rapidità. “È necessario che nelle prossime ore ci sia un incontro con le organizzazioni sindacali per aprire la discussione sullo stato degli impianti e le azioni per garantire la continuità produttiva. Chiediamo inoltre che il confronto con Palazzo Chigi continui” sostiene Scarpa. La priorità del sindacato è ora di “assicurare il funzionamento degli stabilimenti con le manutenzioni e la messa in sicurezza dei lavoratori diretti e dell’indotto. Si dia seguito negli stabilimenti al confronto sull’utilizzo della cassa integrazione per i lavoratori. È necessario assicurare da subito gli approvvigionamenti necessari alle attività produttive. Tutti questi interventi servono a ridurre le emissioni inquinanti”.
Di scelta giusta nella nomina dell’ing. Quaranta parla anche Francesco Rizzo dell’esecutivo confederale Usb il quale chiede che “si proceda presto alla definizione della vicenda dell’appalto perché grande è la preoccupazione per i tanti dipendenti delle ditte in attesa del pagamento degli arretrati”. Per Antonio Spera, segretario nazionale Ugl metalmeccanici, “è importante voltare pagina e garantire il rilancio dell’azienda, salvaguardando anche la continuità produttiva e l’occupazione che, per noi dell’Ugl, sono primarie”.
“La scelta fatta dal ministro Urso sulla persona dell’ing. Quaranta in parte ci rassicura e ci dà la possibilità di sperare in un vero cambio di passo e nel rilancio del sito”. Questo il commento di Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl, e di Valerio D’Alò, segretario nazionale, che aggiungono: “Per noi ora è fondamentale che l’amministrazione straordinaria duri il tempo necessario a preparare il terreno per l’investitore privato e, per farlo, è necessario dare al commissario le fondamentali dotazioni, anche in termini finanziari, per far ripartire l’acciaieria. Questo, insieme alla nomina di Quaranta, rappresenta e rappresenterà un segnale concreto di speranza per i lavoratori di tornare a lavoro e di rilancio degli impianti”.
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