di REDAZIONE SPETTACOLO
Questa mattina si è spento Franco Battiato nella sua residenza, l’ex castello della famiglia Moncada a Milo, in Sicilia, aveva 76 anni, e dopo una frattura al femore e al bacino era riapparso sui social ma non più in pubblico. Era nato a Jonia il 23 marzo del 1945, . Lo ha reso noto la famiglia che ha annunciato che i funerali avverranno in forma privata, ringraziando tutti per le innumerevoli testimonianze di affetto ricevute. Battiato nella sua carriera musicale ha spaziato tra una grande quantità di generi, dalla musica pop a quella colta, toccando momenti di avanguardia e raggiungendo una grande popolarità.
Un maestro tout-court, di pensieri e musica: un grande precursore di tempi e mode, convinto, a ragione, della possibilità di una “terza via” che avrebbe potuto percorrere la musica italiana degli anni 70. Tra il cantautorato politico e la “bella canzone”, Battiato creò, rese importante e consacrò alla popolarità la musica culturale: la sua militanza è sempre stata intellettuale, la sua produzione è rimasta infinita perché ha sfidato lo spirito del tempo costringendolo alla tregua.
Per Franco Battiato sono passati oltre 50 anni dalle sue prime esperienze musicali a Milano, dal suo primo contratto discografico ottenuto grazie al suo grande amico Giorgio Gaber che tra l’altro, insieme a Caterina Caselli, (i due conducevano il programma “Diamoci del tu“) ha ospitato, nel 1967, la sua prima apparizione televisiva. Lungo questi decenni Battiato ha costruito un percorso davvero unico nel panorama italiano. Nella sua lunghissima carriera ha consegnato brani indimenticabili come La cura, Centro di gravità permanente, Voglio vederti danzare. Ha diretto anche diversi film tra cui Perdutoamor e Musikante su Ludwig van Beethoven che è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Battiato è stato uno studioso dagli orizzonti amplissimi che sapeva praticare l’arte della canzone pop ma che, grazie alla sua cultura dai vasti orizzonti, usa linguaggi e riferimenti diversissimi, sia in campo musicale che in altre forme di espressione artistica, come il cinema, la pittura, l’opera. Così come è stato un precursore della musica elettronica, Franco Battiato, che da molto tempo praticava quotidianamente la meditazione, era un cultore di musica classica e sinfonica che nei suoi racconti sembra essere praticamente l’unica musica che ascoltava.
Era un ironico libero pensatore che ha praticato l’arte della provocazione e che ha avuto pure una breve esperienza (non retribuita) come assessore alla Regione Sicilia con la giunta Crocetta, durata da novembre 2013 a marzo 2014 e finita in modo a dir poco burrascoso.
Franco Battiato era molto devoto alla madre. Quando comprò il castello dei Moncada a Milo, fece riconsacrare la cappella che faceva parte del complesso e ogni mattina un prete diceva messa per lei. Nel restauro del castello Battiato che adorava le danze sufi sventrò le cantine creando una sala da ballo di oltre 200 metri quadri con il parquet ricavato dal legno di rovere delle botti. E a chi gli chiedeva “e il vino?” lui rispondeva: “lo comprerò al supermercato“.
Sono moltissime le reazioni alla morte di Franco Battiato, il cantautore siciliano scomparso oggi a partire dal Presidente Sergio Mattarella che si dice “profondamente addolorato dalla morte di #FrancoBattiato, artista colto e raffinato. Con il suo inconfondibile stile musicale, frutto di intenso studio e febbrile sperimentazione, ha affascinato un vasto pubblico, anche al di là dei confini nazionali“. Anche il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha reso omaggio a Franco Battiato. “Ci la lasciato un Maestro. Uno dei più grandi della canzone d’autore italiana. Unico, inimitabile sempre alla ricerca di espressioni artistiche nuove. Lascia una eredità perenne”:.
Il presidente del Parlamento Europeo Davide Sassoli scrive: “Il mio sincero, profondo dispiacere per la scomparsa di Franco Battiato. Maestro. Poeta. Signore della musica e delle parole. Ci mancherà”. E il monsignor Ravasi “…com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire (Franco Battiato, R.I.P.)“
Abbiamo deciso di ricordare il grande maestro Franco Battiato con una selezione condensata, ma non per questo meno celebrativa, di cinque brani che forse sono meno popolari di altri ma non per questo meno indispensabili. Con il desiderio di omaggiarlo in tutte le sue forme.
Brani straordinariamente pop, che sono diventati manifesti di una rivoluzione fatta di misticismo, filosofia, ricerca e sperimentazione: la Bandiera Bianca, canzone simbolo che corre lieve su nervi e orecchie, è quella sollevata al suono della Voce del Padrone, che, oltre a essere un messaggio sociale chiarissimo è il titolo del primo album a vendere più di un milione di copie nella storia della musica italiana. Quel disco che dal 1981 ad oggi è stato in grado di scuotere e percuotere le particelle subatomiche di un panorama musicale ristagnante, creando onde d’urto che via via si sono andate amplificando, creando ascoltatori, appassionati, emuli, collaboratori, epigoni ed eredi.