Con la morte di Umberto Eco il mondo perde sicuramente uno dei suoi più importanti uomini di cultura contemporanei e a tutti noi cha amavamo leggerlo, e riflettere sulle sue acute riflessioni mancherà il suo sguardo a 360° sul mondo. E’ stato un prolifico scrittore, semiologo, filosofo ma sopratutto un grande osservatore ed esperto di comunicazione e media.Era nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932, la sua morte è avvenuta nella sua abitazione ieri sera alle 22.30 . Nel 1988 aveva fondato il Dipartimento della Comunicazione dell’Università di San Marino. Dal 2008 era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna. La notizia ha fatto immediatamente il giro del mondo, ripresa dai più autorevoli organi di informazione
Umberto Eco ha scritto numerosi saggi di estetica medievale, linguistica e filosofia, oltre a romanzi di successo. Tra questi il già citato “Il nome della Rosa“, uscito nel 1980 e diventato in brevissimo tempo un bestseller internazionale con 14 milioni di copie vendute, traduzioni in oltre cento lingue, una trasposizione cinematografica che ha vinto 4 David di Donatello nel 1987, e “Il Pendolo di Foucault“, del 1988. Dal 12 novembre 2010 era socio dell’Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche.
L’ultimo suo libro, pubblicato nel 2015, uscito proprio il giorno del suo compleanno, è stato “Numero Zero” , uscito per i tipi della da Bompiani. Un libro ambientato nel 1992 che parla di una immaginaria redazione di un giornale, con forti riferimenti alla storia politica, giornalistica, giudiziaria e complottistica italiana, da Tangentopoli a Gladio, passando per la P2 e il terrorismo rosso.
La scommessa sulla Nave. L’ultima sua intervista, invece, l’ha rilasciata al quotidiano La Repubblica lo scorso 24 novembre quando lo scrittore insieme a Sandro Veronesi, Hanif Kureishi, Tahar Ben Jelloun ed altri, decisedi non pubblicare più per il nuovo colosso Mondadori-Rcs controllato dalla casa editrice Segrate, pur essendo tra i migliori autori della scuderia Bompiani. Aveva deciso di seguire Elisabetta Sgarbi in una nuova avventura, la casa Editrice “La nave di Teseo“. E proprio questa nuova “avventura” di Umberto Eco, appresa la notizia della scomparsa, ha voluto salutare con un tweet la sua “guida”. “La nave di Teseo saluta il suo capitano. Grazie Umberto“.
Di questa nuova impresa-avventura Umberto Eco aveva parlato, nella sua intervista alla Repubblica di cui Eco è stato storico collaboratore, così come con l’Espresso . Il punto della massima chiarezza è stato anche quello della massima oscurità, allorquando, come ha raccontato Umberto Eco, “si sono incontrate per non capirsi Elisabetta Sgarbi e Marina Berlusconi“, non donne incompatibili e incomunicabili per ideologia, ma per antropologia. È a seguito di quell’incontro che è nata “La Nave di Teseo“, due legni arcuati e all’insù come simbolo, la nuova case editrice finanziata dagli scrittori, a partire dai due milioni messi proprio dallo scrittore che, faceva progetti con l’entusiasmo e i rischi di un ragazzo, pur sapendo di avere ormai 84 anni (ancora da compiere): “Perché il progetto è l’unica alternativa alla Settimana Enigmistica, il vero rimedio contro l’Alzheimer“. Velleitari? “Peggio, siamo pazzi“, diceva nell’ intervista rilasciata al giornalista Francesco Merlo per Repubblica.
Col Nome della rosa, lo scrittore raggiunse il successo internazionale, suscitando comunque più polemiche delle sue innovative teorie saggistiche.
Poi arrivarano gli altri romanzi, altri best seller che ne consolidano la fama e stemperano le astiosità: Il pendolo di Foucault nel 1988, L’isola del giorno prima (1994) e Baudolino (2001), La misteriosa fiamma della regina Loana(2004) e Il cimitero di Praga. Fino all’ultimo romanzo sul mondo dei giornalisti e dell’editoria, Numero Zero, uscito l’anno scorso.