Il leader radicale Marco Pannella è morto poco prima delle 14 nella clinica romana di Nostra Signora della Mercede dove era stato ricoverato ieri pomeriggio. L’annuncio, è stato dato da Radio Radicale con il Requiem di Mozart, dopo che la stessa emittente aveva dato ieri la notizia del suo ricovero.
Nato a Teramo nel 1930, Pannella si era laureato in legge nel 1950. Dopo un’esperienza nella gioventù liberale e nell’unione goliardica italiana, nel 1955, fonda il partito radicale insieme a Pannunzio, Ungari, Scalfari, Carandini, Cattani, di cui dopo un’esperienza a Parigi come corrispondente del Giorno, nel 1963 ne diventa segretario. Due anni dopo, nel ’65 comincia la campagna divorzista con Loris Fortuna. Viene arrestato a Sofia nel 1968 dove contestava l’invasione della Cecoslovacchia. Fu allora che comincià il suo primo grande digiuno gandhiano. “Digiuni di proposta, non di protesta“, amava precisare. Nel 1974 conduce l’iniziativa per il no all’abrogazione del divorzio. Un anno dopo, inizia la battaglia per la depenalizzazione delle droghe facendosi arrestare per aver fumato uno spinello in pubblico.
Nel 1981 arrriva la vittoria al referendum per il no all’abrogazione dell’aborto. Negli anni Novanta trasforma i radicali in un partito transazionale, allargando il campo delle sue battaglie alla lotta contro la pena di morte e contro la fame nel mondo. E’ nel 1976 che entra come deputato per la prima volta alla Camera dei Deputati dove verrà rieletto successivamente nel ’79, nell’83 e nell’87. In tanti, negli ultimi anni, hanno invocato un seggio come senatore a vita per Marco Pannella. Ma purtroppo il leader radicale si è spento senza aver mai ricevuto questo riconoscimento.
Lo scorso 2 maggio Pannella aveva soffiato 86 candeline nella sua casa a pochi passi dal Quirinale, insieme agli amici che non lo hanno mai abbandonato: innanzitutto i due attivisti radicali Matteo Angioli e Laura Harth. Le sue condizioni di salute precaria si sono aggravate proprio dal quel giorno. Pannella lottava da tempo contro un tumore al fegato ed uno ai polmoni. Una malattia di cui, per scelta, parlava pubblicamente con grande dignità e senza alcuna paura. Emma Bonino la sua amica per la pelle e compagna di tante battaglie ha detto a Radio Radicale :”Mancherà a tutti, penso persino ai suoi avversari. Molto amato ma poco riconosciuto nei suoi meriti in questo paese che tanto gli deve. Credo che ora molti dovrebbero riflettere, ora che non è più in vita, sui suoi meriti e la sua presenza nella storia di questo Paese“.
Dallo scorso mese di marzo le notizie su un aggravamento delle condizioni di Pannella si erano intensificate e l’anziano leader aveva interrotto tutte le sue attività pubbliche, ritirandosi nella sua casa a due passi dalla Fontana di Trevi nella Capitale dove aveva ricevuto le visite e l’omaggio di moltissimi compagni e uomini politici. Una sorta di pellegrinaggio “laico”, un omaggio sicuramente tardivo. In clinica, oggi accanto alla sua salma, i veri amici e compagni radicali di lungo corso: Rita Bernardini, Sergio D’Elia e Elisabetta Zamparutti – responsabili di Nessuno Tocchi Caino – Alessandro Capriccioli, numero uno dei radicali a Roma, e Riccardo Magi segretario dei Radicali italiani.
Lungo e addolorato il messaggio del capo dello Stato, Sergio Mattarella: “Ho avuto modo di parlare più volte negli ultimi tempi con lui, anche in questi giorni di sofferenza. Non ha mai smesso di pensare al domani, un domani migliore per il nostro paese. Protagonista della politica italiana, senza mai essere legato al potere, ha combattuto battaglie di grande importanza, particolarmente nel campo dei diritti. Ha rappresentato con passione tanti cittadini, riuscendo non di rado a trasformare una condizione di minoranza nell’avvio di processi di cambiamento“.
Tra i primi a commentare la notizia il premier Matteo Renzi, che ha interrotto una conferenza stampa con il primo ministro olandese Mark Rutte: “E’ la scomparsa di un grande leader italiano, che ha segnato la storia del Paese. Vorrei a nome mio personale e del governo e della forza politica che rappresento fare un grande omaggio alla storia di questo combattente e leone della libertà“.
Poi arriva il ricordo della seconda carica dello Stato, Piero Grasso. “Marco Pannella ha affrontato la malattia con la stessa fierezza con la quale, per decenni, si è battuto per le cause in cui credeva. Dobbiamo moltissimo a quest’uomo forte e appassionato che, come accade raramente, è stato sempre stimato anche dai suoi avversari. Con lui se ne va un protagonista assoluto della storia repubblicana e delle battaglie per i diritti civili. Addio Marco“. Asciutto il commento di Laura Boldrini presidente della Camera, : “Ha reso l’Italia più moderna“.
I socialnetwork sono stati letteralmente inondati dai messaggi di tutta la politica italiana a 360°. Roberto Giachetti, da sempre tessera radicale in tasca, attuale candidato del centrosinistra a Sindaco di Roma lo ricorda così: “Caro Marco, vorrei solo dirti, di questa solitudine che mi lasci avvolta nel dolore. E dirti che quella nostra rosa per me ci sarà ancora“
Silvio Berlusconi – con cui Pannella nel 1994si alleò (nel 2006 invece sostenne Prodi) dice “grazie Marco per quanto fatto per gli italiani“. Le sue battaglie politiche lo hanno portato spesso a contrapporsi alla Chiesa cattolica, ma Marco Pannella ha sempre avuto un rapporto personale forte con molti Papi : da Giovanni Paolo II a Francesco Bergoglio. Dalla Santa Sede, il portavoce padre Federico Lombardi lo ricorda con queste parole: “Marco Pannella è una persona con cui ci siamo trovati spesso in passato su posizioni discordanti, ma di cui non si poteva non apprezzare l’impegno totale e disinteressato per nobili cause“. L’Osservatore romano parla di un protagonista di “battaglie talvolta discutibili“, ma comunque “sempre in prima linea contro fame e pena di morte“.
La salma di Marco Pannella sarà portata domani a Montecitorio per la camera ardente. Ma l’ultimo saluto degli italiani sarà pubblico e all’aperto: sabato in piazza Navona. Il luogo a lui caro, simbolo di tante battaglie politiche. Poi finalmente il “ritorno a casa”, in quell’Abruzzo con cui aveva sempre conservato un rapporto indissolubile. Domenica verrà sepolto a Teramo, la sua città natale.