di Silvia Signore
Sul sito di Ads sono disponibili i dati mensili stimati di ottobre di quotidiani e settimanali e riferiti al mese di settembre per i mensili. Disponibili anche i dati di ottobre della Stampa Gratuita di Informazione. Accertamenti Diffusione Stampa ha introdotto un Regolamento per la certificazione delle copie cartacee e delle copie digitali. Fra le principali modifiche, lo schema di rappresentazione dei dati introduce una suddivisione in vendite individuali, pagate dall’acquirente e vendite multiple, pagate da terzi. La rappresentazione – spiega Ads – segna il superamento della separazione tra copie cartacee e copie digitali: le due tipologie vengono affiancate, in linea con le abitudini e i comportamenti attuali.
I dati per la Puglia riscontrano il crollo delle vendite in edicola della Gazzetta del Mezzogiorno che su una tiratura di 8.616 copie ne vende in edicola 6.076 copie (prima del fallimento ne vendeva circa 9.000, perdendo 300mila euro al mese) sorpassata dal Nuovo Quotidiano di Puglia (giornale del gruppo Caltagirone) che su una tiratura di 11.578 copie ne vende in edicola 7.735, pur non uscendo nelle edicole di Foggia e della Bat, come il concorrente storico ormai superato da tempo.
Il dato ADS arriva proprio in concomitanza con il tour auto-celebrativo di incontri e mostre per i 135 anni del quotidiano barese, che dopo il suo fallimento, e la breve gestione semestrale in attivo della Ledi del gruppo Ladisa (chiusa in attivo) con il nuovo assetto societario Miccolis-Albanese (soci al 50%) che ha dovuto incassare molteplici rifiuti per assumerne la direzione di autorevoli giornalisti a partire da Giovanni Valentini, ed ha dovuto accontentarsi di giornalisti indicati dal sindacato, privi di alcuna esperienza di direzione, dopo aver messo da parte senza alcuna logica l’ultimo direttore Michele Partipilo che è senza dubbio il giornalista più autorevole e capace della redazione della Gazzetta del Mezzogiorno. Da fonti riservate interne al giornale barese si parla di perdite intorno a 500 mila euro al mese. Sino a quando saranno sostenute dalla nuova società che un capitale sociale abbastanza modesto?
Secondo fonti informate fra i soci e della Gazzetta ci sarebbero delle frizioni e dei contrasti sulla gestione editoriale e la voglia manifesta di qualcuno di uscire dalla compagine societaria. Ma chi comprerebbe mai un giornale così sindacalizzato con 140 dipendenti a busta paga e poche migliaia di copie vendute e senza una concessionaria nazionale di pubblicità, con quelle perdite mensili ?
Ai posteri l’ardua sentenza.