ROMA – “Ho deciso che congeleremo il negoziato sull’Ilva aspettando la decisione del Tar di Lecce sull’impugnativa di Michele Emiliano governatore della Regione Puglia,, e del Comune di Taranto“. Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, durante l’assemblea della Cgil sull’acciaio. “Sono inutili i tavoli finché non è chiara la situazione. Se il Tar di Lecce accoglie l’impugnativa, l’amministrazione straordinaria dovrà procedere allo spegnimento dell’Ilva“.
Il giudizio del ministro Calenda è tranchant: “Dagli Enti locali c’è una gestione schizofrenica. Ma si sappia, se Regione e Comune usano tutti i mezzi necessari per far saltare l’Ilva, l’Ilva salta“. “Allora però Emiliano lo dica in modo chiaro, non attraverso i ricorsi ma assumendosene la responsabilità”
Secondo Calenda, quella del presidente della Regione Puglia è “una battaglia ideologica […] fatta sulle spalle dei lavoratori e dell’ambiente“. Emiliano – ha aggiunto il ministro – “sta costruendo una campagna elettorale dicendo cose che non esistono”. E ancora: “dobbiamo evitare il pericolo più grande che è la fuga dalla realtà e dalla responsabilità. Dire che l‘Ilva può essere del tutto decarbonizzata è una fesseria, non dovete dare sponda a chi dice queste cose che non esistono. Non esistono stabilimenti al mondo. In ballo – avverte Calenda – ci sono 5 miliardi di euro. Vorrei sapere qual è stato l’ultimo investimento di questa portata al sud“.
Infine il ministro dello Sviluppo economico,ha annunciato che, “se il Tar accoglierà la sospensiva richiesta, gli amministratori straordinari dovranno iniziare lo spegnimento dell’Ilva, poi faremo ricorso al Consiglio di Stato, ma al Governo non può essere chiesto l’impossibile“.
Per il segretario confederale della Cgil Maurizio Landini, quella di Emiliano “è una scelta sbagliata”. “Questo non è il momento dei tribunali, c’è una trattativa in corso, è il momento della responsabilità“. “Oggi – ha proseguito Landini – è opportuno far ripartire gli investimenti e la copertura dei parchi minerari. È importante – ha proseguito – portare ArcelorMittal a utilizzare tutte le tecnologie migliori e le soluzioni possibili” per ambientalizzare l’Ilva. “La lotta dei lavoratori – ha proseguito Landini – ha prodotto l’avvio di una trattativa vera. Sono stati aperti tavoli istituzionali che adesso devono partire in sede locale. Non è questo – ha concluso Landini – il momento dei tribunali e dei magistrati“.
Qualcuno adesso spieghi a Emiliano e Melucci che Roma non è Bari, Bari non è Taranto, e tantomeno Taranto è Crispiano o una banchina portuale, ambiente dove sicuramente l’attuale sindaco pro-tempore del capoluogo jonico, si trova sicuramente a suo più agio… e dove ha dimostrato con i bilanci della sua società di non essere neanche un valido imprenditore dati i risultati negativi di bilancio sinora conseguiti della sua società di servizi portuali.
E di novelli “masanielli” Taranto è stanca da molto tempo e non ha certamente più bisogno !