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22 Luglio 2024 07:11
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Ecco come Chiara Ferragni sfuggiva al Fisco

Lo schema della struttura societaria delle aziende di Chiara Ferragni, è tratto dal libro "Fiscalmente inattaccabile. La strategia definitiva per ridurre drasticamente le imposte e vivere serenamente il rapporto con il fisco", edito da Sperling & Kupfer, 2024.

Per capire meglio il meccanismo fiscale utilizzato dall’influencer è necessario risalire alle origini delle sue attività economiche e commerciali. Il 28 gennaio 2011 Chiara Ferragni costituiva con il suo fidanzato all’epoca dei fatti, Riccardo Pozzoli, la società Tbs Crew srl capitale sociale 10.000 euro, della quale la Ferragni detiene il 65% delle quote sociali ed il cui oggetto sociale era la “consulenza in campo pubblicitario, di stile e di marketing“. 

L’attuale struttura viene concepita ad inizio 2023, come viene raccontato da un libro scritto da Gianluca Massini Rosati “Fiscalmente inattaccabile. La strategia definitiva per ridurre drasticamente le imposte e vivere serenamente il rapporto con il fisco“, in uscita il prossimo 5 marzo 2024 (editore Sperling & Kupfer). Quando il gruppo della Ferragni cambia veste viene messa in piedi una struttura societaria che potremmo chiamare “holding-trading-Ss” passando da tre Srl operative ad una capogruppo denominata Sisterhood srl, la quale a sua volta detiene le partecipazioni nelle società partecipate e controllate Fenice srl, Tbs Crew srl e Ferragni Enterprise Ss

Consultando i bilanci depositati in Camera di commercio, l’architettura societaria-fiscale degli affari di Chiara Ferragni, si struttura con due società operative, la Fenice srl e la Tbs Crew srl, le quali distribuiscono i propri ricavi ad una holding, la Sisterhood, che si occupa anche di gestire gli asset immateriali del gruppo e di incassare royalties per l’utilizzo dei brand e probabilmente dell’immagine della Ferragni. Uno schema costruito per finanziare la società semplice Ferragni Enterprise Ss, destinata alla gestione delle proprietà immobiliari, tra le quali il suo superattico di tre piani nel lussuoso quartiere “City Life” di Milano. 

Nell’aprile 2013 al posto dell’ex fidanzato Riccardo Pozzoli, subentra la Esuriens srl, holding di partecipazione di proprietà delle famiglie Morgese e Barindelli, le quali sborsando 750.000 euro acquistano il 35% delle quote detenute da Pozzoli e più tardi, cinque mesi dopo acquistano un altro 10% delle quote direttamente dalla Ferragni. Azionariato societario che il 16 giugno 2021 muta , allorquando Chiara Ferragni rileva per circa un milione di euro dalla Esuriens il 45% , diventando così proprietaria del 100% delle quote.

La holding unipersonale della Ferragni

Il 22 luglio 2021 la Ferragni conferisce il 100% delle quote della Tbs Crew srl alla Sisterhood srl, che così diventa la sua holding unipersonale. A questo punto occorre fare un passo indietro:la Ferragni aveva costituito il 5 dicembre 2012  con Riccardo Pozzoli e Camilla Barindelli, ciascuno dei due detentori di un rispettivo 25% delle quote, la Fenice srl, trasformando la precedente ragione sociale denominata Serendipity srl (10.000 euro di capitale sociale) che ha per oggetto sociale i “servizi di concessione dei diritti di sfruttamento di proprietà intellettuale”

Le società di capitali. Il 19 dicembre 2017 nasceva la Sisterhood srl, la scatola societaria con le sorella di Chiara Ferragni, Valentina, socia con una quota dello 0,5%, e Fabio Salvatore Maria Damiano, suo manager di stretta fiducia, anche lui allo 0,5%. La società svolge attività di “consulenza in campo pubblicitario, di stile e di marketing“. Quattro anni dopo, nel 2021,, Chiara Ferragni ha acquisito il totale controllo azionarioa acquistando le quote dei due soci al valore nominale di appena 50 euro ciascuna. L’ ultimo passaggio avviene in data 24 maggio 2022 quando viene costituita la Ferragni Enterprise Ss, con il 99,9% delle quote intestate alla Sisterhood srl e lo 0,1% alla madre di Chiara Ferragni, Marina Di Guardo.

Negli anni successivi vi è stato un valzer di cessioni di quote e conferimenti che dapprima hanno portato all’uscita dalla compagine sociale di Riccardo Pozzoli a vantaggio della società Esuriens, e successivamente all’ingresso di Mofra Shoes srl, Febo Holding srl e N1 srl, che nel tempo hanno rilevato la maggioranza del capitale. Arriviamo così alla configurazione societaria di inizio 2023, nel quale oltre a Chiara Ferragni al 32,5% comparivano le società Esuriens e N1, entrambe col 13,75% delle quote societarie, ed Alchimia spa al 40%.

L’ ultima operazione societaria avviene ad inizio 2023 allorquando viene attuata l’operazione straordinaria con il conferimento del 32,5% di Fenice srl società di via Turati (Milano) che conta 23 dipendenti e 14,2 milioni di euro di fatturato nel 2022, in Sisterhood srl, che già deteneva il 100 per cento della Tbs Crew srl, conferita nella stessa holding già nel 2021.  Chiara Ferragni per fare tutto ciò effettua un aumento di capitale sociale della Sisterhood srl che sale da 20.000 a 30.000 euro, conferendo il 32,5% della Fenice srl (che ha ricevuto una valutazione da 75 milioni di euro) per sottoscrivere i 10.000 euro di differenza, accantonando come riserva 1.127.545,50 euro . Cosi facendo, con queste operazioni di architettura societaria la Sisterhood è diventata a tutti gli effetti la holding di partecipazione unipersonale di Chiara Ferragni.

La TBS Crew srl (ricavi per 14,6 milioni di euro nel 2022) è l ‘azienda multata dall’Antitrust, che segue le altre attività della Ferragni: dalla consulenza in digital marketing ai progetti di comunicazione per altri brand. La “madre” delle società è però la Sisterhood, la holding del gruppo, con un fatturato da 4,5 milioni di euro e 2,4 di utile. La TBS Crew dai bilanci risulta aver realizzato nel 2022 14,5 milioni di ricavi (+100% sul 2021) e 5,1 di utile (+200%). La Fenice srl è controllata al 32,5% dalla Ferragni, con il socio Paolo Barletta al 40% e altri come Morgese al 27% ha fatturato 15,6 milioni di euro con 3,4 di utile.

Concludendo, le attività della Ferragni avvengono mediante due società operative, molto remuneratiive, le quali distribuiscono i propri utili ad una holding che si occupa anche di gestire gli asset immateriali del gruppo e di incassare le royalties per l’utilizzo dei brand, e probabilmente anche dell’immagine di Chiara Ferragni. Tutte queste operazioni permettono di finanziare la società semplice utilizzata alla gestione delle proprietà immobiliari, proprietaria del suo superattico di 27 vani sviluppato su tre piani del valore di oltre 10 milioni nelle residenze Libeskind 2 di CityLife a Milano, progettato da 13.1 Architecture & Decor Studio co-fondato dall’ architetto Filippo Fiora, che è anche uno degli amici più cari della Ferragni.

Si potrebbe quindi ipotizzare che Chiara Ferragni ha acquistato la propria abitazione “a sette stelle” nella quale vive con la propria famiglia, a spese della sua holding o che sta utilizzando i soldi presenti nelle casse della sua azienda unipersonale per fini privati, senza distribuire utili, e così di conseguenza evitando di pagare il 26% di imposte su quegli utili.

Come è riuscita Chiara Ferragni a ridurre le tasse da pagare? Attraverso la normativa Madre-Figlia, come indicato dal Gianluca Massini Rosati così riuscendo a ridurre l’imponibile su cui calcolare le imposte sulla distribuzione degli utili. Infatti la normativa fiscale in questione prevede che solo il 5% degli utili distribuiti a una società madre dalla società figlia costituisca base imponibile per il calcolo dell’Ires, determinando una riduzione di oltre il 95% delle imposte, che così scendono dal 26% all’1,2%.

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