di Antonello de Gennaro
ROMA – Ancora una volta il CORRIERE DEL GIORNO è in grado di rivelarvi come i soliti “furbetti del quartierino” hanno prosperato a Taranto, facendo affari a spese della cittadinanza, grazie a politici e dirigenti comunali collusi. Abbiamo più volte parlato dell’operazione-truffa sulla piscina comunale di via Bruno, assegnata per 30 anni grazie ad una delibera “allegra” della Giunta Di Bello ad una società della famiglia Cassalia, la Mediterraneo s.r.l. che le due successivegiunte guidate dal sindaco Ippazio Stefàno non non hanno mai avuto il coraggio di revocare. Avrebbero potuto, e dovuto. Grazie ai documenti del Comune di Taranto di cui il CORRIERE DEL GIORNO è entrato in possesso,e che vi mostriamo in ESCLUSIVA , vi spieghiamo di seguito il perchè parliamo di una vera e propria truffa alle tasche dei cittadini di Taranto.
Nel dicembre 2015 l’ing. Sergio Tracuzzi ha redatto una relazione per il sindaco Stefàno,che a seguito dei nostri articoli aveva chiesto una “relazione di congruità della spesa secondo elaborati di progetto esecutivo“. Il documento che vi mostriamo è a disposizione del nuovo sindaco Melucci, che volendo potrebbe intervenire e risparmiare il continuo esborso-truffa alla società dei Cassalia, con una nuova delibera. Avrà il coraggio di farlo ?
Comune TA_rel tecnica piscina comunaleIl progetto esecutivo presentato dai Cassalia al Comune di Taranto a marzo 2004 e prevedeva lavori di ristrutturazione per 2.457.082,15 euro, e come segnala il professionista incaricato, è sparito un documento (“si segnala che manca in elenco la tav.27“) . A seguito del 1° progetto comparve nell’ ottobre 2004, si è arrivati al progetto esecutivo di “variante in corso d’opera con data giugno 2005” come si evince dai documenti forniti dalla Direzione Lavori Pubblici del Comune di Taranto all’ ing. Tracuzzi.
“Da un punto di vista economico – scriveva l’ingegnere nella sua relazione al Sindaco Stefàno – i tre progetti elaborati, ovvero il progetto esecutivo, il progetto esecutivo “rivisitato” che è stato “rivisitato” ed il progetto di variante in corso avevano i seguenti importi: progetto esecutivo Euro 2.457.082,15; progetto esecutivo “rivisitato” Euro 1.676.466,61; progetto di variante 2.483.652,186″
“Con la rivisitazione del progetto esecutivo – continua la relazione dell’ingegnere – si è abbattuto l’importo dei lavori, che è passato da 2.457.082,15 a 1.676.466,61 € comprensivo degli oneri di sicurezza e sono diminuite le somme a disposizione che sono passate da 467.422,64 a 389.360,99 euro, per cui il totale generale è passato da 2.924.504,69 a 2.065.827,60 €.“. Incredibilmente si evince dalla relazione che “il progetto è stato rivisitato per contenere i costi dell’intervento e gli oneri economici a carico dell’ Amministrazione Comunale.“
Comune TA_Piscina vle Bruno“Da segnalare che sempre nel CSA, all’art. 14.2 rimane anche invariato l’importo corrisposto dall’ Amministrazione Comunale al Concessionario (famiglia Cassalia n.d.r.) pari a € 826.331,04 in disattesa delle premesse del progetto rivisitato.
A pagina 4 della relazione emerge una macrospica illegalità, che potrebbe o meglio, dovrebbe indurre la Procura di Taranto ed i Vigili del Fuoco ed anche la Corte dei Conti di Puglia ad intervenire immediatamente. “Inoltre, non risulta essere stato effettuato l’adeguamento sismico delle opere esistenti e delle nuove, obbligatorie per Legge, ricadendo l’impianto (100 utenti) tra quelle opere civili rilevanti in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso; la relazione di calcolo allegata al progetto rivisitato riporta soltanto calcoli inerenti a modifiche strutturali“
Le sorprese non finiscono qui. A pagina 5 della relazione tecnica del dicembre 2015, richiesta e disposta dal Sindaco Stefàno, emerge che “occorre tener presente che tale approccio, per la congruità dell’importo del progetto, non è significativo ed affidabile, in quanto tutti i parametri di riferimento sono ricavati da nuovi impianti” e continua segnalando che “Per la parte impiantistica, almeno per le voci principali, i prezzi a corpo esposti avrebbero dovuto avere una documentazione tecnica di offerta (che quindi manca n.d.r.) comprovante la loro validità sul mercato del tempo. Tale documentazione non risulta acquisita e presente nei fascicoli“ e conclude sull’argomento ” D’altra parte, oggi a circa dieci anni dalla realizzazione dell’intervento risulta difficile esprimere giudizi sulla congruità dei costi degli impianti, ed in particolare sulle forniture e montaggio di apparecchiature o monoblocchi di impianti, non disponendo, fra l’altro, del manuale di installazione degli stessi impianti, con le effettive caratteristiche dei componenti installati“. Legittimo quindi a questo punto chiedersi: come mai nessuno per 10 anni se ne è mai accorto ? Chi ha chiuso gli occhi ?
I piani economici finanziari . Sui documenti allegati in merito, l’ ingegnere incaricato dal Sindaco Stefàno osservava quanto si può evincere e leggere dal documento che pubblichiamo sotto.
quindi si evince che è prevista e possibile ogni tre anni la revisione della Concessione, ed ogni qualvolta si mutano alcune condizioni originarie da una delle parti. Ma evidentemente la Giunta Stefàno non ha avuto il coraggio e la volontà di intervenire tutelando gli esborsi dell’amministrazione Comunale, sopratutto considerando che la società di gestione dei Cassalia incassa circa 40 mila euro al mese dal Comune di Taranto, per un totale di 480.000 euro/anno che moltiplicati 10 anni fanno 4 milioni e 800mila euro, cioè il doppio delle spese previste di ristrutturazione dal Concessionario che contengono prevedono un congruo utile in quanto realizzate dall’impresa di famiglia Geom. Domenico Cassalia s.a.s. ! Altrettanto sta facendo da 6 mesi la Giunta guidata dall’attuale sindaco Rinaldo Melucci.
Ma lo scandalo che abbiamo più volte denunciato, nell’indifferenza di una magistratura locale un pò troppo addormentata…, è che la convenzione allegata al progetto esecutivo del marzo 2004, oltre “a confermare il contributo dell’ Amministrazione Comunale, riporta anche la somma di € 403.000,00 da versare annualmente per fini sociali ( quali sarebbero ? n.d.r.) per 128.329 utenti sportivi” cioè praticamente 10.694 utenti al mesi, cioè 256 persone al giorno. che avrebbero potuto e dovuto usufruire gratis della piscina di proprietà del Comune di Taranto ! ! ! A pagina 7 della relazione si evince qualcos’altro di molto strano, e cioè che “la convenzione del febbraio 2004 riporta “stranamente” gli importi del progetto rivisitato avente data ottobre 2004“.
La relazione si conclude richiamando l’attenzione “infine sugli articoli 32 e 35, relativi alla decadenza della concessione e penali“. Articoli e norme contrattuali che gli avvocati del Comune di Taranto dovrebbero rileggersi ed applicare nell’interesse delle casse comunali e sopratutto dei contribuenti che hanno sinora consentito, senza alcuna responsabilità, questo vero e proprio furto a danno delle loro tasche.
Determina_Piscina Mediterraneoecco quanto costa ogni mese ai contribuenti tarantini
la piscina “comunale” di Taranto gestita dalla Mediterraneo
In data 28.12.2015 la 10a DirezioneLavori Pubblici, a firma del suo dirigente Avv. Erminia Irianni, scriveva con protocollo riservato al Sindaco (ma quando mai un Comune ha un protocollo riservato ???) , segnalando che è “opportuna è altresì la verifica del programma manutentivo dell ‘impianto facente carico al concessionario. Per quanto evidenziato si segnala che sarà cura di questa Direzione segnalare al concessionario la rilevata mancanza di adeguamento sismico della struttura affinchè, a cura e spese dello stesso si adempia a questo adempimento“.
Tante belle parole e buoni propositi burocratici da parte dei funzionari e dirigenti comunali , a cui non ha mai fatto seguito alcun adeguamento, circostanza questa che rende di fatto per Legge illegale la piscina comunale di via Bruno per ovvie responsabilità dell’ impresa Cassalia (che fece i lavori di ristrutturazione) e della società Mediterraneo srl che la gestisce. In poche parola la famiglia Cassalia al completo.
La dirigente comunale dr.ssa Irianni ricordava e precisava al Sindaco Stefàno che invece “all’aspetto gestionale dell’impianto ed alla verifica del PEF in relazione all’effettiva utilizzazione della piscina, si rinnoverà alla Direzione P.I. Cultura e Sport (che risponde all’ Assessore competente n.d.r. ) competente sulla questione, l’invito (cfr. nota prot. 157707/09.10.2015) a procedere alle opportune verifiche ai sensi dell’ art. 31 della Concessione in ragione delle effettive condizioni di utilizzo dell’impianto ai sensi dell’art. 31 della Concessione in ragione delle effettive condizioni di utilizzo dell’impianto da parte di questa civica Amministrazione e dei conseguenti esborsi economici sulla medesima gravanti“.
Ricordate chi erano gli ultimi due assessori allo Sport delle giunte Stefano ? Ve lo ricordiamo noi: gli ormai ex-consiglieri comunali Francesco Cosa e Gionatan Scasciamacchia attuali ispettori della Polizia di Stato in servizio in provincia di Taranto (cioè i due consiglieri-ombra dell’ex-sindaco Ippazio Stefàno) , ormai tornati finalmente a fare soltanto gli agenti della Polizia di Stato, dopo la reciproca “trombatura” elettorale ricevuta dagli elettori in occasione delle ultime elezioni amministrative dello scorso giugno 2017.
Davanti a tutto ciò il Comune di Taranto tace da troppo tempo, fingendo che va tutto bene. Anzi gli attuali assessori si fanno fotografare persino con il gestore della piscina Antonello Cassalia, laureatosi come “il trota” (il figlio di Umberto Bossi, l’ex-leader della Lega Nord ) nella solita università albanese che dispensa lauree a pagamento . Come mai…. ? Cosa aspetta il Comune di Taranto, dopo 15 anni a rientrare in possesso della propria struttura “comunale” ? O forse preferisce sottrarsi alle proprie responsabilità per non manifestare la propria incapacità gestionale ? Dove sono finiti i “tecnici” millantati dal sindaco di Taranto ?
Tutto ciò accade mentre l’assessore Di Paola parla di ristrutturazione di impianti sportivi a spese del Comune grazie ai finanziamenti del credito sportivo, i cui interessi non gravano sulle tasche dei contribuenti. Esattamente il contrario di quanto accade in realtà per la piscina comunale.
La famiglia Cassalia ringrazia…ma come ?