ROMA – Con il solito stile “grillino” il ministro Danilo Toninelli ha pubblicato un post su Twitter dal titolo imbarazzante “Aiscat smentita sui fatti”, rendendo pubblici dei documenti che scondo lui avrebbero dovuto dimostrare le pressioni ricevute dal suo dicastero dall’Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori. Il ministro pubblica due fogli, evidenziati di giallo per mostrare con quali parole secondo lui l’ associazione avrebbe provato a dissuadere il Mit dal desecretare gli atti sulle concessioni.
Ma Toninelli è scivolato su una propria “buccia di banana” a causa di un dettaglio non irrilevante per quei documenti: la data. Quei documenti infatti erano sono stati protocollati rispettivamente l’11 gennaio e il 7 marzo, mesi prima della tragedia di Genova, e che al ministero arrivasse il ministro grillino. Altro particolare quelle lettere non erano relative alla sicurezza, ma bensì a questioni finanziarie.
Il ministro Toninelli ha tenuto a precisare con un successivo post su Facebook che un atto come la diffida ha valore fino a quando non cambi il suo oggetto: “Mi limito a dire che la diffida rimane in vita finché non cambia l’oggetto della diffida stessa, cioè la scandalosa convezione a favore di Autostrade. Quindi anche un bambino capirebbe che valeva sia prima del mio arrivo al ministero sia dopo, e cioè fino ad oggi. Una pressione a non pubblicare che continuava a produrre i suoi effetti”.
L’autogol di Toninelli ha suscitato la reazione indignata del Pd: “Le fantomatiche “pressioni” di cui ha parlato Toninelli in Aula alla Camera sarebbero, quindi, una lettera di Aiscat, la societa dei concessionari autostradali per la quale lavorava il premier Conte, mandata quando era ministro Delrio, e che non ha comunque impedito che le concessioni fossero a disposizione del Parlamento, quindi pubbliche” scrive il deputato Pd Michele Anzaldi su Facebook ed aggiunge: “Ma #Toninulla non si vergogna neanche un po’? Ci sono volute ben 48 ore per partorire questa penosa e traballante linea difensiva, dopo la balla raccontata in una sede istituzionale: imbarazzante“.
“La toppa di Toninelli è peggiore del buco.” afferma Carmelo Miceli, deputato del Pd ” Pur di non fare la cosa giusta, cioè andare in Procura e denunciare le cosiddette pressioni ricevute dopo il crollo del ponte Morandi, il ministro pubblica due stralci di lettere protocollate nei mesi di gennaio e marzo, cioè quando lo stesso Toninelli non era al vertice del dicastero, né la tragedia di Genova si era consumata. Perché continua a prenderci in giro? Basta girotondi e balletti. Toninelli vada in Procura e poi rassegni le dimissioni». .