Alla vigilia dell’udienza dinnanzi al Tribunale del Riesame per essere scarcerato “perchè i soldi ottenuti da Scarpellini erano un prestito chiesto a un amico” Raffaele Marra ex capo del personale del Comune di Roma finito agli arresti con l’accusa di corruzione, alza il tiro e chiede di rendere pubblici le decine e decine di colloqui intercettati nel corso delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e riguardano fatti personali, ma soprattutto la gestione del Campidoglio.
Via gli omissis dalle conversazioni di Raffaele Marra con Virginia Raggi, Salvatore Romeo e Daniele Frongia. Ad avanzare la richiesta è lo stesso Marra. Lo scrive oggi la sempre bene informata collega Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera alla vigilia dell’udienza di fronte al tribunale del Riesame, secondo cui l’ormai ex fedelissimo del sindaco di Roma Virginia Raggi avrebbe depositato un’ istanza per rimuovere il segreto dalle sue conversazioni in una chat privata su Whatsapp (gruppo dal nome “Quattro Amici al bar“) con il “Raggio Magico“. L’obiettivo dichiarato è per Marra quello di dimostrare che “non avevo alcun interesse a rimanere in Campidoglio, anzi volevo andare a lavorare all’estero”.
Nel decreto di convalida del materiale sequestrato a casa e nell’ufficio di Marra dopo l’arresto, si dà conto di quanto è stato trovato. Appunti che riguardano il suo incarico di capo del Personale, resoconti su riunioni che riguardavano la gestione di numerosi settori del Campidoglio, corrispondenza con i vari uffici. Ma ciò che maggiormente interessa gli inquirenti è il contenuto di computer e chiavette Usb oltre ai testi delle mail che sono state trasferite in un unico file per essere esaminate. Il sospetto è che per le conversazioni riservate Marra utilizzasse un profilo intestato alla moglie e anche su questo i Carabinieri del RACIS stanno effettuando verifiche informatiche e tecniche. Il capo del Personale, per cui Raggi sfidò persino Beppe Grillo minacciando le dimissioni pur di convincerlo a rimanere al suo fianco, viene ritenuto un personaggio potente, in grado di poter tranquillamente condizionare le scelte della sindaca. Lui nega, sostenendo di essere stato scelto “soltanto perché ero una persona esperta di pubblica amministrazione, l’unico che potesse aiutarla a orientarsi in una macchina complessa come quella capitolina”.
Quello che interessa principalmente la Procura di Roma è il contenuto di computer e chiavette usb oltre ai testi delle mail che sono state trasferite in un unico file per essere esaminate. Il sospetto è che per le conversazioni riservate Marra utilizzasse un profilo intestato alla moglie e anche su questo i tecnici informatici del Racis dei Carabinieri stanno effettuando tutte le opportune necessarie verifiche.