di ANTONELLO de GENNARO
Ancora una volta tocca al nostro giornale raccontare i retroscena della chiusura (ci auguriamo provvisoria) dello storico quotidiano barese, diffuso in Puglia e Basilicata. Partiamo da alcuni punti importanti da sapere. Le curatele fallimentari sono due: la EDISUD che ha sulle spalle i 144 dipendenti fra poligrafici e giornalisti , con una massa fallimentare passiva di 41 milioni di euro, e la società MEDITERRANEA che ha in carico la testata e l’archivio del giornale, su cui grava una massa fallimentare passiva di 13,4 milioni di euro.
Il vero problema, contrariamente a quanto raccontato dal sindacato, non è stata la giusta decisione della LEDI srl, società del Gruppo Ladisa, che ha rispettato tutti i propri impegni, ristrutturando l’azienda, tagliando i rami secchi, predisponendo una sede nuova e tecnologica. predisponendo un piano industriale di ristrutturazione, ma bensì un comportamento anomalo ed a dir poco sospetto da parte della curatela fallimentare (che al suo interno ha qualche problema di conflitto di interessi) che si è decisa a convocare il comitato dei creditori soltanto lo scorso 15 luglio, cioè a 15 giorni dalla scadenza del contratto di gestione affidato 8 mesi fa alla LEDI, offrendo a questa società una proroga di appena 30 giorni. Non è corretto scrivere, come fa il CdR della GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, che causa della chiusura è “il diniego della Ledi alla prosecuzione dell’affitto“. Anche perchè a pagina 9 del bando di aggiudicazione in affitto era prevista una proroga di 6 mesi, non di soli 30 giorni !
Una proposta irricevibile per chi deve gestire un quotidiano e nello stesso tempo partecipa alla gara competitiva di offerta economica per il rilancio della GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO. Un giornale non è un’azienda come tutte le altre come giustamente viene fatto notare dal direttore Michele Partipilo, giornalista serio ed autorevole. Paradossalmente da domani i giornalisti non hanno più una sede, e se il Tribunale dovesse decidere in favore di un altra società, questa dovrebbe organizzare tutto daccapo. Mentre la LEDI invece dovrebbe solo proseguire nel suo piano di ristrutturazione aziendale per rilanciare il giornale.
Corrono voci che dietro le quinte della proposta concorrente-rivale alla LEDI ci sarebbero alcuni imprenditori operanti nello smaltimento dei rifiuti, uno dei quali recentemente condannato e plurindagato, che a settembre dovrebbe salire sul banco degli imputati dinnanzi ad un Tribunale pugliese. E guarda caso a questo imprenditore è legato un giornalista esponente sindacale pugliese che votò (coincidenza…???) contro il piano di ristrutturazione aziendale proposto dal Gruppo Ladisa che venne poi approvato dall’ assemblea dei giornalisti.
Purtroppo l’interesse prevalente che traspare dai comunicati sindacali non è l’amore per il proprio giornale, la passione per il proprio lavoro e la necessaria volontà di riportarlo agli antichi fasti, ma solo e soltanto gli interessi economici personali e le solite rivendicazioni sindacali ( “l’aggiudicazione della testata consenta ad una compagine imprenditoriale di garantire i livelli occupazionali e salariali dei giornalisti“) . E imbarazzante leggere chi parla di “un impoverimento culturale del diritto costituzionale all’informazione dei cittadini di Puglia e Basilicata” come se in queste due regioni non ci fossero altre realtà editoriali e giornalistiche.
Per fare un giornale occorrono dei giornalisti capaci di attrarre con i propri articoli i lettori in edicola, contrariamente alla discesa continua in numero di copie degli ultimi anni avvenuta sotto la direzione del precedente direttore De Tommaso, nel silenzio complice del comitato di redazione. Se i lettori in Puglia e Basilicata non compravano più la GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO in edicola, è stato solo e soltanto colpa di chi non è stato capace di “fare giornalismo”, di cercare notizie, di fare inchieste, di rendersi controllore della politica e degli affari, e portavoce dei cittadini e lettori.
L’attuale direttore Michele Partipilo era sulla buona strada per rilanciare la GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO. Il rischio è con una nuova proprietà abituata a fare affari fra la spazzatura, che arrivi qualche altro giornalista sulla poltrona di comando, più abituato a servire il padrone che a rispettare il lettore. Il collega Partipilo nel suo editoriale odierno scrive che “sarebbe sufficiente che il Comitato dei creditori esprimesse subito, magari domani stesso, la sua valutazione delle due proposte in campo. Dopodiché al giudice non resterebbe che prenderne atto e procedere all’assegnazione della testata. Anche in attesa della procedura di omologa, l’assegnatario avrebbe tutte le carte in regola per riportare la Gazzetta in edicola”.
I colleghi della Gazzetta ci permettano qualche domanda: se il giornale non dovesse essere assegnato alla LEDI , dove andrebbero a scrivere e lavorare i 144 dipendenti ? Con quale sistema editoriale ? In qualche discarica dalle parti di Massafra ? O in qualche ufficio a Castellana Grotte ? E chi gestirebbe l’azienda editoriale, che non equivale a gestire una discarica o una società qualsiasi ? “Pecunia non olet” è una locuzione latina il cui significato letterale è “Il denaro non ha odore“. Talvolta puzza ed anche di malaffare. Rifletteteci bene.
I vari politici e partiti invece di fare i soliti patetici inutili comunicati di solidarietà, si attivino presso il Ministro di Giustizia ed il Presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Bari, affinchè tutto avvenga nella legalità più totale, e se qualche curatore ha qualche incompatibilità, lo dica e si tolga di mezzo. A noi non resta che augurarci di rivedere al più presto la GAZZETTA in edicola. Vi aspettiamo e lo scriviamo con il cuore.