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22 Luglio 2024 13:50
22 Luglio 2024 13:50

Ecco tutte le novità del Def varato dal governo Meloni

Approvato dal Consiglio dei ministri il Def del 2023. Il governo preferisce mantenere un atteggiamento prudente: ecco il contenuto del documento

Com’era in programma è stato approvato oggi il primo Documento di economia e finanza (Def) dell’attuale governo guidato da Giorgia Meloni. Il Consiglio dei ministri ha approvato nel corso di questo pomeriggio i il testo relativo all’anno 2023. L’esecutivo Meloni per questo Def, documento all’interno del quale vengono inserite tutte le politiche economiche e finanziarie selezionate, decise ed imposte, considerate le sfide in arrivo e quelle già affrontate, ha preferito mantenersi prudente.

Nel Documento di economia e finanze del 2023 per il triennio 2024-2026 si tiene conto di un quadro economico-finanziario in miglioramento rispetto agli anni trascorsi ma ancora incerto. Pesano gli strascichi lasciati dalla passata emergenza sanitaria, così come gli effetti delle sanzioni alla Russia e della guerra in Ucraina. Un ruolo molto importante lo ha anche l’aumento dei tassi d’interesse voluto dalla Bce e dalle altre banche centrali. Nel testo proposto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si legge che malgrado le avversità, tuttavia, “l’economia italiana continua a mostrare una notevole dose di resilienza e vitalità”.

la premier Giorgia Meloni e il ministro Giancarlo Giorgetti

“A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35 per cento del PIL, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5 per cento) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull’anno in corso. Ciò sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale. Unitamente ad analoghe misure contenute nella legge di bilancio, questa decisione testimonia l’attenzione del Governo alla tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e, al contempo, alla moderazione salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi”. ha spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Una nota del ministero dell’Economia e delle Finanze riporta cheA fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35% del Pil, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5%) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull’anno in corso”, aggiungendo che  “Ciò sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale“.

Un approccio “prudente”

E’ prevista una crescita del prodotto interno lordo dell’1% per il 2023 (nel quadro programmatico e tendenziale) e dell’1,5% per il 2024. Nel 2025, invece, è prevista una crescita dell’1,3% (programmatica e tendenziale) e nel 2026 dell’1,1% (programmatica e tendenziale).

Per quanto riguarda il rapporto debito/Pil, questo era stimato al 144,4% nel 2022, cioè 1,3 punti percentuali in meno rispetto alla previsione del Dpb dello scorso novembre. La discesa, si apprende, dovrebbe progressivamente continuare nel 2023 (142,1%) e nel 2024 (141,4%). Si auspica di aver raggiunto per il 2026 il 140,4%. Nel Def viene inoltre prevista una decrescita della pressione fiscale, che dovrebbe passare dal 43,3% del 2023 al 42,7% entro il 2026

“Il Governo oggi ha tracciato la politica economica per i prossimi anni, una linea fatta di stabilità, credibilità e crescita. Rivediamo al rialzo con responsabilità le stime del Pil e proseguiamo il percorso di riduzione del debito pubblico. Sono le carte con le quali l’Italia si presenta in Europa”. ha affermato la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine del Cdm che ha approvato il Def.

Le valutazioni di Bankitalia

Un trend in crescita che viene confermato da Bankitalia, che nell’ultimo bollettino economico, osserva: “secondo i nostri modelli, in Italia l’attività economica sarebbe leggermente aumentata nel primo trimestre del 2023, sostenuta dal settore manifatturiero, il quale beneficia della discesa dei corsi energetici e dell’allentamento delle strozzature lungo le catene di approvvigionamento”

Cala il rapporto tra indebitamento e crescita nelle stime contenute nel Def. Nel 2025, viene riferito, il rapporto tra debito pubblico lordo e il Pil sarà del 140,9%, in diminuzione rispetto al 144,4% del 2022. Una stima leggermente migliore rispetto al Dpb di fine anno, che annotava invece nel 2023 un debito lordo della Pubblica Amministrazione “al 144,6% del Pil, mentre nell’anno finale della proiezione, il 2025, al 141,2%”.

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