di REDAZIONE CRONACHE
Non usa giri di parole il procuratore capo di Verona Angela Barbaglio: “Indaghiamo per verificare eventuali ricatti che possa aver subito Luca Morisi“. La vicenda evidentemente merita un dovuto approfondimento, anche se questo non significa che gli inquirenti abbiano già riscontrato episodi estorsivi di cui sarebbe vittima l’ex spin doctor di Matteo Salvini. “Diversi giornali hanno ipotizzato un simile scenario – aggiunge il procuratore – non possiamo non appurare se simili condotte ci siano state“.
Gli investigatori passeranno al setaccio cosa è realmente accaduto nei giorni precedenti all’appuntamento di ferragosto tra i due escort rumeni e Morisi. Quindi ad oggi rimane in piedi solo l’inchiesta per detenzione ai fini di spaccio, nonostante dall’indagine sembra sempre più evidente che a portare la sostanza, il Ghb, la droga dello stupro, sarebbe stato uno dei due accompagnatori del 47enne ingegnere informatico. Non a caso fonti vicine alla procura veneta, parlano di una possibile richiesta di archiviazione da parte dei pm per quanto concerne la posizione di Morisi, anche il procuratore Barbaglio precisa che “ad oggi non è stata presa ancora nessuna decisione in merito“.
Le conversazioni estrapolate dalle chat su Grinderboy un sito di incontri omosessuali a pagamento per uomini sono molto chiare e dimostrano che non fu l’ex “guru” della comunicazione della Lega a cedere la “droga dello stupro” ai due 20enni escort rumeni, con cui passò la notte dello scorso 14 agosto. In realtà furono loro a proporre di portare ed utilizzare la sostanza a casa Morisi: “Ti portiamo G. Tu cosa usi?“, scriveva Alexander, uno dei due escort rumeni a Morisi prima della serata. Nei messaggi rinvenuti dagli investigatori, Morisi e l’escort rumeno si accordano pure sul pagamento. “Fai metà bonifico ora e metà dopo, quando stiamo lì”, avrebbe chiesto Alexander. E l’ex consulente di Salvini gli avrebbe risposto: “Basta che siete seri e non mi prendete in giro”.
Tra le ipotesi degli inquirenti quella che i due escort rumeni, di fronte al rifiuto di Morisi di pagare una cifra più alta rispetto a quella concordata per le prestazioni sessuali, abbiano provato a ricattarlo minacciando di chiamare i Carabinieri incolpandolo di aver ceduto loro la droga. Eppure le chat fanno emergere un’altra verità.
Oltre alle contraddizioni dell’escort Petre Rupa, che ha dichiarato di essersi sentito male nella cascina di Morisi a Belfiore, ma poi ha chiamato i Carabinieri e non un’ambulanza, c’è anche il giallo del “furto”. L’escort ha telefonato ai Carabinieri affermando di essere stato vittima di un furto e non di sentirsi poco bene. Un altro interrogativo imbarazzante è come mai la chiamata ai Carabinieri non sia stata annotata a verbale.
Molto probabile che quando la Procura di Verona riceverà l’esito delle analisi sul liquido sequestrato, verrà meno l’accusa nei confronti di Morisi, infatti gli stessi inquirenti potrebbero a quel punto ritenere persino inutile interrogare l’ex guru social di Salvini. La linea difensiva dell’avvocato Fabio Pinelli, che da subito chiedeva di ascoltare il proprio assistito Morisi pronto a dimostrare di non aver ceduto alcuna sostanza illecita, di fatto è stata accolta. Adesso invece ad essere indagato è probabile che sia Alexander, denunciato insieme a Petre, l’altro escort rumeno presente per il possesso del flaconcino di Ghb trovato dai carabinieri a casa Morisi.
Fin qui i fatti, necessari per smentire l’ultima vignetta diffamatoria proposta da Vauro Senesi, il disegnatore comunista e che ha in spregio proprio Salvini e la Lega. Una vignetta rilanciata sui social mercoledì 6 ottobre. Il disegno di Vauro fa il verso alla celeberrima “citofonata” bolognese di Salvini. “Lei spaccia?“, chiede il leghista. Ed ecco che dal citofono una voce risponde: “Provi a citofonare Morisi“. Adesso che le accuse di cessione di stupefacenti nei confronti di Morisi si sono definitivamente sgonfiate ed annullate, la vignetta in questione di Vauro, appare più che diffamatoria.