Comunicato Prof. Paolo Savona 27 maggio 2018 h. 13.20
“Non sono mai intervenuto in questi giorni nella scomposta polemica che si è svolta sulle mie idee in materia di Unione Europea ed, in particolare, sul tema dell’euro, perché chiaramente espresse nelle mie memorie consegnate all’Editore il 31 dicembre 2017, circolate a stampa in questi giorni, in particolare alle pagine 126-127. Per il rispetto che porto alle Istituzioni, sento il dovere di riassumerle brevemente”:
– Creare una scuola europea di ogni ordine e grado per pervenire a una cultura comune che consenta l’affermarsi di consenso alla nascita di un’unione politica …..
– Assegnare alla BCE le funzioni svolte dalle principali banche centrali del mondo per perseguire il duplice obiettivo della stabilità monetaria e della crescita reale ..…
– Attribuire al Parlamento europeo poteri legislativi sulle materie che non possono essere governate con pari efficacia a livello nazionale, …..
– Conferire alla Commissione Europea il potere di iniziativa legislativa sulle materie di cui all’art. 3 del Trattato di Lisbona …..
– Nella fase di attuazione, prima del suo scioglimento, assegnare al Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo compiti di vigilanza sulle istituzioni europee per garantire il rispetto degli obiettivi e l’uso dei poteri stabiliti dai nuovi accordi.
Per quanto riguarda la trasposizione di questi miei convincimenti nel programma di Governo non posso che riferirmi al contenuto del paragrafo 29, pagine 53-55, del Contratto stipulato tra la Lega e il M5S, nel quale vengono specificati gli intenti che verranno perseguiti dal Governo che si va costituendo “alla luce delle problematicità emerse negli ultimi anni“; queste inducono a chiedere all’Unione Europea “la piena attuazione degli obiettivi stabiliti nel 1992 con il Trattato di Maastricht, confermati nel 2007 con il Trattato di Lisbona, individuando gli strumenti da attivare per ciascun obiettivo” che nel testo che segue vengono specificati.
Anche per le preoccupazioni espresse nel dibattito sul debito pubblico e il deficit il riferimento d’obbligo è il paragrafo 8 di pagina 17 del Contratto in cui è chiaramente detto che “L’azione del Governo sarà mirata a un programma di riduzione del debito pubblico non già per mezzo di interventi basati su tasse e austerità – politiche che si sono rivelate errate ad ottenere tale obiettivo – bensì per il tramite della crescita del PIL, da ottenersi con un rilancio della domanda interna dal lato degli investimenti ad alto moltiplicatore e politiche di sostegno del potere di acquisto delle famiglie, sia della domanda estera, creando condizioni favorevoli alle esportazioni.”
Spero di aver contribuito a chiarire quali sono le mie posizioni sul tema dibattuto e quelle del Governo che si va costituendo interpretando correttamente la volontà del Paese.
Sintetizzo dicendo : Voglio un’Europa diversa, più forte, ma più equa.
Paolo Savona
Quello che non tutti raccontano…e qualcuno dimentica !
(CdG) Quello che il prof. Savona ha dimenticato di raccontare è una sua vecchia vicenda penale, quando il giudice per l’ udienza preliminare di Milano, Marco Maria Alma, emise ordinanza di rinvio a giudizio nei confronti di Piergiorgio Romiti, Paolo Savona all’ epoca dei fatti rispettivamente amministratore delegato e presidente di Impregilo ed un revisore dei conti, Maurizio Serafini, indagati nel procedimento Imprepar-Impregilo relativo ai presunti reati di “aggiotaggio” e “falso in comunicazioni sociali” commessi da Impregilo.
La procura di Milano aveva chiesto il rinvio a giudizio per falso in bilancio e aggiotaggio n in relazione ai bilanci 20022003. La richiesta di processo inoltrata dal pubblico ministero, Eugenio Fusco, arrivava dopo che il giudice per le indagini preliminari, Caterina Interlandi, aveva respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura.
Il processo a Milano che vedeva imputato per aggiotaggio Paolo Savona venne dichiarato “chiuso per prescrizione“ del reato, proprio quella prescrizione che Lega e M5S vorrebbero debellare ! Secondo l’accusa, Savona e Romiti avrebbero comunicato false informazioni al mercato per alterare il valore delle azioni nelle sedute di borsa del 25 febbraio, del 10 marzo e del 30 dicembre 2003.
In aula successivamente nel corso del dibattimento processuale il pm Eugenio Fusco venne costretto dalle norme di legge vigenti, a chiedere l’applicazione della prescrizione. Le difese chiaramente non si opposero ed il prof. Savona si guardò bene dal rinunciare alla prescrizione e quindi e il Tribunale di Milano dovette dichiarare l’intervenuta prescrizione in base alla legge Cirielli, che aveva ridotto i tempi. E tutti si salvarono felici e contenti…