Finalmente l’ Ordine degli Avvocati di Taranto ha un nuovo consiglio eletto democraticamente dagli iscritti del foro jonico. A nulla sono serviti i tentativi della cordata Cigliola-Casiello di portare dalla loro parte degli eletti nella lista avversaria, offrendo a qualcuno persino la presidenza pur di non perdere il controllo dell’ ordine. Invece come previsto Presidente è stato eletto l’ avv. Vincenzo Di Maggio, il più suffragato degli eletti, vice presidenti l’avv. Egidio Albanese (vicario, con delega al penale) e l’ avv. Giuseppe Macrì . Segretario nel nuovo consiglio l’ avv . Rosario Orlando e tesoriere l’ avv. Adriano De Franco.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, lo scorso luglio aveva commissariato l’Ordine degli Avvocati di Taranto e nominato l’avvocato Francesco Logrieco, presidente dell’Ordine di Trani ed ex vicepresidente Cnf, commissario straordinario dell’ordine forense tarantino. che ha reso possibile il ritorno alla democrazia elettorale, all’interno dell’ ordine degli avvocati jonici, fortemente compromessa dopo la manovra sicuramente illegittima della cordata degli avvocati Cigliola, Altamura e Casiello.
L’intervento del ministro della Giustizia era arrivato dopo un ricorso presentato per l’esclusione di alcuni avvocati alle cariche dell’Ordine in una lista concorrente a quella del presidente poi eletto illegittimamente, Gianleo Gigliola. La motivazione dell’esclusione dei candidati sarebbe stata la loro presunta incandidabilità. Il Consiglio Nazionale Forense ha accolto il ricorso e, quindi, annullato le elezioni. Il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Taranto ha poi indetto le nuove elezioni per il 15 e 16 novembre, e subito è arrivato il provvedimento del commissario.
Nel frattempo la Procura della Repubblica di Taranto ha aperto un fascicolo d’indagine sull’elezione (poi di fatto annullata) dell’ avv. Cigliola, grazie a degli atti illegittimi e quindi illegali commessi da alcuni avvocati componenti della Commisssione elettorale in pieno conflitto d’interessi e del consiglio autoproclamatosi e decaduto a seguito dell’intervento del CNF e del Ministero di Giustizia che risultano iscritti nel registro degli indagati.
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