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22 Novembre 2024 13:33

Elezioni 2017. Appunti per il voto

Amare una città non significa screditare il prossimo o chi l'ha male amministrata.  Amare una città significa doversi impegnare per lei, per migliorare lo stato delle cose, per contribuire a costruire un futuro per le prossime generazioni. Fare qualcosa di concreto senza alcun secondo fine. Senza aspettarsi nulla in cambio.

di Antonello de Gennaro

ROMA – Finalmente è calato il silenzio elettorale . Un silenzio assordante che dovrebbe far riflettere tutti. Innanzitutto gli elettori, e poi i candidati. La politica, dovrebbe essere un’attività seria, importante, utile alla collettività. E’ quell’attività che determina la vita sociale e comune dei cittadini, quelli “veri”, non quelli evocati dai grillini o dai “finti” grillini dell’ultim’ora che urlano, che attaccano, che offendono e poi si nascondono..mentendo ben sapendo di mentire,  per cercare di dare un senso al proprio vuoto interiore. La politica dovrebbe essere spirito di servizio, voglia di mettersi a disposizione del prossimo ed invece molto spesso, sopratutto a Taranto,  purtroppo diventa uno “stipendificio”, un mezzo per fare affari , per aumentare le proprie entrate mensili o  per far crescere la propria carriera.

Ecco perchè cari amici e nemici che ogni giorno ci leggete, ho più volte ripetutamente rifiutato in passato, ed anche negli ultimi tempi, le varie proposte di candidatura politica che mi sono provenute dal vertice dei partiti a Roma, che mi chiedevano di mettermi al servizio della mia città: Taranto. Una città che amo dal profondo del mio cuore, ma che non è più la “mia” città. Una città che vive di ipocrisia, in cui sguazzano un centinaio di persone che fa affari, carriera, utilizzando il fondo schiena (per non dire altro…) e spesso anche il portafoglio degli altri. Una città in cui un branco di dilettanti allo sbaraglio crede di “fare politica”, quando invece in realtà cerca soltanto di dare una svolta, un senso alla propria vita, spesso insulsa, priva di interessi e sopratutto di soddisfazioni professionali o imprenditoriali.

Un giorno, qualche mese fa,  in occasione di una mia breve permanenza nello jonio, passeggiando per il lungomare insieme al mio cane, venni fermato da una persona che si proclamò “amica” di mia sorella (senza in realtà esserlo mai stata) e mi annunciò la sua intenzione di candidarsi a Sindaco di Taranto, chiedendomi qualche consiglio. Ci sedemmo a prendere un caffè e le spiegai qualcosa, le detti qualche consiglio, senza alcuna presunzione, pur avendo avuto la fortuna, l’onore ed il piacere in passato di lavorare nella 1a Repubblica con “politici veri”, persone di spessore, come Bettino Craxi, Claudio Martelli, Gianni De Michelis, Biagio Marzo.

Lo feci ma solo con il buon proposito di spiegare a questa persona cosa sia realmente la vera politica, quella che da Taranto manca da molti anni. Taranto è una città strana, dove prevale l’ipocrisia, la doppiezza, ai veri principi della vita come la lealtà e la coerenza. Dopo sole 24 ore ascoltai questa persona in un suo incontro pubblico in cui annunciava la sua candidatura, utilizzare parola per parola quello che le avevo detto il giorno prima su quello stesso lungomare, attaccando però nel frattempo la liberta di stampa, criticando quello che i giornali e le tv locali scrivevano e dicevano in quei giorni. Fu in quell’occasione  che capii che questa persona nella vita tutto poteva fare, fuorchè “fare politica”.

Amare una città non significa screditare il prossimo o chi l’ha male amministrata.  Amare una città significa doversi impegnare per la collettività, per migliorare lo stato delle cose, per contribuire a costruire un futuro per le prossime generazioni. Fare qualcosa di concreto senza alcun secondo fine. Senza aspettarsi nulla in cambio. Ecco perchè sono poche e rare le persone che amano veramente a Taranto. Molti, troppi sono quelli che invece la sfruttano, maltrattano, la danneggiano irrimediabilmente. Negli ultimi tre anni in cui ho ripreso a frequentar per motivi di lavoro Taranto, dove ho visto e scoperto di tutto e di più. Una serie di comitati d’affari, di faccendieri, di gente senza scrupolo che posso definire “truffatori” o “sfruttatori” che si affannava a truffare il prossimo, cercando di incassare soldi pubblici illegittimamente. Soldi che escono essenzialmente dalle tasche di quei tarantini che pagano le tasse comunali, che non fanno truffe alle assicurazioni, che non vivono di tangenti, che non hanno bisogno dello Stato per sopravvivere. Sono loro la vera “Taranto bene”.

Ho incontrato ed osservato persone che si auto-definiscono “professionisti” soltanto per essersi iscritti ad un ordine professionale dopo una laurea, riposta l’indomani del conseguimento in un cassetto, o al massimo incorniciata dietro la poltrona della propria scrivania. Ho conosciuto e scoperto anche tante belle persone che hanno fatto la “gavetta” partendo dal nulla, riuscendo a sistemare i propri figli dando loro un futuro, aprendo e sviluppando attività commerciali con i soldi guadagnati con il proprio sudore, in silenzio. Senza bisogno di esibire come fanno in molti una macchina costosa la domenica, o indossare qualche abito o accessario rigorosamente “firmato” (ma molto spesso falso !) da esibire .

Ho assistito ad una campagna elettorale vergognosa. Due mesi in cui tanta gente ha calpestato i principi e valore (ma li hanno ?), in cui qualcuno per voglia protagonismo, e certamente non per spirito di servizio nei confronti del prossimo, ha cercato di rubare la fiducia del prossimo, di prendere in giro i cittadini, parlando di “inclusione“, parlando di “insieme“, ma in realtà nei suoi discorsi si è sentita sempre solo la parola “io” ! Ho visto questa persona  corteggiare delle persone, dei candidati che hanno conseguito un ottimo risultato, offrendo loro di tutto e di più pur di stringere alleanze. e subito dopo ascoltando una registrazione che ha fatto il giro di tutta la città, definire “merda” qualcuno che fino a poche ore veniva indicato come “il mio mito“.

Ho visto una persona candidatasi a fare il sindaco,  che non sa neanche di cosa parla, annaspare davanti alle telecamere nei foglietti di appunti preparati da dei dilettanti allo sbaraglio, proferendo idiozie, proclami al vento, manifestando la propria ignoranza politica e gestionale ed i limiti che noi tutti abbiamo, ma che le persone intelligenti ammettono mentre gli arroganti e presuntuosi dimenticano di avere. Una  persona che hanno cercato di usare trucchetti squallidi per ostacolare l’espressione del diritto di parola, di poter esternare le proprie opinioni liberamente. che ha usato i soldi (non propri) per condizionare l’attività giornalistica di piccole testate giornalistiche locali che vivono di elemosine pubblicitarie.

 

Ho visto però anche la vera Taranto bene, quella composta da persone che non frequentano salottini, che non indossano “grembiulini” e cappucci, che non fanno parte di presunte associazioni elitarie di cui indossare lo stemma sul bavero della propria giacca. Ho visto anche tanta gente impegnarsi ogni giorno con amore e passione per lo sviluppo della città di Taranto, per il bene dei propri bambini. Ho conosciuto persone che la mattina si alzano alle 7 per portare a casa il pane per la propria famiglia, che viaggiano come pacchi postali per portare a Taranto il turismo. Ho visto candidati attaccarsi personalmente i propri manifesti, parlare con le persone con il sorriso che usciva dal proprio cuore, con l’attenzione agli  occhi ed alle parole del prossimo, invece di scivolare nel populismo dilagante di questa triste e volgare campagna elettorale.

Avrei potuto raccontarvi tanti retroscena di una persona che si è candidata a Sindaco, ma se lo avessi fatto oggi, avrei condizionato il voto e sarei stato additato come il “responsabile” della sua conseguente auspicabile bocciatura elettorale. E quindi per rispetto della Legge, ma sopratutto per il rispetto che nutro per la mia città che mi ha dato i natali, e delle persone per bene che ci abitano facendo mille sacrifici di ogni genere, preferisco raccontarvi all’indomani del voto tutto quello che è successo dietro le quinte.

Ai miei amici e lettori di Taranto non rivolgo un invito  a votare per uno dei due candidati concorrenti alla poltrona di sindaco. Invito solo a ricordare la differenza fra il “dire” ed il “fare“, che è profonda quanto il mare. Mi auguro che la città di Taranto domani vada a votare e voti per il candidato che ha fatto qualcosa per questa città, che voti per qualcuno ha esperienza e capacità da mettere al servizio della città. Non votate per chi vi ha promesso di tutto e di più, e non sarebbe capace neanche di muovere un sassolino per terra.

Tappatevi il naso e votate per chi potrebbe fare a Taranto realmente qualcosa di buono per i vostri figli, per il futuro di una città martoriata. E non chi per vive di assistenzialismo statale.

Taranto, svegliati.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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