di Antonello de Gennaro
Il senatore e presidente di Azione Matteo Richetti ha dato mandato ai propri legali per procedere in sede civile nei confronti di Fanpage, del direttore responsabile e degli altri soggetti responsabili per gli articoli e i video diffamatori nei suoi confronti pubblicati in questi giorni. In tal modo sarà possibile accertare la palese falsità delle accuse mosse nei suoi confronti e dei messaggi telefonici pubblicati dalla testata, senza neppure verificarli”. Richetti, aggiunge l’ufficio stampa di Azione, procederà “in sede penale” oltre che civile.
Il sito di informazione Fanpage ha pubblicato l’accusa anonima di una donna contro il politico modenese, che avrebbe abusato della vittima a Palazzo Madama. E lo fa firmando l’articolo con uno pseudonimo. La donna non avrebbe presentato alcun esposto, mentre la denuncia per stalking di Richetti risale al 29 novembre 2021 e la Procura di Roma ha aperto un’indagine in merito, disponendo anche una perquisizione. La Polizia Postale è già al lavoro per accertare la veridicità dei messaggi pubblicati dal sito.”Non abbiamo proprio la benevolenza dell’informazione – ha spiegato dal palco Richetti – a volte c’è un racconto distorto e ne sto vivendo uno che mi sta tagliando la carne addosso. Ma andiamo avanti a testa alta” aggiungendo “La mia reputazione è stata infangata da un’intervista anonima negli ultimi giorni della campagna elettorale – ha aggiunto Richetti – sono cose che non accadono in un Paese civile. Ora basta“.
La vicenda che ha coinvolto il senatore Richetti dimostra ancora una volta quanto il giornalismo italiano sia lontano anni luce da una gestione civile, deontologica ed etica di vicende di questo genere, che dovrebbero essere prima verificate ed approfondite prima di rovinare la reputazione di una persona uomo o donna che sia. Al momento ci sono due storie con due versioni differente a confronto in merito alle quali l’unica certezza è che non esiste ancora nulla di certo.
“Una vicenda tutta inventata, che mi taglia la carne addosso e di fronte alla quale mi sento impotente”. si è sfogato stamani a Parma Matteo Richetti, senatore di Azione e candidato per il partito di Carlo Calenda alle prossime elezioni politiche del 25 settembre, nel corso di un’iniziativa elettorale, respingendo con fermezza l’accusa di molestie sessuali.
Richetti non perchè sia un senatore, ma sopratutto in quanto “persona” ha diritto costituzionalmente ad essere considerato innocente finché a quando i fatti non verranno accertati chiariti dalle istituzioni competenti, cioè dalla polizia e la magistratura. Nello stesso modo anche la donna che ha raccontato le presunte molestie, nascondendosi dietro il solito anonimato in cui sguazza certa cattiva informazione, ha anche lei al momento il diritto di non essere definita “nota alle forze dell’ordine” da chi si difende dalle accuse che lei muove.
Le giustificazioni che vengono utilizzate da un certo giornalismo, che tutto è fuorchè informazione da spacciare come la verità assoluta, sono le seguenti: lui è un uomo, un politico quindi il caso è chiaro. Ma sul versante opposto, lei ha solo parlato nascondendo la sua identità, lui invece ha denunciato tutto un anno fa quindi dal punto di vista legale al momento ha ragione.
Va detto anche che i tribunali italiani sono pieni di querele e controquerele, di invenzioni e tentativi di estorsione economica, e quindi se bastasse un’intervista “coperta” o diffondere una denuncia per dimostrare di essere dalla parte della ragione è chiaro che almeno il 50 per cento degli interessati lo farebbe pur avendo torto. Così come chi sostiene che siccome la donna non ha denunciato dunque sta mentendo.
L’aver presentato o meno denuncia può aver peso sull’iter penale di una vicenda ma in realtà nella concretezza e verità dei fatti in questa fase non prova nulla, specie in casi simili. Ci sono passato anche io dalla macchina del fango di un certo giornalismo “schierato” con la tessera sindacale che voleva farmi passare per “stalker” solo per aver mandato 3 messaggi via whatsapp invitando la controparte a trovarsi un buon avvocato. Consiglio…che non è stato accolto considerata la scelta effettuata. Ed infatti in tutta la fase preliminare e cautelare la verità è stata dalla mia parte
Quindi al momento sarebbe bene tacere senza assolvere o condannare nessuno, aspettare il corso delle indagini, e successivamente valutare le prove fornite all’ Autorità Giudiziaria. Non si chiama fare il tifo o parteggiare per qualcuno, bensì è solo una forma di garantismo previsto dalla nostra Costituzione. Non siamo contro nessuno o a favore di qualcuno, siamo solo e soltanto dalla parte della Legge e della nostra Costituzione a difesa della dignità di tutti e tutte.