Negli oltre 830 candidati alla carica di consigliere comunale a Taranto nelle 27 liste presentate, si trova di tutto e di più: imputati, indagati, prescritti e condannati, opportunisti e voltagabbana. Esponenti, militanti e candidati in passato per i partiti del centrodestra “migrati” senza problemi al centrosinistra, pseudo ambientalisti candidati nella finta lista civica della Lega di Matteo Salvini , e persino l’ex segretario provinciale del Partito Democratico candidatosi nel settembre 2020 alle Regionali a sostegno di Michele Emiliano, trasformatosi negli ultimi mesi in candidato sindaco dal centrodestra. Tutti a caccia di una sedia da consigliere comunale e relativo stipendio “pubblico” garantito per una consiliatura comunale.
Nelle 27 liste a sostegno dei 4 candidati a sindaco compaiono ex consiglieri comunali accusati di truffa al Comune di Taranto, altri andati a processo con la stessa accusa si sono salvati grazie alla lentezza della magistratura locale che ha fatto maturare la prescrizione, candidati con carichi pendenti che vanno dall’associazione a delinquere fino al traffico di influenze e minaccia. Per non parlare di condanni per reati gravi come l’usura.
Durante la prima fase di controlli della commissione elettorale del Comune di Taranto ne sono stati esclusi sette, presenti nelle liste a sostegno dei quattro candidati. Nelle 11 liste della coalizione a sostegno della ricandidatura di Rinaldo Melucci, sindaco uscente sostenuto da Pd, M5s, Europa Verde ed alcune “civiche” (Più Centrosinistra; Con Taranto; Psi – Pri; Taranto popolare; Taranto mediterranea; Taranto 2030; Taranto Crea e Movimento Autonomi e Partite Iva) è stato escluso un solo candidato.
Tre i candidati esclusi nella coalizione delle 10 liste del centrodestra e civiche ( Patto popolare; Patto per Taranto; Forza Italia; Fratelli d’Italia; Prima l’Italia; Taranto Davvero; Insieme; Movimento sportivo; Noi con l’Italia e At6) a sostegno della candidatura di Walter Musillo, ex segretario provinciale dei Pd jonici, che ora a braccetto persino con Giancarlo Cito ! Irripetibili i commenti dei suoi ex-“compagni” delle sezioni Pd di Taranto e provincia.
Nelle 3 liste «Una città per cambiare», «Taranto città normale», «Periferie al centro» a sostegno di Massimo Battista, uno degli operai contestatori dell’ex Ilva, ex-sindacalista, tra i fondatori del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti candidatosi ed eletto nel 2017 nelle liste del Movimento 5stelle, è stato escluso un candidato, il quale all’eta di 16 anni aveva fatto una piccola fesseria, e si è dimenticato di chiedere come altri hanno fatto la riabilitazione al Tribunale.
Nelle tre liste «Taranto senza Ilva», «Taranto next generation» e «Partito meridionalista» a sostegno della candidatura di Luigi Abbate, controverso pubblicista locale noto per il modo di fare giornalismo con arroganza, il quale non lavora in realtà per alcuna testata giornalistica, sono due i candidati esclusi, uno dei quali aveva rinunciato prima della formale esclusione notificata dal Comune. Molti si chiedono dove Abbate abbia trovato i soldi per candidarsi visto che è di fatto un giornalista disoccupato, ed è stato persino accusato pubblicamente, in alcuni diverbi con altri candidati, di aver chiesto in passato soldi per fare delle interviste in video da diffondere sul web.
Tra gli esclusi più noti Filippo detto Aldo Condemi , ex esponente del centrodestra che si presentava in queste amministrative in una delle liste a sostegno di Musillo. La commissione elettorale lo ha reputato “impresentabile” a seguito di una condanna definitiva per abuso d’ufficio di vicende relative al suo precedente mandato da assessore. Condemi inoltre è nuovamente sotto processo insieme ad un altro candidato consigliere comunale nelle liste di Fratelli d’ Italia, Aldo Renna, entrambi con l’accusa di traffico di influenze e minaccia. Venne arrestato dalla Squadra Mobile di Taranto nel 2017 mentre intascava una mazzetta con la promessa di sistemare un procedimento civile.
Posto agli arresti domiciliari Condemi confessò ed ammise tutto, ed il primo grado il tribunale penale di Taranto lo condannò a 3 anni e 8 mesi per il reato di estorsione. In seguito i giudici della Corte di appello hanno stabilito che la presunta vittima (il noto pregiudicato Salvatore Micelli) in realtà era stato anche “complice” e quindi il processo andava rifatto con la formulazione di nuovi capi d’accusa. Aldo Renna ammise ai magistrati non soltanto di aver organizzato l’incontro tra Condemi ed il Micelli per la consegna del denaro, ma riferì ai magistrati che aveva mostrato al Micelli una pistola, ma non per minacciarlo. Si trattava solo di un arma giocattolo che utilizzava per spaventare una persona che lo aveva infastidito per delle questioni personali.
A sostegno del candidato del centrodestra Walter Musillo compaiono nelle liste, ex consiglieri comunali attualmente in udienza preliminare per truffa al Comune di Taranto, i quali secondo l’accusa, avrebbero simulato rapporti di lavoro o gonfiato gli stipendi per ottenere i rimborsi dall’ente: si tratta di Carmela (detta Carmen Casula), cugina del giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Francesco Casula (condannato in sede civile per delle diffamazioni giornalistiche all’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola), analoghe accuse delle quali dovranno rispondere a breve dinnanzi alla Giudice Misserini anche i consiglieri comunali uscenti Piero Bitetti ed Emidio Albani per l’aspirante sindaco del centrosinistra. Nella lista civica “Patto per Taranto” a sostegno di Musillo, si è candidato un poliziotto Francesco Cosa attualmente a processo per delle lesioni nei confronti del nostro direttore che venne aggredito al termine di una conferenza stampa del sindaco Ippazio Stefano, della cui giunta di sinistra Cosa era assessore. Candidatosi nel 2017 venne però “trombato” dagli elettori ed ora pur di trovare uno sgabello è passato nella coalizione di centrodestra.
In una delle liste civiche a sostegno della candidatura di Rinaldo Melucci, compare il nome di Arianna Aiello, giovane avvocata sospesa per 12 mesi dalla professione e successivamente il Tribunale del Riesame ha ridotto la misura interdittiva a 9 mesi. La Aiello secondo la procura di Taranto avrebbe “svenduto” la sua toga ed attività legale in favore di un’associazione a delinquere che organizzava incidenti falsi per intascare i risarcimenti dalle compagnie assicurative. Il nostro giornale si era occupato a suo tempo di questa vicenda pubblicando come sempre l’ordinanza cautelare integrale, ricevendo dalla Aiello, unitamente alla pretesa di rimuovere il suo nominativo, minacce di azioni legali che è inutile dire sono state restituite al mittente.
Questa campagna elettorale ha decretato la disgregazione e scomparsa di fatto degli ambientalisti e pseudo tali. Il candidato sindaco dei Verdi nelle elezioni amministrative del 2017 Vincenzo Fornaro, il quale dopo essere passato alla cassa (risarcimento civile) del noto processo “Ambiente Svenduto” ora si è candidato nella coalizione di centrodestra, insieme alla Lega movimento da sempre vicino alle politiche industriali del siderurgico di Taranto.
Per non parlare poi di un “professionista” candidatosi con il centrodestra, il quale ama frequentare noti club per scambisti pugliesi del quale circolano video e fotografie “fetisch” mentre compie atti sessuali di sodomia personale. Così come non mancano alcune candidate “note” per essere state molto intime negli ultimi tempi con un sindaco di campagna, dopo aver allietato un consigliere regionale eletto a Taranto. Piccole donne che vanno a caccia di “popolarità”.
Unica “vincitrice” morale ed etica di questa campagna elettorale, la leader di Fratelli d’ Italia, Giorgia Meloni da sempre coerente nella sua linea politica, la quale dopo aver appreso che alle sue spalle, cioè senza che nessuno l’avesse informata, Fratelli d’ Italia a Taranto sosteneva la candidatura di un ex-segretario provinciale del PD con alle spalle tutta una lunga storia e militanza di sinistra, cioè di Walter Musillo, ha annullato la sua presenza per un comizio annunciato a Taranto, preferendo farsi intervistare da Bruno Vespa, nel suo talk estivo a Manduria, a soli 30 chilometri dal capoluogo jonico. Come non darle ragione ?
Insomma Taranto come sempre ancora una volta non si è fatta mancare nulla. A parte la puntuale “vergogna“. Noi aspettiamo di poter leggere (sono atti pubblici) le rendicontazioni delle spese elettorali dei candidati, e poi si che ci sarà da ridere ( o vomitare). Molto.