Mancano esattamente 25 giorni agli esami di riparazione della politica dopo la sfiducia al Governo Draghi e le sue conseguenti dimissioni. Alessandra Ghisleri la sondaggista prediletta da Silvio Berlusconi, partecipando al programma “Porta a Porta” condotto da Bruno Vespa, ha anticipato che il 25 settembre prossimo giorno del voto, il giudizio degli italiani farà sentire la sua voce dopo 4 anni e mezzo in cui si sono succeduti 3 differenti governi imprevedibili che hanno dovuto guidare il Paese attraverso una pandemia, una guerra ai confini dell’Europa, una crisi energetica e una forte inflazione.
Sono alcune delle variabili a contorno dello scenario in cui ogni giorno ogni cittadino affronta i suoi problemi. Il panorama politico è molto cambiato rispetto al 2018. Sulla scena si sono palesati nuovi schieramenti politici che hanno fatto registrare ben 415 cambi di partito ad opera di 280 parlamentari, con una media di 8,3 al mese dall’inizio della legislatura. E domenica 25 settembre gli italiani ricordando tutto ciò saranno chiamati a scegliere un nuovo governo per la guida del Paese.
Ogni cittadino sta elaborando ad oggi le sue possibili scelte cercando di trovare adesione presso un punto di riferimento a cui offrire il suo sostegno o negarlo. E così, dopo la pausa estiva, che ha portato una ventata di leggerezza nella quotidianità dei più fortunati che hanno potuto godersela, piano piano anche i più ritardatari stanno rientrando per riprendere il proprio tran tran. Lo scontro con la realtà che si registra è molto duro: almeno 1 italiano su 2 segnala l’aumento generale dei prezzi(47,4%) e la crisi energetica (45,7%) come i problemi più importanti da risolvere, seguiti da lavoro e occupazione (40,5%).
Oltre un terzo degli italiani, per l’esattezza il 35,1% dei votanti vorrebbe che il futuro governo si concentrasse sulla ripresa economica nazionale mentre il 33,2% sull’aumento delle forniture di luce e gas per evitare più che probabili razionamenti. L’attenzione nei riguardi della possibile pianificazione per una riduzione della povertà (18,9%), il salario minimo (17,6%) insieme all’immigrazione (17,0%) occupano posti meno rilevanti nella classifica. Fanalino di coda risultano il tema della sicurezza (16,2%) e la riforma delle pensioni (8,8%), cioè i cavalli di battaglia della Lega di Matteo Salvini.
Di fronte all’indicazione di queste priorità i cittadini si dimostrano pessimisti sull’esito degli interventi che il prossimo governo post elezioni potrà ottenere nel merito. Se la sicurezza, con il 42,1% delle indicazioni, è il tema che ha avuto maggiori apprezzamenti, sicuramente la riduzione della povertà è quello che ne ha ricevuti meno (29,5%) registrando il 60,2% di giudizi pessimisti sulla possibile pianificazione di piani utili ed efficaci in tal senso. La scarsa convinzione, tuttavia, coinvolge tutti i temi testati associando un giudizio negativo che registra una media del 53,0%.
Il senso di un certo disorientamento si registra anche nelle intenzioni di voto che registrano ancora il 35,4% dell’elettorato indeciso. Questa percentuale si divide tra chi non sa ancora se andrà a votare (il 23,8% degli indecisi) e chi non sa quale forza politica votare (il 76,2% sempre degli indecisi). Su queste indicazioni si stima oggi un’affluenza compresa tra il 66% e il 70%. Il 51,7% degli italiani è convinto che il vincitore della prossima elezione politica sarà il centrodestra, ed effettivamente nell’analisi dei dati delle intenzioni di voto la differenza che si registra oggi tra i due principali schieramenti è di 17,4 punti percentuali.
Fratelli d’Italia è il primo partito con il 24,6% dei consensi seguito dal Pd con il 23,1%. Lega (12,5%) e Movimento 5 Stelle (12,3%) viaggiano affiancati con la differenza che mentre il partito di Conte è in rimonta quello di Salvini perde consensi. Un altro dato interessante mette in evidenza il confronto che vede un testa a testa tra Forza Italia (7.0%) e Azione -ItaliaViva (7,4%). La novità espressa dal partito di Carlo Calenda e Matteo Renzi appare al momento maggiormente rinvigorita di fronte ad un partito, quello di Forza Italia, che deve affrontare una campagna elettorale da outsider di coalizione.
ItalExit il movimento di Gianluigi Paragone, è molto vicina alla soglia del 3.0% in odore di seggi in Parlamento. Le intenzioni di voto post-pausa estiva offrono uno scenario a cinque punte oltre all’area dell’indecisione. Giorgia Meloni ed Enrico Letta, con i relativi partiti, si giocano il primato di consenso, al di là degli uninominali dove a giocarsela sono le coalizioni con un evidente -vantaggio per il centro destra. Molto è ancora in gioco e i partiti e i loro leader stanno affilando le “armi”, a volte modificando anche i loro obiettivi, in vista degli ultimi 15 giorni di campagna elettorale quando anche gli indecisi saranno costretti a fare le loro scelte definitive