di REDAZIONE POLITICA
All’esito delle verifiche disposte sugli otto candidati segnalati dalla DNAA, si può affermare che: cinque soggetti tra quelli segnalati non rientrano nel codice di autoregolamentazione in quanto o non è stato ancora disposto il rinvio a giudizio o assolti dai reati loro ascritti (uno è stato assolto per particolare tenuità del fatto) ovvero è stata emessa sentenza di non doversi procedere perché estinti i reati per intervenuta prescrizione“. Lo ha reso noto il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Nicola Morra.
“Tre soggetti risultano non conformi al codice di autoregolamentazione in quanto rinviati a giudizio e con dibattimento in corso: si tratta di Silvana ALBANI (“Puglia Solidale Verde“ – che raggruppa Psi, Si ed Europa Verde – per Michele EMILIANO Presidente), imputata dei reati di falsa perizia, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, e corruzione in atti giudiziari, aggravati dal fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose (artt. 110, 373, 319, 319 ter c.p. e art. 7 legge 203/1991). Il dibattimento è in corso davanti al Tribunale di Catanzaro”
Albani ha deciso per il passo indietro: “La dottoressa Silvana Albani dichiarandosi ‘assolutamente estranea ai fatti contestatile e manifestando totale fiducia nell’esito favorevole del giudizio’, dichiara ‘di sospendere la propria campagna elettorale e annuncia il proprio ritiro in accordo con la lista Puglia Solidale e Verde’”, si legge in una nota del Psi pugliese.
“E ancora Vincenzo GELARDI (“Partito del Sud Meridionalisti Progressisti” per Michele EMILIANO Presidente), imputato di plurimi reati di trasferimento fraudolento di valori aggravati dal fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose (artt. 110 c.p., 12 quinquies decreto legge 306/1992 e art. 7 Legge 203/1991). Il dibattimento è in corso davanti al Tribunale di Napoli”.
Il terzo è Michele EMILIANO candidato nella lista “Fiamma Tricolore” (per Franco Piero Antonio BRUNI Presidente), imputato di plurimi reati tra cui tentata violenza privata, lesioni aggravate e minaccia, aggravati dal fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose (artt. 110, 56-610, 612, 582-585 c.p. e artt. 2,4,7 legge 895/1967 e art. 7 Legge 203/1991). Il dibattimento è in corso davanti al Tribunale di Lecce“