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21 Novembre 2024 18:26

Elezioni Taranto 2017. La grande “monnezza”: la stampa

La "Grande Monnezza" è quella variegata, variopinta, composta da un mix di giornalisti, pennivendoli e scribacchini, pronti a passare da uno "sponsor" ad un altra in cambio di soldi o di qualche promessa. Una "Grande Monnezza" al cui interno sguazzano non pochi "pennivendoli" (chiamarli giornalisti sarebbe offensivo per quei pochi seri) i quali fanno questo mestiere calpestando tutte le norme deontologiche, lavorando sotto mentite spoglie per candidati, politici, aspiranti tali, vendendo il loro tesserino per qualche centinaia di euro in più.

di Antonello de Gennaro

ROMA – Questo giornale come i nostri lettori hanno avuto ben modo di verificare è sinora stato silente osservatore su quanto accade in vista delle prossime elezioni amministrative. Lo abbiamo fatto perchè al contrario di finti moralisti dell’ultima ora non abbiamo alcun interesse personale e diretto con alcuna candidatura anche se a questa competizione (si fa per dire…) elettorale partecipa una mia lontana parente che porta il mio stesso cognome, e con la quale sono in aperto contrasto ideologico e caratteriale. Ma di quest’ ultimo particolare a molti non importerà nulla, mentre qualche frustrato adesso potrà mettersi il cuore in pace.

La “Grande Monnezza” è  variegata, variopinta, composta da un mix di giornalisti, pennivendoli e scribacchini, pronti a passare da una lista ad un altra in cambio di soldi o di qualche promessa.

Una “Grande Monnezza” al cui interno sguazzano non pochi  “pennivendoli” (chiamarli giornalisti sarebbe offensivo per quei pochi seri) che fanno questo mestiere calpestando tutte le norme deontologiche, lavorando sotto mentite spoglie per candidati, politici, aspiranti tali, vendendo il loro tesserino per qualche centinaia di euro in più. Nella mia breve permanenza tarantina, durante la quale la solita mano vigliacca mi ha incendiato la macchina (inutilmente) , ho fatto il mio lavoro: osservato, parlato con candidati, partecipato a conferenze stampa, ed ho avuto notizia di giornalisti “profughi” di un giornaletto fallito da tre anni che si propongono a questo o quel candidato per qualche migliaio di euro, addirittura in accoppiata con il/la rispettiva consorte.

Giornalisti in cassa integrazione (e quindi retribuiti dallo Stato) come Pierpaolo d’ Auria che manda in giro comunicati autodefinendosi “addetto stampa del consigliere regionale Liviano.“. Giornalisti che nelle conferenze stampa si stracciano le vesti della professionalità illudendosi che non sappiamo che quella stessa stessa persona viene indicata da un parlamentare della provincia  come “mio addetto stampa”.

Ho letto la scorsa settimana un editoriale di un collega, e cioè Enzo Ferrari  direttore del quotidiano (Taranto) Buona Sera, il cui reale editore  come a tutti ben noto è la famiglia Signorile (Claudio ex ministro socialista) lamentarsi del modo di comunicare di una candidata sindaco, che preferisce comunicare via web (come fanno peraltro una marea di politici a partire dall’ ex-premier Matteo Renzi, dal leader dl M5S  Beppe Grillo e dal Sindaco di Roma Capitale Virginia Raggi, tanto per fare qualche nome…) che viene così  testualmente  accusata: “scavalco i giornali e faccio da me. Sembrano affermazioni di un candidato grillino, di quella parte della politicameglio, antipolitica – che ha nel suo codice genetico la delegittimazione del ruolo della stampa e l’uso della pseudo democrazia diretta attraverso la giungla dei socialnetwork, dove in verità il più delle volte si sviluppano discussioni che non sono proprio un esempio di civiltà e confronto”.

Caro collega Ferrari, la scelta della Baldassari non è delegittimazione, ma  secondo me  comunicare direttamente ai cittadini, agli elettori attraverso i social network sopratutto in una città come Taranto dove sono molti, troppi,  i giornalisti che stanno sul libro paga di qualcuno che non è il suo lettore o editore, è stata una sua legittima scelta che condivido ed apprezzo. Così facendo infatti la Baldassari ha oltrepassato la solita “mediazione” giornalistica di un tanto al chilo…. e costretto i giornali e siti a dover raccontare il suo pensiero senza travisarlo o interpretarlo difformemente dalla realtà.

Leggerlo poi su un quotidiano il cui ex-direttore (Michele Mascellaro) compare ancora oggi nella gerenza come “redazione di Bari” mentre nello stesso tempo è ufficialmente  retribuito ed  alle dipendenze del Gruppo PD al Consiglio Regionale della Puglia onestamente fa solo ridere, se non piangere per come viene calpestata la nostra deontologia professionale. Legittimo chiedersi se  il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti di Disciplina in Puglia esiste !  “Accogliendo l’ invito dell’Associazione della Stampa di Puglia, i nominativi per l’ufficio stampa sono stati selezionati tra i giornalisti iscritti all’Ordine” dichiarava a suo tempo con un comunicato (privo di firma) il PD pugliese. E Mascellaro nello stesso tempo lavora ed è dipendente anche del giornale che tu dirigi caro Ferrari. Tutto normale ?

Quello stesso Michele Mascellaro che da anni sfugge alle sue responsabilità (intercettazioni processo Ambiente Svenduto) grazie al silente menfreghismo dell’ Ordine dei Giornalisti di Puglia e del sindacato pugliese che lo “protegge”. Ma in cambio di cosa ? Il silenzio forse ? E su cosa…?

Vedere apparire un sito online come La Ringhiera edito non da un’editore, da una casa editrice, ma bensì da un’ A.P.S. cioè un’ Associazione di Promozione Sociale, che per legge non può avere profitti. mentre in realtà vende magliette ed incassa pubblicità attraverso la società compiacente Capera srl  che li ospita non a caso nel proprio ufficio, e che vanta due direttori (Angelo Di Leo e Michele Tursi) su soli due giornalisti dichiarati che vi scrivono , i quali peraltro vengono pagati ogni mese da oltre due anni dalla cassa integrazione, degli articoli inneggianti all’ Assostampa pugliese, ed alle calpestate (da loro stessi) norme deontologiche , fatemelo dire, va venire a dir poco il voltastomaco.

Uno dei due, e cioè Angelo Di Leo come tutti ben sanno a Taranto, ha  lavorato nello “staff” (parola che a qualche sindacalista da quattro lire non piace molto)  di  Rosanna Di Bello di Forza Italia quando era il Sindaco  del Comune di Taranto, per poi successivamente armi e bagagli  in occasione delle ultime regionali a Taranto, a fare il capo dello staff elettorale del consigliere regionale uscente Annarita Lemma, capolista nel PD, la quale è  uscita sonoramente “trombata” cioè non rieletta dai suoi elettori,  e vedere sulla testata dell’ associazione di promozione sociale La Ringhiera “sparata” (o meglio “spacciata”) come notizia il comunicato dell’ Assostampa che attacca chi usa “staff di comunicazione” fa sicuramente sbellicare dalle risate. Parlano proprio loro che non hanno mai fatto nulla per garantire ai disoccupati pugliesi il diritto al lavoro negli uffici stampa degli enti pubblici ai sensi della Legge 150.

O vogliamo parlare del cosiddetto IlGiornalediTaranto, testata online di proprietà di un’associazione no-proft (di cui ci siamo occupati in passato – leggi QUI) presieduta dall’ex-assessore regionale Fabrizio Nardoni (ex-Sel-Vendola),   diretto dal pubblicista Angelo Lorusso, marito della giornalista Luisa Campetelli ( a sinistra nella foto) alla guida nel crack giornalistico-editoriale-fallimentare del CdG di Puglia e Lucania ?  Lorusso ha un’associazione che effettua corsi di formazione professionale (con i soldi “pubblici” della Regione Puglia) , ma dopo le due esperienze fallimentari  a capo dello staff elettorale-trombato di Fabrizio Nardoni, si prodiga da settimane per trovare una nuova collocazione, offrendosi come “spin-doctor” a chiunque gli capiti a tiro pur di  raccattare qualche migliaio di euro, alternando i suoi rapporti con il Sen. Dario Stefàno a Tonino Caramia, per finire al consigliere regionale barese Alfonso Pisicchio.

Dov’era l’ Assostampa di Puglia…. allorquando Michele Tursi ancora in forza , cioè socio-dipendente alla Cooperativa 19 luglio (editore del CdG di Puglia e Lucania successivamente fallito con una massa fallimentare di oltre 5 milioni di euro) lavorava quotidianamente alla Camera di Commercio di Taranto, con un contratto di 1.000 euro netti al mese  oltre contributi INPGI , senza che sia stata fatta alcuna selezione e/o bando pubblico, ed in un aperto contrasto deontologico che questo giornale  ha pubblicamente denunciato e raccontato  DOCUMENTALMENTE (leggi QUI)  senza che l’ Ordine dei Giornalisti di Puglia abbia mosso un solo dito.

Ma esiste un Consiglio di Disciplina in questo Ordine  ? E’ la domanda che nei prossimi giorni faremo ufficialmente e legalmente al Presidente del Tribunale di Bari che nomina il Consiglio su Disciplina su indicazione di una rosa di nomi ricevuta dall’ Ordine dei Giornalisti. informando per competenza la Direzione Generale Affari Civili del Ministero di Giustizia che vigila sugli ordini professionali territoriali.

Possibile che nessuno dei rappresentanti dell’ Ordine dei Giornalisti di Puglia e del loro “caro” sindacato si accorga di quanti conflitti d’interesse vi siano nel giornalismo tarantino ? Nessuno alla Gazzetta del Mezzogiorno a Taranto (redazione dove ci sono più sindacalisti che giornalisti), riceve i comunicati stampa per un candidato sindaco del centrosinistra inviati e firmati dalla giornalista Maristella Baggiolini, ex-collaboratrice dell’ex-assessore Fabrizio Nardoni alla Regione Puglia, che nello stesso tempo è  direttore responsabile del giornale online TVMED , dove all’improvviso è scomparso il suo nome !

Tutto normale questo per la Procura di Taranto che ha indagato tanto sul sottoscritto  spendendo inutilmente tanti soldi del contribuente ??

L’ Ordine dei giornalisti  di Puglia e l’Associazione della Stampa di Puglia (i nuovi Cicì & Cocò della pseudo informazione pugliese) , denunciano come “il fenomeno costituirebbe sicuramente una buona notizia, soprattutto in una fase di forte contrazione del mercato del lavoro giornalistico, se l’incontro fra domanda e offerta di prestazioni professionali avvenisse nel rispetto della dignità delle persone, prima ancora che del diritto a un’equa retribuzione sancito dalla Costituzione”. Ma lo sanno che il più vecchio quotidiano pugliese e cioè la Gazzetta del Mezzogiorno dove lavora il sindacalista-presidente Bepi Martellotta ed il suo vice-sindacalista Mimmo Mazza, pagano ai loro collaboratori l’importo di circa 5 euro netti ad articolo ? E questo sarebbe l’equo compenso ? Probabilmente è più equo il compenso delle donne delle pulizie che a Taranto percepiscono 8 euro l’ora !

Come non ridere (o meglio avere pena) delle dichiarazioni del sindacato pugliese dei giornalisti, di quello che voleva costituirsi parte civile nei miei confronti per una denuncia strumentale di “stalking”,  frutto della malsana fantasia e farneticazione del suo sodale ed iscritto Mimmo Mazza presentata nei miei confronti , che è stata annientata dal Gip di Taranto, dal Tribunale del Riesame e persino dalla Corte di Cassazione. Scrive l’ Assostampa sul suo sito : ““Pervengono al sindacato dei giornalisti – proseguono – segnalazioni, sulle quali sono in corso verifiche, di offerte di lavoro a condizioni economiche risibili. Forze politiche e candidati, che hanno già investito o si preparano a investire decine di migliaia di euro in campagne pubblicitarie, gadget, cene elettorali e altro, diventano parsimoniosi quando si tratta di stipulare un contratto con i propri addetti stampa.

“Questa situazione – continua il ridicolo comunicato dell’ ASSOSTAMPA di Puglia  – talvolta favorita da comportamenti scorretti di sedicenti giornalisti che si offrono gratis al politico di turno nella speranza di ricavarne utilità e gratificazioni future, si va addirittura allargando all’affidamento della comunicazione a non meglio identificati “staff,” dai quali pervengono comunicati non firmati in barba alle principali regole della professione. Note, per di più, ricche di contestazioni nei confronti di quei giornalisti che si sono azzardati a svolgere regolarmente il loro lavoro esercitando il diritto di cronaca nei resoconti delle candidature e delle liste” e conclude “è inaccettabile oltre che offensiva della dignità e del decoro dell’intera categoria. E’ bene ricordare ai segretari dei partiti politici e ai singoli candidati, qualora lo avessero dimenticato, che quella giornalistica è un’attività professionale che ha regole, parametri retributivi e obblighi contributivi anche in Puglia e che non si può umiliare la dignità degli iscritti all’Albo. Tanto più è illegittimo affidare lo svolgimento di questa professione a chi la esercita abusivamente, in contrasto con le prescrizioni che l’attesa riforma dell’editoria ha finalmente sancito”.

E quale sarebbe la Legge che obbliga ad un candidato di comunicare ed inviare delle proprie dichiarazioni esclusivamente con un iscritto all’ Ordine ? E cosa vieterebbe eventualmente a tutti i laureati in Scienze della Comunicazione  di fare ciò legittimamente ?

O forse in vista dei prossimi congressi per il rinnovo delle cariche del Consiglio dell’ Ordine dei Giornalisti di Puglia qualcuno vuole far vedere che si occupa dei colleghi pugliesi ? La Cassazione ha stabilito anni fa che è legittimo criticare (con continenza) l’operato della magistratura e persino del capo dello Stato, Quindi cosa e chi vieterebbe a qualcuno di poter esercitare il proprio legittimo diritto di critica nei confronti di una stampa tarantina che nella stragrande maggioranza dei casi è asservita e corrotta ? O forse qualcuno a Taranto non si è accorto di un ente pubblico come la Camera di Commercio di Taranto che da qualche mesi dichiara come addetto stampa un avvocato-pubblicista, che da qualche mese firma i suoi comunicati stampa,  il quale in realtà si è sempre e solo occupato di conciliazioni, ed peraltro cugino di un “noto” magistrato tarantino ?

Dov’erano l’ Assostampa e l ‘ Ordine dei Giornalisti di Puglia quando il Comune di Taranto negli ultimi  10 anni ha avuto ed usato come addetto stampa una gentile “vigilessa” (non iscritta all’ Ordine) ? E  dov’erano queste “verginelli” della professione, quando la Provincia di Taranto a partire dalla Presidenza Gianni Florido ad oggi ha avuto ed utilizzato a tutt’oggi come addetto stampa una persona che che in realtà è una segretaria dipendente dell’ ente provinciale, ed anch’essa non risulta iscritta all’ Ordine dei Giornalisti  ? O quando per anni l’ ASL Taranto ha avuto un addetto stampa che non era iscritto all’ Ordine al quale si è iscritto soltanto recentemente dopo le nostre denunce ?

Ma siamo proprio sicuri che a Taranto esiste una magistratura indipendente che applica a fa rispettare le norme di Legge ? I recenti accadimenti sulle vicende per il processo Ambiente Svenduto dicono purtroppo il contrario.

Secondo fonti abbastanza attendibili sembrerebbe addirittura che che una giornalista-sindacalista tarantina la cui firma appare molto spesso sull’edizione di Taranto della Gazzetta del Mezzogiorno svolga incarichi di comunicazione per il Commissario delle Bonifiche (in rigoroso silenzio ed anonimato…) ! E come mai nessuno si meraviglia e lamenta del fatto che l’ Autorità Portuale di Taranto organizza conferenze stampa, interviste, invii comunicati stampa senza che risulti assunto un giornalista idoneo a tale compito secondo la Legge 150 ? Forse qualcuno non si è tolto del tutto il cappuccio dalla testa per non riuscire a vedere tutto ciò….

Dov’erano questi “censori” e paladini di una finta deontologia, degni dei frequentatori di un bar…citato in un’ormai celebre affermazione del prof. Umberto Eco, allorquando giornalisti e collaboratori della redazione tarantina della Gazzetta del Mezzogiorno venivano lautamente ricompensati da un ente pubblico per le loro collaborazioni ad associazioni di categoria ed enti pubblici ?

Appunto cari lettori, questa è la stampa “monnezza”. Ecco perchè l’informazione a Taranto muore lentamente di giorno in giorno. E prima del sottoscritto lo ha detto pubblicamente un certo Marco Travaglio ….  in occasione dell’ultimo concerto del 1 maggio. E nessuno ha fiatato e protestato.

1/continua

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Grazie, Antonello de Gennaro

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