di Antonello de Gennaro
Era stato Marco Travaglio il 1 maggio 2016 ospite nel concerto del 1° maggio a Taranto ad affermare che “A Taranto i giornali non scrivono nulla perchè sono comprati dalla pubblicità“, affermazione conseguente alle intercettazioni emerse dall’inchiesta “Ambiente Svenduto” che coinvolse non pochi giornalisti locali, manipolati da Girolamò Archina il grande cerimoniere-elemosiniere dell’ ILVA di Taranto ( gestione Gruppo Riva) . Un accusa grave passata nel silenzio della stampa locale, dell’ Ordine dei Giornalisti e del sindacato dei giornalisti pugliesi.
A ricordare su queste vecchie abitudini di certa stampa questa volta è stato il Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, che intervenendo a Taranto a un incontro organizzato sull’immunità penale per i gestori dell’ILVA (prevista dai decreti legge dei Governi succedutisi), non ha risparmiato accuse ai giornali incurante che a moderare il dibattito seduto accanto a lui ci fosse Mimmo Mazza, il vicepresidente dell’Assostampa di Puglia, il quale negli ultimi tempi sul quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno si è ammorbidito arrivando a scrivere e firmare un editoriale “Se muore l’ Ilva a Taranto, muore l’ Ilva“, dopo aver per anni in passato auspicato la chiusura dello stabilimento siderurgico tarantino.
Emiliano prendendo la parola ha detto : “Vedrete che nonostante le bombe che ho tirato oggi – ha detto Emiliano -, domani non troverete quasi nulla sui giornali, anche perché mi dicono che Mittal, come prima faceva Riva, ha una forte attività pubblicitaria su tutti i media e quindi… Poveri media, sono tutti sull’orlo della chiusura: se fanno arrabbiare uno dei pochi inserzionisti coi soldi poi che succede, chiudono tutti? Queste sono le condizioni nella quale la democrazia italiana si trova, in particolare qui a Taranto“. Di fronte a tali accuse, imbarazzante il totale silenzio del giornalista-sindacalista Mimmo Mazza, il vicepresidente dell’Assostampa di Puglia, che era seduto accanto a lui.
Ma questa volta all’improvviso, contrariamente a quanto accaduto con Marco Travaglio, sono intervenuti “il gatto e la volpe” (come li chiamano i giornalisti pugliesi non allineati) e cioè l’ Ordine dei Giornalisti di Puglia e l’ Assostampa di Puglia (che notoriamente viaggiano a braccetto…) hanno emesso un comunicato congiunto, che stranamente…. però non compare sul sito dell’ Ordine pugliese, e viene pubblicato solo sul sito del sindacato dei giornalisti (aderenti) pugliesi :
“Il presidente della Regione, Michele Emiliano, non smette mai di sorprendere. A Taranto, parlando delle attività dello stabilimento siderurgico Arcelor Mittal, ha pronunciato parole irriguardose verso la dignità dei giornalisti pugliesi. “Vedrete – ha detto – che domani non troverete quasi nulla sui giornali, anche perché mi dicono che Mittal, come prima faceva Riva, ha una forte attività pubblicitaria su tutti i media. Poveri media, sono tutti sull’orlo della chiusura: se fanno arrabbiare uno dei pochi inserzionisti coi soldi, poi che succede, chiudono tutti?”. Il presidente Emiliano ha mancato un’altra buona occasione per tacere e magari occuparsi di altro di più concreto. Egli si può lamentare di tante cose, ma non che gli manchi spazio e considerazione su giornali, tv e siti web. Ma, ovviamente, non è questo il punto in discussione.
Il punto è un altro ed è molto grave. Emiliano manca profondamente di rispetto quando insinua che le testate pugliesi si farebbero condizionare dalla pubblicità di Mittal. Insinua, insomma, una sorta di prostituzione intellettuale e professionale che piegherebbe le scelte delle redazioni alla pubblicità commissionata dalle grandi imprese. Un’espressione che è analoga a quella adoperata dall’ex deputato 5 Stelle Alessandro Di Battista, il quale ha assimilato i giornalisti a delle prostitute. Pochi giorni fa, il presidente Emiliano è sceso in piazza per solidarizzare con i giornalisti contro gli epiteti pronunciati dai 5 Stelle. In quell’occasione disse ai cronisti che “voi siete compagni di lavoro nel controllo democratico di quello che accade”. Oggi si dimentica di quella frase e diventa egli stesso l’autore di frasi ingiuriose. Emiliano, dovrebbe ricordare, per di più, che una mozione approvata dal Consiglio regionale due settimane fa impegna lui, la sua giunta e i consiglieri pugliesi a censurare “le affermazioni denigratorie e ingiuriose” a danno dei cronisti. Si attenga a quell’impegno ed eviti dichiarazioni prive di senso, ne guadagnerà in considerazione. Non difenda la libertà di stampa a giorni alterni e soprattutto si astenga, nelle prossime occasioni, di mostrare una solidarietà che oggi ha dimostrato di non provare”
Immediata la replica del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: “Non si sta parlando abbastanza del dramma dei tarantini sui media. A livello nazionale se ne sta parlando pochissimo. E oggi nel corso del convegno ho constatato che gli investimenti pubblicitari di Mittal sono ingenti. Quindi, lungi da me voler attaccare la libertà stampa perché sono sempre stato al fianco dei giornalisti per difenderla, il mio unico intento è richiamare l’attenzione di tutti i media sulla questione ambientale che è ancora drammaticamente aperta a Taranto ed è purtroppo caduta del silenzio generale”.
Questa volta ci tocca dare ragione ad Emiliano, perchè quello che dice è sin troppo evidente e tangibile sotto gli occhi di tutti. E ne siamo anche testimoni. Infatti nelle settimane scorse siamo stati contattati anche noi dalla AdHoc un’ agenzia di comunicazione milanese fondata e diretta dal giornalista Giorgio Zambeletti e Mario Pellegatta , società che attualmente comunica per Arcelor Mittal (dopo aver lavorato in passato guarda caso…per il Gruppo RIVA) , chiedendoci un preventivo pubblicitario, che chiaramente è stato preparato e mandato, così come accaduto in passato per il consorzio TAP e per tante altre importanti società nostri inserzionisti pubblicitari.
Solo che abbiamo ricevuto una comunicazione dalla società milanese secondo quali i nostri prezzi di listino pubblicitario “sono troppo cari” e che se volevamo la pubblicità di Arcelor Mittal dovevamo adeguarci ai prezzi concordati con la stampa locale. Abbiamo risposto a Zambeletti, e quindi ad Arcelor Mittal, che nel mercato pubblicitario i contatti pubblicitari ( cioè il lettori n.d.a.) si pagano e che non è certo colpa nostra…se abbiamo un numero di lettori che è oltre il doppio degli altri media locali tutti messi insieme ! E quindi siamo stati ben felici di non ospitare la pubblicità-mancetta di Arcelor Mittal, e di essere ancora oggi l’unico organo di stampa che non ha incassato un solo centesimo da alcun proprietario del siderurgico di Taranto ( Gruppo RIVA, Gruppo Arcelor Mittal) e di avere le mani “pulite” e sopratutto libere di scrivere quello che vogliamo e che dobbiamo per il dovuto rispetto verso i nostri lettori, che hanno il diritto di essere sempre informati senza alcun condizionamento. Quindi questa volta, siamo costretti a dare assolutamente ragione a Michele Emiliano, che una volta tanto ha detto la sacrosanta verità.
Basta dare un’occhiata alla stampa locale, alle fantomatiche testate giornalistiche online di Taranto, edite (in maniera a dir poco imbarazzante illegale) da associazioni senza scopo di lucro, onlus, associazioni di promozione sociale ecc. dove i giornalisti locali lavorano senza alcun contratto giornalistico, e molto spesso “sfornano” giornalisti pubblicisti senza averli mai retribuiti pur di conquistare un tesserino. Ma tutto questo l’ Assostampa di Puglia e l’ Ordine dei Giornalisti di Puglia non lo dicono, preferendo perseguitare e diffamare il nostro giornale, motivo per il quale abbiamo ottenuto il rinvio a giudizio del segretario nazionale della FNSI, Raffaele Lorusso (all’epoca dei fatti presidente dell’ Assostampa di Puglia) e fatto iscrivere nel registro degli indagati il presidente dell’ Ordine dei giornalisti di Puglia Piero Ricci. Per non parlare poi della valanga di iscrizioni nel registro degli indagati di diverse procure italiane di Mimmo Mazza a seguito delle nostre denunce
Ha ragione quindi Emiliano, come ha ragione Travaglio anche quando dice qualcosa su certi giornalisti e giornali.