L’ audizione di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, in aula a Palazzo San Macuto davanti alla commissione parlamentare Antimafia è in corso. Emiliano ha svolto una relazione per rispondere poi alle domande dei commissari spiegando che l’incontro avuto a suo tempo con la sorella del “boss” Tonino Capriati era necessaria per far capire al clan che controlla le attività illegali nella Città vecchia dicendole “che l’aria era cambiata, che non comandavano più loro“.
Emiliano ha innanzitutto evidenziato il suo impegno contro la criminalità da primo cittadino. “Quando divento sindaco di Bari nel 2007 istituisco l’agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata” ricordando di aver deciso di candidarsi perché, da magistrato, si rese conto “svolgendo questa professione con enorme dedizione, che l’azione penale aveva bisogno di essere convertito” in un concetto che, ancora non esisteva, di antimafia sociale. Da ex Sindaco di Bari Emiliano ha ricordato alcune inizitive sociali e legali, “abbiamo pianificato programmi di educazione alla legalità” e “dal 2007 la giunta comunale da me guidata stabilì l’obbligatorietà e la sistematicità della costituzione di parte civile del Comune di Bari nei processi alla mafia e abbiamo attivato collaborazione antiracket con il Fai“.
Il governatore Emiliano lo scorso 23 marzo 2024 nel corso di una manifestazione pubblica aveva affermato di avere accompagnato anni fa Antonio Decaro all’ epoca dei fatti assessore della giunta comunale guidata da Emiliano quando era sindaco, a casa della sorella del boss di Bari vecchia, Tonino Capriati, in conseguenza delle minacce subite da Decaro in occasione di un sopralluogo in quel quartiere. Emiliano ha ammesso davanti alla commissione che “avrei potuto raccontare quell’episodio sicuramente meglio”. “Non escludo di avere dato dettagli sbagliati, se il sindaco attuale ricorda di non essere stato con me probabilmente ha ragione lui. Però è sicuramente accaduto un episodio simile in cui io e lui eravamo in piazza Cattedrale e Decaro (che non era il Decaro di adesso, era un ragazzo di 32 anni che mi dava del lei, non gli usciva il fiato dalla bocca quando parlava con me), mi disse “vedi quelli sono stati” con riferimento all’episodio. Lui era molto spaventato perché aveva a che fare con una realtà che non era la sua, stava andando a fare un lavoro al quale bisognava prepararlo. Io affrontai questi ragazzi e gli dissi “questo ingegnere è l’assessore, è come se fossi io, quindi “non toccatelo”; esattamente lo stesso discorso che facevo a tutti, perché dovevo presentare alla città assessori sconosciuti, che dovevano avere la mia protezione, non quella del boss, perché io avevo il dovere di farli lavorare”.
Emiliano rivolgendosi alla commissione si è soffermato anche sulle indagini che hanno coinvolto alcuni membri della sua giunta e dirigenti da lui nominati. “Sulla Regione Puglia non è in corso nessuna indagine, so che per molti è una sorpresa. La campagna mediatica è stata tale che un mio assessore era convinto che l’assessora Maurodinoia fosse stata arrestata. Vi chiedo e credo sia uno dei vostri compiti, tutela. Di raccontare a tutta l’Italia per favore che il presidente della Regione Puglia non è oggetto di alcuna indagine, di nessun tipo. Io ho l’impressione che ci sia una confusione, dovuta anche alla sfortunata contemporaneità con altre vicende, per cui hanno l’impressione che io debba rispondere di qualcosa a qualcuno. La Regione Puglia non c’entra nulla con le indagini, neanche la Giunta del Comune di Bari per quello che risulta. E’ esente da qualunque indagine, non è che stanno approfondendo“.
Il senatore Maurizio Gasparri tra le altre cose ha chiesto a Emiliano, anche un suo parere sulla frase pronunciata da don Angelo Cassano, che aveva definito “criminale” il ministro Piantedosi : “Ho telefonato a Piantedosi per esprimergli la mia solidarietà, non l’ho fatto pubblicamente per le stesse ragioni per cui ministro non lo ha querelato, ho ritenuto opportuno evitare ulteriore propaganda a frase inopportuna. Con Piantedosi ho un rapporto assolutamente positivo, si tratta di un ministro tecnico, non è portatore della questione dell’immigrazione, fa ciò che il Governo dice di fare”.
La presidente della commissione on. Chiara Colosimo (FdI) ha chiesto chiarimenti ad Emiliano sulla presunta fuga di notizie sull’indagine che coinvolge i fratelli Enzo ed Alfonso Pisicchio (che si trova ai domiciliari dal 10 aprile) per truffa, corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Il governatore Michele Emiliano in relazione a quest’ultima, è stato chiamato a rispondere della questione più delicata cioè il messaggio che potrebbe aver fatto conoscere ad Alfonso Pisicchio la notizia del suo arresto ancor prima dell’esecuzione della misura cautelare.
Questione sulla quale peraltro è in corso un’inchiesta della Procura di Bari. “Non ho realizzato condotte men che trasparenti, mi riporto al comunicato 11 aprile ribadendo ancora una volta di essere a completa disposizione della Procura di Bari in caso fosse necessario ulteriore approfondimento in relazione a quanto fin qui accertato da quell’ufficio. Della pendenza dell’indagine si sapeva da luglio 2020, non ho avuto alcuna particolare notizia.Dopo i fatti che hanno riguardato alcune personalità politiche e non, abbiamo fatto un riepilogo delle indagini notoriamente aperte e abbiamo chiesto riscontro, si è dimesso il capogruppo di un partito, si sono presi provvedimenti e la stessa cosa si voleva fare con questa indagine che era nota da tempo. Si è chiesto a chi di dovere di dare riscontro. Questo è quello che posso dire, non posso aggiungere altro, anche perché ho capito che mi ritrovo dall’essere uno che sta qui per aiutarvi a comprendere il sistema a dovervi dare delle risposte su un fatto che non ha nulla a che vedere con la criminalità mafiosa. Lo dico per voi, sono stato collaborativo anche rispetto a una domanda che giudico incongrua rispetto all’oggetto dell’audizione”.
“In nessuna delle indagini in corso delle quali abbiamo notizia, l’Amministrazione da me guidata è stata coinvolta a nessun titolo. Ringrazio la presidente e tutti i componenti della Commissione per avermi ascoltato per tanto tempo: ho sempre avuto la volontà di essere ascoltato dalla Commissione Antimafia”. ha detto Michele Emiliano, al termine della sua audizione in Commissione antimafia oggi a Roma parlando con la stampa .
“Da presidente della Regione Puglia voglio difendere la mia regione da qualunque tipo di macchia che riguardi la nostra militanza popolare antimafia. Tutti i pugliesi sono schierati contro le mafie, contro il malaffare, con eccezioni che ci sono in tutte le comunità” – ha proseguito Emiliano – . Ringrazio i pugliesi per il sostegno che mi hanno sempre dato in questa lotta al malaffare e alla mafia, e li ringrazio anche perché stanno cambiando la storia. I dati sul trend dello sviluppo economico della regione Puglia sono i migliori tra tutte le regioni italiane e, come trend, persino migliori delle regioni del Nord. Questo è il frutto di un durissimo lavoro, innanzitutto dei pugliesi e poi anche delle istituzioni che li rappresentano”.
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