di REDAZIONE POLITICA
In occasione del presidio di solidarietà alla Cgil organizzato a Lecce, dopo l’assalto neofascista alla sede centrale del sindacato a Roma, il presidente della Regione Puglia si è presentato di fronte alla sede del sindacato prendendo posizione contro quelle che chiama le iene fasciste. Messo in difficoltà dalle parole della segretaria generale salentina della Cgil, Valentina Fragassi, la quale ha chiesto una “solidarietà non di facciata”, Michele Emiliano ha dovuto fare i conti con le sue recenti aperture a destra in piena campagna elettorale ed ha affermato che “Forza Nuova e CasaPound vanno sciolte: ci impegneremo in prima linea per farlo“.
Affermazioni queste che dovrebbero circoscrivere il suo orientamento politico dopo il clamoroso sostegno al sindaco di Nardò Pippi Mellone, da sempre vicino all’estrema destra. La Fragassi ha messo sotto scacco Emiliano con un invito pubblico “Vorrei che portasse la sua solidarietà anche alla Cgil di Nardò“. al quale il presidente della Regione Puglia non si è tirato indietro e quindi la carovana si è diretta verso il comune. salentino dove Mellone è stato appena rieletto ottenendo un plebiscito del 74%, che ha consentito l’elezione anche di due consiglieri delle lista civica “Difendere Nardò“, pubblicamente ispirata alle posizioni di CasaPound.
Fuori dalla sede del sindacato di via Boito a Nardò, nel frattempo si era riunito un gruppo di persone ad attendere l’arrivo fuoriprogramma del governatore pugliese e la segretaria Fragassi. Emiliano è sceso dall’auto alzando il pugno chiuso, saluto notoriamente usato dalla sinistra. Qualcuno però l’ha fischiato, accusandolo di “essere venuto a lavarsi la faccia”. Ma Emiliano rivendica il diritto di alzare il pugno “sono stato un iscritto al Pci” dice e poi si confronta con i presenti . Rivolgendosi anche al sindacato: “Non ridurrete i fatti gravissimi di Roma a una bega locale da elaborare”
Emiliano spedisce un’autentico “siluro” politico al Pd di Nardò sulle politiche per i migranti nel comune, finito più volte alla ribalta nazionale per la riduzione in schiavitù dei braccianti nell’inferno di Boncuri ed ammette di aver “copiato dal sindaco Mellone” l’ordinanza che impedisce il lavoro nei campi durante le ore più calde aggiungendo “Questa città ha votato Mellone al 74%, non posso pensare che siano tutti fascisti e non vi permetterò di trasformare Nardò e la sua lunga storia socialista nella capitale di CasaPound“.
In casa Cgil le contrapposizioni con l’amministrazione di centrosinistra guidata da Marcello Risi, che scelse di non costituirsi parte civile nel processo Sabr contro i caporali, non sono ancora dimenticate e questo Emiliano lo sa bene e quando qualcuno lo accusa di non essersi fatto vivo in campagna elettorale, attacca nuovamente il Pd locale: “Gli chiesi di indicare un candidato ma non se ne fece nulla” ed aggiunge “Chi ha una storia diversa dalla nostra, deve essere messo in condizione di fare un percorso. Sono stato sindaco nella città più fascista d’Italia, Bari, che oggi è il più grande esempio di progressismo del Mezzogiorno”.
A chi gli chiede però come mai Pippi Mellone non si dichiari antifascista, un invito che ad onor del vero Emiliano gli aveva già rivolto nel tentativo di trarsi d’impaccio durante la recente campagna elettorale il presidente della Regione Puglia replica: “Piacerebbe anche a me che lo facesse ma intanto su Facebook ha condannato i fatti di Roma”. Il sindaco di Nardò con un post su Facebook ha condannato la violenza e solidarizza con la Cgil “anche nel Salento e anche nella mia Nardò”, aggiungendo “Con Cgil, soprattutto in relazione ai temi dei diritti, del lavoro agricolo e dell’accoglienza, abbiamo collaborato molto bene e io, con la mia amministrazione, ho dimostrato coi fatti cosa penso sui temi del lavoro e dei diritti. All’organizzazione sindacale e ai suoi tesserati va la mia piena solidarietà, con l’auspicio che tutti i responsabili di tali vili fatti siano presto assicurati alla giustizia” e si concede un’ empasse diplomatica: “Chiunque ha il diritto di manifestare il proprio pensiero ma nessuno può farlo cercando di sopraffare gli altri”.