BARI – Soltanto 56.773 votanti hanno votato ieri alle primarie del centrosinistra in Puglia sui 1.684.000 aventi diritto al voto alle prossime Elezioni Regionali in Puglia. Un risultato più che deludente per Michele Emiliano, sopratutto se confrontato ai 793.831 voti ricevuti nel 2015 grazie ai quali venne eletto Presidente della Regione Puglia. Alle primarie a livello regionale hanno partecipato in circa 80mila persone, quasi la metà dei 149 mila della scorsa tornata.
Emiliano che ha incassato ieri il 70,4% dei consensi sui 56.773 votanti , sconfiggendo i suoi tre sfidanti – l’ex europarlamentare del Pd Elena Gentile, il consigliere regionale del Partito democratico, Fabiano Amati e il sociologo Leo Palmisano (indipendente) – i quali adesso di dicono “pronti a lavorare tutti insieme” (ma qualcuno gli crede ?) in vista delle regionali in primavera “al fine di contrastare la destra”.
“Con il mio risultato, di cui sono molto contenta – ha detto la Gentile (12,1%, 9.753 voti ) – sarò a disposizione della coalizione perché io voglio vincere, perché sento di poter rappresentare un pezzo di società che chiede un’attenzione differente rispetto al passato: donne, terzo settore, le tante persone che non ce la fanno, i ragazzi e le ragazze di questa regione a cui dobbiamo restituire la speranza di un futuro” aggiungendo “Michele Emiliano ha dimostrato di avere consenso e quindi siamo in campo, con la stessa forza e determinazione di sempre, per non consentire alla destra di scippare questa regione al centrosinistra“.
“Prendo atto del risultato – ha commentato Fabiano Amati (14,3%, 11.559 voti) – le primarie servivano a decidere il candidato presidente del centrosinistra ed è stato deciso che sarà Michele Emiliano. Ora tutti a lavoro per il voto di primavera“. “Bisogna tenere larga la coalizione – ha aggiunto – e coinvolgere chi non ha partecipato, perché il dato sull’affluenza ha un significato imponente e quindi tutti a lavoro per evitare che la destra possa vincere“.
Il consigliere regionale Amati è stato il più suffragato sia nella città di Brindisi che in provincia , nonostante il sindaco Rossi abbia sostenuto apertamente il governatore Emiliano. Sono stati 4.729 i voti conquistati nel brindisino dal consigliere regionale fasanese Fabiano Amati contro i 3.755 di Michele Emiliano
Nella provincia di Taranto dove i votanti sono stati solo 8738 Emiliano ha infatti conquistato 5767 preferenze, contro le 1450 di Elena Gentile, le 1082 di Fabiano Amati e le 385 di Leonardo Palmisano.
Tra i voti registrati nel versante occidentale della provincia, emerge il contributo ricevuto del sindaco di Laterza, Gianfranco Lopane, che ha consentito ad Emiliano di ricevere su 1003 votanti e ben 941 preferenze .
Seppure con un’affluenza decisamente più fredda (solo 161 votanti) nel Comune di Castellaneta quasi la totalità delle preferenze sono state per Emiliano,con il PD cittadino che ha palesemente disertato le primarie, affidando a Facebook tutto il suo malcontento in virtù di un chiacchierato “asse politico” tra il sindaco Giovanni Gugliotti ed Emiliano.
Le dichiarazioni di Palmisano (3,1%, 2.532 voti): “Ci mettiamo al lavoro per incontrare coloro che ci hanno ostenuto per capire se abbiamo la forza per coagulare questo consenso e farlo crescere in una lista. Per quanto mi riguarda è fuori di dubbio la nostra adesione alla coalizione. Una ventata di aria pulita che deve spazzare le nubi del sovranismo che incombono sul cielo della Regione Puglia“.
Non c’è stato solo Michele Emiliano nelle primarie del centrosinistra. A Canosa di Puglia, appena dietro il governatore, si è piazzato a sorpresa lo scrittore ed ex magistrato Gianrico Carofiglio.(non candidato !) a cui sono arrivati ben 63 i voti su 197 ! Una protesta singolare scelta da alcuni elettori per indicare il loro desiderio di un nome diverso da quelli proposti per chiedere una nuova stagione della politica a sinistra . Le schede, naturalmente, sono risultate nulle. I risultati finali:Amati 5, Gentile 13, Palmisano 3, Emiliano 109, Carofiglio 63. Quattro le altre nulle.
Ma nella Bat vi sono state anche altre sorprese, come a Margherita di Savoia, uno dei più piccoli centri della Bat, dove alle urne si sono presentati più elettori di quanti hanno votato nella città di Barletta. Un fenomeno legato all’attivismo del primo cittadino, Bernardo Lodispoto che ha sostenuto Emiliano tra proclami e scivoloni. Come lo spot nei panni di un mafioso.
I votanti alle primarie del centrosinistra nel 2010 per la scelta del candidato alla presidenza della Regione tra Vendola e Boccia erano stati 200.000; 134.000 nel 2015 tra Emiliano, Minervini e Dario Stefàno ; nel 2020 solo 80.000 votanti dichiarati dal Pd, quindi negli ultimi 10 anni c’è stato un calo di votanti di 120.000 persone, in percentuale del 120 per cento.
Facendo un raffronto tra i votanti alle primarie del centrosinistra e i votanti alle elezioni ‘vere’ occorre segnalare che nel 2010 i votanti alle primarie (200.000) rappresentarono circa il 19,29 % (sul valore assoluto dei votanti la coalizione di centrosinistra 1.036.638). Nelle primarie del 2015 i votanti furono 134.000 (elezioni votanti per centrosinistra 793.831 con percentuale circa del 17 per cento); alle ultime primarie nel 2020 i votanti 80.000. Quindi ne consegue che se la percentuale rimane intorno al 20%, gli elettori per il centrosinistra saranno circa 400.000 a fronte di circa 4.000.000 aventi diritto al voto.
Nessuno però ricorda l’utilizzo spregiudicato che ha fatto Emiliano del suo ruolo e delle strutture (persone) comprese della Regione Puglia utilizzate ( a spese quindi dei contribuenti pugliesi) in questa campagna per le primarie, dove nessuno dei concorrenti del governatore uscente si è mai soffermato a ricordare tutte le inchieste della magistratura che coinvolgono Michele Emiliano.
Il presidente della regione Puglia Michele Emiliano è indagato insieme al suo capo di gabinetto Claudio Stefanazzi e tre imprenditori due di un’azienda barese che avrebbe finanziato con 65mila euro parte della campagna elettorale per le primarie del Pd del 2017 e un altro, titolare dell’agenzia di comunicazione, creditrice della somma, che curò quella campagna. a seguito dell’indagine svolta Guardia di Finanza di Bari, coordinata dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno, dalla Procura di Bari.
L’inchiesta riguarda una fattura da 65mila euro pagata da due imprenditori baresi a un’agenzia di comunicazione che aveva curato la sua campagna elettorale per le primarie nazionali del Pd del 2017. I reati contestati a vario titolo sono “induzione indebita a dare o promettere utilità”, “abuso di ufficio” e false fatture. Nell’ambito dell’indagine, i finanzieri baresi hanno acquisito documentazione nella sede della Presidenza della Regione Puglia.